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"Mi stava solo coprendo, io dovevo essere con la mia classe, ma ero andata a cena con Matteo, mi ha voluto offrire una cena nulla di più. Può chiedere a due ragazzi della mia classe, loro erano al corrente che sono andata a cena con lui." Spiego mentre l'avvocato scrive tutto. "Non me la bevo, solo una cena signorina. Verificheremo la sua versione con la sua compagna di stanza a Praga ovviamente. Dove si nasconde Matteo Bellamonaca?" Mi chiede diretta. "Non lo so, non ne ho idea." Ammetto. "Allora ci aiuterà a beccarlo. Lo rispediremo in gatta buia." Afferma e sento un buco nel petto al pensiero di Teo di nuovo dietro le sbarre. "No, non vi aiuterò. Sa che i Bellamonaca sono affiliati alle mafie siciliane e se si viene a sapere che io vi ho aiutato non ci sarà nessun programma di protezione che regga. Se lo scordi io temo per la mia vita e per questo le dico di no." Affermo sicura. Non ha nulla in mano di concreto per incriminarmi. Mio padre continua a guardare la foto di me e Teo addossati alla colonna. "Allora andrai in prigione tu." Mi minaccia e l'avvocato si alza. "Non ha nulla contro la mia cliente, solo congetture e foto che non provano nulla. Come ha detto Elena, le mafie sanno bene come scovare i collaboratori di giustizia e ha un ragionevole timore reverenziale. Le tolga le manette e la rilasci. Qui abbiamo finito." Commenta sicuro l'avvocato. La tipa mi slega dalle manette ed esco dalla centrale assieme a mio padre.

In macchina regna il silenzio. "Voglio che tu ci stia lontana da Matteo. È pericoloso e in più è troppo grande per te. Davvero in quella foto ti stava solo coprendo?" Mi chiede serio, ma io ho presso a Teo di non dire a nessuno di noi. "Si, sapevi già della cena." Spiego e lui si rilassa leggermente. "Comunque stagli lontano. È un Bellamonaca e non voglio che loro abbiano a che fare con te." Ringhia e io annuisco abbassando lo sguardo. "Non ho già nulla a che fare con loro, se non te ne sei accorto io e Mattia ci frequentiamo." Spiego e vedo che mi guarda storto. "Da quanto?" Mi chiede. "Da quando hanno mitragliato la casa, non a caso a Pasqua vado via con lui." Spiego pacata e lui digerisce la notizia. "Sei andata a letto con Mattia?" Mi chiede visibilmente imbarazzato. "Si." Serra la mascella. "E con Matteo?" Aggiunge serio. "No, quando gli ho detto la mia età ha smesso di provarci e ha cambiato atteggiamento." Mento, spero mi perdonerà per le bugie che gli sto dicendo. "Ok." Chiude il discorso.

Tornata a casa Mattia entra dalla porta principale e si mette vicino a me nel divano. "Tutto bene?" Mi chiede e io annuisco, dopo mi copierò gli appunti. "Quindi voi due state insieme?" Chiede a conferma e Mattia conferma la mia versione. Immaginavo che mio padre avrebbe fatto la prova se io gli avessi mentito o meno. "Volete un po' di bourbon?" Chiede e lo accettiamo entrambi, non mi dispiace come liquore.
Non doversi più nascondere da mio padre è un sollievo, così Tia può stare qui anche la sera senza sgusciare via la mattina presto.

La verifica di filosofia è davvero difficile, spero di non rovinarmi la media. Ho sempre dato il massimo a scuola e spero di diplomarmi con un buon voto. Dopo la scuola ancora non so cosa farò. Ma prima un bel viaggio assieme a Mattia per festeggiare il diploma. In più lui dovrebbe riprendere con le gare a breve e io andrò con lui e mio padre in giro.

Questo weekend sono a casa di mia madre che ha invitato il fratello maggiore dei Ferrero ovvero Luca. Un ragazzo alto, scarno e biondo. Se lo vedo per strada si ti giri perché fa bella presenza, ma è viscido come pochi. "Luca di cosa ti occupi ora?" Chiede mia madre prendendo un maccherone con la forchetta. "Sto studiando economia alla Bocconi, sono in pari con gli esami e collaboro con uno dei professori per un progetto in borsa." Espone contento, ma a me l'economia fa proprio schifo. Mia madre e Paolo lo elogiano, come se fosse di famiglia.
Nel pomeriggio Luca mi invita per un giro in centro e non posso far altro che accettare, continua a parlare di economia tutto il tempo, io mi guardo attorno sempre, ormai è diventata un'abitudine. Il suv nero continua a seguirmi, ma Matteo non ha nessuna novità per me. Lo sento sempre meno e questo mi dispiace. Mio padre mi ha imposto di stargli lontano e non sa dei nostri trascorsi. Se ripenso a Matteo, a come sappia esattamente cosa fare e come mi sento, non ho bisogno di chiedergli nulla perché basta uno sguardo per accenderci. Al pensiero sorrido mentre invece se guardo Luca non provo proprio nulla.

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