3

920 19 0
                                    

Mi affretto a prepararmi, sono le nove di mattina e io devo tornare da Josh, qui dormono ancora tutti. Esco piano dalla camera lasciando Marco dormire beato. La casa è un disastro con bottiglie di birra vuote ovunque e sopratutto sul tavolino ci sono ancora i rimasugli delle strisce che si sono fatti ieri notte. Esco facendo il meno rumore possibile. Arrivo nel androne e piano piano esco con la moto sulla strada conducendola a mano.

Infilo il casco, controllo di avere tutto quando sento le sirene avvicinarsi. Cazzo e ora? Se mi beccano sono finita, ma magari non sono qui per me. Un poliziotto si avvicina sicuro. "Buongiorno signorina, lei abita in questo palazzo?" Scuoto la testa convinta. "Abito in quello di fianco." Mi stringo nelle spalle sperando che se la beva. "Ah, quindi non ha chiamato lei?" Mi domanda gentilmente e io scuoto di nuovo la testa. "Ok grazie comunque." Risponde e torna alla volante dove comunica che faranno irruzione nell'appartamento di Kate. C'è anche qualche ambulanza e io ne approfitto per svignarmela intanto che i media locali montano l'attrezzatura per fare il reportage. Le strade non sono così trafficate e io di certo non spingo sul gas, non ho voglia di prendere una multa. Parcheggio dentro al garage e solo ora guardo il cellulare, ci sono cinque messaggi e venti chiamate da parte di Josh.

Entro dentro casa passando dalla porta interna del garage, non sembra essere nei paraggi quindi forse l'ho scampata. Attraverso l'ingresso incolume.

"Ti pare l'ora di rientrare?" Josh è seduto sulla poltrona con il pouf davanti. Mi guarda con lo sguardo duro e severo. "Bhe, avevo bevuto una birra e non me la sentivo di guidare." Ammetto stringendomi nelle spalle. Entrando nella sala noto che ha la tv accesa è una tipa parla della festa in casa finita in tragedia. Riconosco il palazzo alle spalle ed è casa di Kate. Quando me ne sono andata non ho visto nessuno, io e Marco stavamo bene. "Dimmi che tu non c'entri nulla con quella festa?" Sibila velenoso e deluso. Abbasso lo sguardo perché non posso dirgli ciò che vuole sentirsi dire. "Cazzo Elena." Urla per poi calciare il pouf e rovesciarlo in mezzo alla stanza. Si alza e si rimette seduto. "Non hai solo bevuto una birra. Dimmi la verità o ti rispedisco a casa. Subito." La
Sua voce è ancora più dura e delusa. "Ho bevuto un paio di birre e ho dato qualche tiro ad una canna. Tutto qui. Ho dormito nella camera dei genitori di Kate da sola e chiusa a chiave." Comunico tutto d'un filo. "È tutto? Guarda che posso farti fare le analisi e se menti non potrò aiutarti." Mi minaccia col dito puntato. "È tutto. Non ho toccato altra roba. Ma mi spieghi cosa è successo? Io sono uscita senza vedere nessuno quindi non ho idea di cosa dicano i notiziari." Sbraito con le braccia per essere più teatrale. "Sono morti due ragazzi di overdose. Maggiorenni e la polizia ha trovato erba, cocaina e varie pasticche per tutta la casa." Merda due sono morti, per fortuna non li ho visti o mi sarebbe saltato in mente Ian.

"Dammi il telefono." Mi dice di punto in bianco facendomi segno con la mano di darglielo. "Perché?" Chiedo indietreggiando. "Perché devi chiudere con tutto quello che facevi prima e con le vecchie amicizie." È serio? Non posso chiudere con Kate è la mia migliore amica. "Non ti darò il mio telefono e non ho intenzione di tagliere i ponti con Kate." Rispondo piccata. "Pronto, si voglio che chiudiate la sim con questo numero e poi che blocchiate il telefono con il seriale che vi ho fornito." Josh impartisce ordini al telefono e quando controllo il mio telefono è bloccato e senza linea, non posso usarlo in alcun modo. Per fortuna voleva iniziare col piede giusto. "Ora mi dai il telefono?" Mi chiede più pacato, il nervoso sta salendo e inizio a digrignare i denti. "PRENDITELO." Glielo lancio addosso. "E FOTTITi, tu e i mei. Non sei mio padre quindi mettiti l'anima in pace che non darò mai retta." Sbotto e salgo in camera lasciando in sala il casco. Ho visto che non si aspettava questa reazione da me. Chiudo la porta a chiave e mi stendo nel letto con le cuffie, la psicologa ha detto che la musica aiuta a distendere i nervi.

Non so quante ore siano passate mentre ascoltavo la musica, con la riduzione dei rumori esterni non so nemmeno se Josh abbia provato a bussare alla porta. Meglio se non ha provato perché non avrebbe ottenuto risposta. Sono qui da un giorno e siamo già ai ferri corti. Esco solo per andare in bagno e non sento alcun rumore in casa, ma per sicurezza controllo le varie stanze. Entro nella sala e apro i vari mobiletti finché non trovo la scorta di bourbon. Si vede che ha preso il vizio in America quando è stato la. Ne prendo una bottiglia e mi ci attacco direttamente. Gli alcolici non sono vietati. Bevo e bevo un sorso dopo l'altro finché non crollo sulla poltrona.

Under your chain Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora