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La dottoressa ha constato che non sono alterata e che quindi posso essere slegata.
"Mi piace il tuo nuovo look. Allora raccontami cosa è successo." Mi incalza. "In classe mi hanno tagliato i capelli e mi sono difesa mettendola al tappeto la tipa. La sera mia madre prendeva che mi scusassi con la tipa e io sono sbottata." Ammetto, tanto oramai so come funziona sta solfa.
"Sa il tipo da cui mi ha mandato per aiutarmi dalle brutte abitudini è il mio padre biologico." Vedo che scrive come una macchinetta sul foglio, forse posso girare questa cosa a mio vantaggio. "E ti ha turbato scoprire che lui è il tuo vero padre." Ci rifletto sulla sua domanda. "In definitiva no, stavo davvero bene con lui. Ma mia madre mi ha voluto per forza riportare a casa sua, nonostante le avessi detto che volevo rimanere da mio padre. In poco tempo si è creato un buon rapporto con lui." Oserei dire che sta fumando la penna da talento che scrive veloce.

"Quindi con tuo padre non hai avuto nessuno scatto d'ira?" Annuisco seria e aggiungo anche che riuscivo a dormire, l'insonnia era un ricordo. "Posso andare da lui? Cambiare scuola?" Chiedo prima che la dottoressa esca.

Al suo ritorno ha la boccetta delle pasticche e già capisco che non uscirò a breve. "Meglio se per una settimana tu faccia terapia qui poi vedremo di farti andare nel weekend da tuo padre. Sai che se collabori è meglio." Mi dice prima di riportarmi nella mia stanza.

Mattia

Vedo una macchina lasciare qualcuno davanti a casa di Josh. Ha i capelli corti e sono bianco-argento. Non può essere Elena, si sarebbe girata sentendomi passare. C'è una signora con lei. Mi fermo e vedo che è Elena invece.

Dopo poco torno indietro. Oggi col cavolo che andrò a scuola. So che Josh tiene delle chiavi di riserva nella lanterna di sinistra. Entro dal garage e vedo la viperetta, ma ha gli occhi spenti. Non è più la mia Elena. Che cosa le hanno fatto?

Appena la signora se ne va sguscio nella camera di Elena, la chiamo, ma non risponde.
"Non ti risponderà Mattia." È Josh e mi ha beccato in camera di sua figlia. "Perché? Che le hanno fatto?" Ringhio mentre poso una mano sulla spalla di Elena.
"L'hanno imbottita di farmaci. È salutata alla gola di sua madre. Deve prendere anche quelle che vedi sul comodino." Josh è rassegnato e sta bevendo il bourbon.
"Praticamente l'hanno stordita? Ma non ne ha bisogno. Se è sbottata avrà avuto le sue ragioni." La difendo come posso. "Tu non dovresti essere a scuola?" Mi chiede e io lo guardo storto. "Non mi muovo di qui." Dico fermo.
"Quando si sveglia fagli prendere quelle, così ha detto la dottoressa." La sua voce è stanca.
"E se finissero nel cesso quelle? Sai che non le servono. Non sembra nemmeno tua figlia." La mia voce è tagliente tanto quanto quella di Josh.
"Potrebbe avere una crisi d'astinenza, ma anche io sono d'accordo con te." Non mi aspettavo che Josh fosse d'accordo.

Josh è uscito da una mezz'ora e io guardo la mia viperetta dormire. Si gira e mi guarda, ma ancora è imbambolata e io le accarezzo le guance rosse. "Tia?" Mi chiama. "Si, sono io piccola. Sei a casa di tuo padre." La rassicuro e lei si rannicchia al mio petto. Carlos mi ha scritto come mai non sono venuto oggi e io gli rispondo che avevo una questione più importante da sbrigare.

Elena inizia a dimenarsi, sembra avere le convulsioni, è la crisi di cui parlava Josh, ma se si vuole disintossicare da quella robaccia ci deve passare per forza. La tengo stretta per evitare che si faccia male, prima o poi finirà. Senza che me ne renda conto mi scende una lacrima perché hanno ridotto a uno schifo la mia viperetta.

Mezz'ora dopo è sul cesso che vomita e io le tengo una mano sulla spalla. Si alza dopo aver svuotato lo stomaco e mi guarda, finalmente sta tornado lei. "Tia." Mi butta le braccia al collo e si regge a me perché barcolla ancora. "Dove sono?" Mi chiede confusa e io le dico che è a casa di suo padre, ma lei non si ricorda molto di come sia arrivata qui.
Le preparo della pasta al formaggio e vedo che mangia con gusto. Non l'ho persa del tutto per fortuna.

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