Quattro - Bitches

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A Louis non piaceva ammetterlo nemmeno a se stesso, ma quel lavoro al bar non era così male come sembrava. Erano le dieci e mezza del mattino, aveva attaccato alle dieci e si stava anche divertendo a servire i surfisti che uscivano dall'acqua o i gruppi di ragazze e ragazzi che se ne stavano in spiaggia. Poi quando non c'era nessuno ad ordinare poteva starsene seduto sul bancone senza che nessuno gli dicesse nulla, con la musica della radio in sottofondo e con gli occhi rivolti verso il mare.

Quella mattina il mare non era particolarmente mosso, ma c'erano due ragazzi seduti ad un tavolino che chiacchieravano, e dalle loro parole capì che era il tipo di mare migliore per surfare, perché le onde non facevano tanta schiuma ma erano lunghe e larghe anche se non altissime, quindi perfette per allenarsi con i trick.

In quel momento quei due, uno basso con i capelli castani e l'altro rasato -entrambi indossavano quelle ridicole maglie colorate- erano gli unici ad essere seduti ad uno dei tavolini del bar, ma non avevano ordinato nulla e non sembravano intenzionati a farlo; Louis si mise di nuovo seduto sul bancone, e guardava il mare ascoltando i discorsi dei due, uno dei quali stava fumando una sigaretta. Accanto a loro due tavole da surf erano abbandonate sulla sabbia.

"Non posso credere che quest'anno ha intenzione di gareggiare con Jace di nuovo, non dopo che è finita in quel modo l'anno scorso."

L'altro prese un tiro dalla sigaretta. -"Harry non si è mai tirato indietro dal gareggiare con quel cretino, anche se nessuno sa come abbia scoperto il trucco di Harry, quello del tre e sessanta. (*)"

Louis aguzzò le orecchie non appena sentì il nome del riccio, mentre lo distingueva sopra un onda, vedendolo cadere un secondo dopo, sicuramente per aver perso l'equilibrio. Nonostante ciò rise sotto i baffi -che non aveva.-

"Era il suo cavallo di battaglia. C'è chi dice che Harry certe volte si vada ad allenare dall'altra parte della costa per non essere visto, e che stia provando qualche altro trick per batterlo in gara."

"Senti, per come la vedo io" - ribattè l'altro -"Jace è un cretino, e su questo non ci piove. Ma è anche bravo, e ora che ha imparato il tre e sessanta lui e Harry sono alla pari. Non può imparare un trick più difficile di quello, in tre mesi sarebbe impossibile anche per uno come lui."

Il castano rise. -"Harry ha molta più passione di Jace."

"Sì, certo. Ma di questo i giudici di gara se ne fregano proprio, e lo sai. A loro importa solo della tecnica."

"Boh vabbè, lo scopriremo alla prima gara. Facciamo per chi arriva prima in acqua?"

Louis li vide ridere e scattare in piedi, prendere le rispettive tavole da terra e correre verso il mare, cercando di arrivare prima rispetto all'altro. Quasi si scontrarono con un altro ragazzo, che proprio in quel momento lo stava guardando di sfuggita. Niall infatti, con la muta che gli ricopriva tutto il corpo e la tavola in mano con il laccetto legato alla caviglia si era girato un secondo, notando la sua presenza. Durò una manciata di istanti, poi anche lui si buttò in mare con la pancia sulla tavola, cominciando a remare in direzione dei surfisti.

"Lou muoio di fame, mi dai qualcosa?"

Si girò verso destra, da dove sentì arrivare la voce di Zayn. Il ragazzo aveva i capelli completamente sconvolti -segno che si era svegliato da poco- e indossava dei pantaloncini di jeans e una camicia a quadri grigia e nera a maniche corte tenuta aperta, lasciando spazio per far vedere i suoi tatuaggi.

"Hai la faccia da morto"- gli disse, mentre andava dall'altra parte del bancone e gli lanciava il primo tramezzino che trovò.

"Mi sono svegliato adesso, infatti."

Lately | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora