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Siamo dalla fotografa, attacca il computer al televisore, inizia con le foto fatte al esterno, io e lei sulla moto. "Questa la vorrei in sala." Dice Elena e decidiamo la dimensione, ovviamente la più grande possibile. Mentre io scelgo quella in cui si vedono le mie braccia attorno al pancione dove avevamo messo una R fatta con la tempera per pelle. Quella a colori starà bene nell'altra parte della sala. Sulla moto sembriamo proprio l'angelo e il diavolo. Abbiamo scelto qualche foto da mettere nel salotto qui e qualcuna da mandare a Praga nella casa che abbiamo là. "Ora veniamo alle foto per la camera da letto." Le dico e Elena arrossisce quando vede le foto esplicite che abbiamo fatto. "Quella ci va assolutamente. In bianco e nero è perfetta. E anche quella." Indico vedendo la foto in cui le sto mordendo sulla coscia. "Ma se i bambini entreranno nella camera vedranno queste foto." Osserva scettica. "Si, ma all'inizio non capiranno cosa sono e quando inizieranno a capire non entreranno più nella nostra camera." Le spiego sicuro. "Bhe quella in camera a Praga ci starebbe benissimo." Commenta quando la fotografa ci mostra la foto in cui le sono a fianco, le mordo il seno e le passo il pollice sul labbro inferiore, la stavo mangiando con gli occhi e lei era in preda al desiderio. Non so mica se viglio che i miei figli vedano la loro mamma in preda al desiderio.
"Si ci sta proprio bene." Le confermo.
Dopo qualche ora usciamo dallo studio, ho disposto dove andrà ogni quadro così Elena poi deciderà dove farlo appendere agli addetti della sicurezza.

Raggiungo uno dei miei ristoranti qui sull'isola, lo chef ci prepara due piatti da mangiare in cucina, brutta abitudine che ci piace però. Non si dovrebbe mangiare nella cucina, ma so che a lei piace. Dopo aver pattuito con il cuoco il menù di capodanno torno con mia moglie a casa. Riceve una chiamata da suo padre e mette il viva voce. "Ehi papà, tutto bene?" Lo saluta felice. "Ehi tesoro, come state? Il mio nipote sta bene? Volevo dirti che gli Smith ci saranno con anche Mattia. Io tutto bene." Annuncia e io sospiro, ma dopotutto gliel'ho detto io di farlo venire. "Il tuo nipote sta bene, ogni tanto si muove. Io e Matteo stiamo bene. Ci vediamo tra qualche giorno allora." Lo saluta e Giovanni ci saluta a sua volta.

Sono nel divano che guardo la tv quando Elena si sdraia su di me ancora bagnata dalla doccia, mi fa venire i brividi, la sua lingua scorre sul mio orecchio, la faccio sdraiare di schiena sul mio petto. Le scosto i capelli da un lato e le succhio avido la pelle del collo. Ansima, e mi lascia libero accesso al suo corpo. "Non passerà mai questa attrazione tra noi?" Mi domanda. "Esatto scricciolo, non passerà mai." Le confermo. Mi posa una mano sulla patta dei pantaloni, lentamente lì sfilo giù assieme ai boxer. "Proveremo una nuova posizione, ti va?" Le domando e lei annuisce, le scosto le mutandine per poi penetrarla. Inarca di più là schiena per darmi più accesso. "Sei proprio vogliosa ragazzaccia mia." Le dico e vedo le sue guance colorarsi. Mi muovo dentro di lei finché non viene gemendo ad alta voce, ci avranno di sicuro sentito anche i vicini che stanno a chilometri. Vengo anche io esplodendo dentro la sua intimità.

Stamattina Elena ha dormito più del solito, era veramente stanca ieri sera, sono riuscito a distrarla per non farle pensare il menù di capodanno, scende in cucina con addosso solo la camicia da notte e il perizoma, quello in pizzo che adoro. Le preparo il cannolo e lei lo mangia maliziosa davanti a me. Suonano e vado io a controllare Serjei mi segue a ruota. È il camioncino della fotografa che ha consegnato le foto, cavolo di gia? Le altre le avrà già spedite a Praga presumo. "Serjei chiedi con Elena dove li vuole e appendili. Prima di pomeriggio perché poi arriva la cena. Lo spettacolo pirotecnico è ok?" Chiedo e lui annuisce. "È tutto pronto signore, come ha chiesto." Mi conferma. Elena si è vestita e quando vede quanto sono grandi i quadri rimane a bocca aperta. Ad aiutare Serjei c'è Ivan perché il quadro della sala è veramente grande. Non so se riuscirò a staccare gli occhi da quel quadro, lei con l'intimo, una maglia e i tacchi sulla mia moto. Nessuna era mai salita sulla Ducati.

Controllo meticolosamente dove posiziona i quadri della camera, mi piace vederla ovunque mi giro, lei guarda sotto al telo prima di posizionare il quadro. Quando ha finito e quasi ora di pranzo, ma toglie comunque i teli da sopra i quadri per farmi vedere come li ha posizionati. Stanno davvero bene, potrebbe quasi fare l'arredatrice. "Cavolo, ma sta sera arrivano tutti e noi non abbiamo cucinato nulla. Dobbiamo sbrigarci Teo." Sbraita e mi tira per l mano, mi alzo dal letto e la abbraccio. "Ti pare che sei incinta di cinque mesi e io ti faccia correre per cucinare, arriva tra poco il furgone dal ristorante con tutto il menù pronto." La avviso e lei mi fa gli occhioni grandi, quelli a cui non so mai dire di no. "Sta sera maglia o camicia?" Le chiedo. "Camicia bianca intendi?" Mi domanda e io annuisco. "Allora camicia per forza." Mi risponde sicura.

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