XXVII

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Quelle due settimane finalmente erano passate, i genitori di Jimin erano tornati a casa e Hajoon era sparito dalla vita del biondino per la seconda volta. Non che a Jimin dispiacesse.

In quelle settimane il corvino era stato quasi sempre a casa del minore, non lo avrebbe lasciato solo con quel ragazzo tutto muscoli e senza cervello. Così ogni tanto dormivano assieme, nel letto del biondino...ovviamente non era mai successo nulla tra i due, tranne qualche bacino sulla guancia e qualche coccole di troppo, che non dispiacevano nè a Jimin e nè a Jungkook.

Avevano parlato tanto di loro, anche se si conoscevano da poco sapevano molto dell'altro. Certo, avevano imparato alte cose. Ad esempio a Jungkook piaceva dormire senza maglia a prescindere dalla stagione in cui si trovassero, mentre a Jimin piaceva dormire con una lunga felpa che gli arrivava poco sopra le ginocchia.

Jimin dovette lottare per non arrossire quando vedeva la figura del corvino fare ingresso nella sua stanza e Jungkook doveva trattenersi dal guardare quelle gambe lisce e candide del biondino.

Inoltre il biondino prima di dormire si concedeva del tempo per leggere un buon libro, così riusciva a dormire rilassato e senza troppi pensieri per la testa.

Ora per entrambi arrivava una settimana molto complessa, una settimana piena di esami e verifiche.

Jungkook doveva fare il suo ultimo esame di matematica e l'ultimo di lingue prima di dire addio alla scuola, mentre Jimin doveva dare il suo primo esame.

Era tanto ansioso, continuavana a tirarsi i capelli mentre ripeteva ad alta voce la storia del 1900 nel mondo ma ogni volta sbagliava le date di guerra.

Era condannato.
Condannato a non superare l'esame.

Così dopo numerosi tentativi passati a ripete le lezioni di inglese prese il suo telefono digitando il numero del ragazzo che lo avrebbe sicuramente aiutato.

Jungkook.

«Oh dimmi Jiminie» rispose il corvino subito dopo uno squillo al telefono.

«Kookie...mica puoi venire a casa mia? Mi servirebbe una lezioncina privata per inglese e chi meglio di te

«Se vuoi ti mando un mio amico, Namjoon è bravo in ing--»

«Ma voglio teentrambi arrossirono alla frase pronunciata dal più piccolo. Se una persona pervertita fosse stata in quella stanza avrebbe sicuramente pensato male.

Jimin era stato sincero e spontaneo, voleva Jungkook come suo insegnante d'inglese e non i suoi amici.

«N-nel senso...voglio te come insegnante...ecco» si corresse poco dopo.

«Allora...dammi una mezz'ora e sono da te, va bene Jiminie

«Si Kookie~» sorrise Jimin dicendo quelle parole con una vocina cute e innocente.

«Con che vocina me lo stai dicendo

«So che non resisti a questa vocina» disse il minore prima di chiudere la chiamata e lasciare il corvino senza parole.

Era proprio vero, Jungkook non resisteva a quella vocina che usciva soave dalle labbra carnose del biondino.
Il corvino si stava beando sempre di più di ogni piccolo suono che usciva dalle labbra del minore. Forse esagerava.

Si diede una veloce pettinata ai capelli prima di uscire di casa con i suoi appunti di inglese e il libro in mano.

Io vi avverto: non mi odiate

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Io vi avverto: non mi odiate.

𝙂𝙞𝙧𝙡 ;; 𝙆𝙤𝙤𝙠𝙢𝙞𝙣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora