21

329 11 2
                                    

Carlos e Camilla scherzano tranquilli mente io e Mattia non riusciamo ad andare d'accordo nemmeno cinque minuti. Mattia mi tira il capezzolo duro e mi lascio sfuggire un urletto. Gli atri due si girano e io divento sicuramente rossa. "I tuoi gemiti gli arrivano diretti lo sai." Bisbiglia e mi preme l'erezione nella schiena. "Non se ne accorgeranno se fai piano." Mi sta davvero proponendo di fare sesso davanti a qualcuno. "So che ti attira il proibito." Ha cambiato tono di voce e mi sfila le mutandine, mi mette nella posizione più comoda per lui stando dietro. Mi penetra e lo sento premere in un punto sensibile. Cazzo, non posso nemmeno dare libero sfogo ai gemiti. Si muove veloce e per fortuna il letto non fa rumore. Vengo dopo poco gemendo sul cuscino, mentre Mattia viene dentro di me dopo non molto.

"Ti sta bene il mio orecchino piccola." Mi sussurra prima di baciarmi e darmi la buonanotte. Mi sveglio nel mezzo della notte e Tia non c'è. Vado in bagno, ma non è nemmeno lì. Aspetto un po', ma non c'è traccia di Mattia. -Dove sei?- Gli scrivo sul cell. -Sono impegnato. Non mi cercare.- Risponde quasi subito. Esco dalla camera dei ragazzi e mi dirigo verso la mia, fato vuole che in quel momento Mattia esca da un'altra camera. Incrocio il suo sguardo e senza dire nulla torno in camera mia. Mi sono lasciata fregare di nuovo da Mattia, ma non ci cascherò più. Quando atterro sul letto lascio scorrere libere le lacrime.

La mattina dopo i prof ci fanno visitare un castello, cerco di stare sempre coi miei compagni così da poter evitare Mattia. La sera andiamo in un locale veramente bello. E' moderno, con arredamenti minimal. Un cameriere porta a me una bottiglia di spumante, non capisco. "La offre la casa." Tutti mi guardano strano, non so davvero perché il proprietario mi dovrebbe offrire una bottiglia così costosa. Mi guardo attorno, ma non vedo nessuno che conosco. Ceno nel tavolo assieme a Tia, Carlos e Camilla. Quando un cameriere viene a ritirare i piatti gli chiedo come si chiama il titolare. "Ha detto di non dirglielo, che lei avrebbe capito." Giro la bottiglia un paio di volte senza trovare indizi. "Don Stefano." E' il nome del vino ed è prodotto in Sicilia. Che sia Matteo? Com'è uscito?

"So che hai capito. Certo in camicia sono diverso che con l'uniforme." E' la sua voce, alzo lo sguardo e vedo Teo in giacca e cravatta, ma dal colletto spuntano i tatuaggi. "Teo." lo chiamo alzandomi e andandogli incontro sotto gli occhi di tutti. Ci abbracciamo e lui mi stringe prima di sollevarmi e farmi roteare. "Non ti ringrazierò mai abbastanza scricciolo." Viene al tavolo e si piazza a fianco di Mattia. "Cosa ci fai a Praga? Hai fatto incazzare un altro procuratore?" Mi prende in giro, vedo che Tia nota gli orecchini. "No gita scolastica. Come sei uscito?" Chiedo stupita. "Grazie a te. La lettera che hai consegnato aveva le istruzioni per farmi evadere, sei stata brava a non farti beccare al controllo." Mi fa battere il cinque. "Non penso sia molto carino esporla ad un rischio così grosso." Sbuffa Mattia. "Taci ragazzino, sono cose tra me e lei. Tu non puoi capire." Lo ammonisce e Tia serra i pugni. "Se vuoi discutere usciamo e ti faccio vedere quanto sono ragazzino." Lo sta davvero sfidando. Matteo si gira e lo squadra, si sta alzando dalla sedia. "Mattia. lascia stare, lascia perdere per favore." Si rimette a sedere mentre Teo ci guarda curioso. "Ti va di ballare?" Teo mi porge la mano e io accetto.

"E' una testa calda quello scusa." Matteo mi fa appoggiare alla sua spalla mentre la melodia descrive un lento. "E' normale, voleva marcare il territorio il ragazzo. Gli piaci e nemmeno poco." Sbuffo divertita. "Impossibile." Rispondo seria. "Perchè ne sei così convinta?" Mi chiede mentre mi fa dondolare a ritmo. "Perchè ieri sera ha voluto far pace dopo che l'ho trovato a letto con un'altra. Stavo dormendo con lui e quando mi sono svegliata non c'era. E' uscito da un'altra camera tutto arruffato. Ha fatto sesso con un'altra subito dopo averlo fatto con me." Spiego brevemente. "E tu provi qualcosa per lui?" Mi chiede pacato. "Provavo, ma mi aveva già spezzato il cuore prima che io venissi giù in Sicilia." Ammetto, tiro su col naso e mi stropiccio gli occhi. "Ci sta fissando da quando ti ho portata via dal tavolo. Non merita le tue lacrime se si comporta così. Tu vali più di cento anche senza lui. A proposito, grazie per quella foto con la moto, mi piace lo sguardo che avevi lì." Gli sono arrivati i miei auguri.

Under your chain Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora