XXVIII

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Il giorno dell'esame era arrivato.
Tutti gli studenti erano fuori i corridoi con i loro fogli in mano e ripetevano ad alta voce sperando che la memoria non li tradisse all'ultimo.

Jungkook stava ripetendo come un pazzo le formule di geometria, aveva studiato giorno e notte algebra e geometria, doveva andare bene, doveva far vedere a suo padre che poteva farcela e poi era anche una vittoria personale.

Jimin invece era dall'altra parte del corridoio -lontano dal corvino- e ripeteva i vari appunti che aveva preso in prestito da quest'ultimo. Aveva studiato, si sentiva pronto e carico per passare l'esame ed accedere all'ultimo anno di scuola. 

La fortuna di entrambi era non essere primi nell'ordine alfabetico quindi avevano una mezz'ora in più per ripassare.

Si erano dati forza a vicenda, con piccoli abbracci e parole confortanti. Ora entrambi sapevano che potevano farcela.

«Jeon Jungkook » fu chiamato dopo una straziante mezz'ora d'attesa all'interno del corridoio.

Il corvino si alzò dal suo posto a sedere ed entrò nella sala dove sarebbe avvenuta l'interrogazione.

«Buongiorno...» disse il corvino inchinandosi davanti ai suoi professori. Dopo pochi istanti iniziò il suo esame orale.

«Iria devi muovere quelle gambe! Mio figlio sta già facendo il suo esame, dobbiamo trovarci fuori dalla porta appena esce!» il tono serio e nervoso del signor Jeon giunse alle orecchie di tutti i giovani studenti che aspettavano il loro turno nei corridoi scolastici.

La signorina Choi dovette aumentare il passo per stare dietro all'uomo che sembrava non avere la minima intenzione di rallentare il passo.

«Capisci che se mio figlio non si sposa con te sei rovinata?! Lo capisci o no? Aish ti facevo più intelligente...si vede che hai preso da quell'ignorante di tua madre, niente a che fare con noi uomini» disse il padre dei corvino prima di posizionarsi davanti la porta della classe di Jungkook.

«Signor Jeon...io penso che suo fig--»

«Le galline come te non pensano!» la zittì l'uomo senza un minimo di compassione.

E mentre da una parte del corridoio avveniva ciò, Jimin intanto aveva appena fatto il suo ingresso nell'aula dove si sarebbe svolto il suo primo esame.

Stava sudando freddo e le mani tremavano dall'ansia. In quei momenti avrebbe tanto voluto un abbraccio sincero e rassicurante dal suo migliore amico -Yoongi-.

Oppure di Jungkook.

Prese il pennarello in mano e si mise alla lavagna pronto a scrivere un testo dettato dal suo professore d'inglese. Sapeva che poteva farcela, si era impegnato molto e il corvino gli aveva dato un grande aiuto in quelle ultime settimane, anzi, secondo Jimin il corvino aveva anche trascurato il suo studio per aiutarlo.

«Bene Park Jimin...l'esame lo passa a ottimi voti, riceverà un'email dalla scuola con i voti finali» annunciò il presidente che sedeva al centro della cattedra. Jimin fece un grande sorriso prima di inchinarsi ai professori e lasciare l'aula.

Aveva passato l'esame. Nemmeno lui ci credeva eppure era proprio così. Voleva solo correre dai suoi amici e festeggiare con loro come se fosse l'inizio dell'anno.  

E fece proprio così. Prese i suoi appunti -che aveva lasciato sulla sedia nel corridoio- e corse davanti l'aula di Jungkook.

«Eccellente figliolo! Ora dobbiamo festeggiare e so proprio come fare» rise il padre mettendo una mano sulle spalle della ragazza che aveva trascinato nell'Istituto.

Jungkook intanto guardava il padre con le labbra socchiuse, le mani tremanti e gli occhi lucidi.

«P-papà finiscila...sai che non mi sposerò con Iria» Jungkook sopparsò il padre e vide la piccola chioma bionda coglierli in contro come un fulmine.

«Jimin!» esultò il corvino aprendo le braccia per prendere il minore al volo, e una volta preso si mise a ridere con lui.

«Kookie! Ho passato l'esame!» gridò il biondino lanciando i fogli in aria che finirono tutti sul pavimento e anche sui piedi del signor Jeon -che Jimin non aveva notato-.

«Sono così felice che voglio spaccare tutto!» 

«Ehi piccoletto! Non si spacca niente qui» rise il corvino tenendo in braccio il più piccolo che si dondolava con i piedi e si reggeva a lui con le braccia attorno al suo collo.

Il padre di Jungkook intanto li guardava, senza fiatare, aveva capito che la chioma bionda non lo aveva nemmeno visto e di certo non sarebbe stato lui a farsi notare.

Gli altri ragazzi presenti nel corridoio guardavano i due amici con le sopracciglia basse e la bocca socchiusa. Tutti si domandavano una cosa: "da quando il riccone Jeon Jungkook aveva un amico?". La cosa strana era che, nessuno dei due ragazzi si sentiva osservato, come se fossero solo loro due che si continuavano a dire cose divertenti all'orecchio. 

Ma presto quel loro "silenzio" sarebbe stato rotto.

Capitolo più lungo del solito!!!Lo so che mi amate ahahah

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Capitolo più lungo del solito!!!
Lo so che mi amate ahahah...comunque mi dispiace darvi ansia o altro ma è così 。^‿^。

𝙂𝙞𝙧𝙡 ;; 𝙆𝙤𝙤𝙠𝙢𝙞𝙣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora