Lately | Larry Stylinson

Venticinque - Boo

Zayn lasciò cadere il borsone nero sul pavimento della cabina telefonica rigorosamente rossa, per poi infilare la mano nella tasca dei jeans alla ricerca di qualche moneta e del foglio che aveva preso dal bangalow quella stessa mattina, quando era partito.
Compose il numero del villaggio e infilò le monete necessarie per fare la chiamata, e aspettò la risposta di qualcuno. Il telefono squillò variate volte, poi ci fu un bip e la voce della segreteria telefonica, che gli diceva di lasciare un messaggio.

Zayn sospirò. -"So che questa chiamata finirà all'ufficio nel bangalow di Niall. Perciò, ciao Niall. Chiamo per Louis. Fagli sapere che é tutto okay, sono alla stazione e tra un paio d'ore prendo il treno per Bradford."

Mise giù la cornetta in fretta, pentendosi di quel che aveva fatto giusto un secondo e mezzo dopo . Non perché aveva chiamato, ma perché era consapevole a chi sarebbe arrivato il messaggio in segreteria, e quella persona era uno dei motivi principali per cui se ne era andato. Ricordava bene quel giorno in cui lui, Louis e Liam erano stati lasciati soli al villaggio dai motociclisti e avevano dovuto riunirsi nell'ufficio nel bangalow di Niall, dove proprio quest'ultimo gli aveva spiegato che tutte le chiamate e le decisioni importanti venissero prese in quel luogo, benché ce ne fosse raramente bisogno. Sembrava una vita fa.
Zayn sospirò, passandosi una mano tra i capelli prima di riprendere la borsa in spalla e uscire dall'afosa cabina telefonica, alla ricerca di qualcuno che potesse dargli informazioni su come arrivare alla stazione principale dei treni.

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Harry era felice come un bambino che riceve per Natale il giocattolo che aveva desiderato per tutto il corso dell'anno. Vedere Gemma era stato b bellissimo, ed era stato troppo contento di sapere che lei lo aveva visto gareggiare, e vincere. Poi aveva avuto la conferma da Niall che Louis era venuto a vederlo. Non si era di certo dimenticato della promessa che quest'ultimo gli aveva fatto solo il giorno prima: avrebbe ricevuto un premio per aver vinto, e se c'era qualcuno dal quale Harry voleva ricevere un regalo quel qualcuno era proprio Louis Tomlinson, il ragazzo in nero pieno di tatuaggi.
Gemma se ne era andata già da un po' con la scusa di un'uscita tra amiche organizzata da molto tempo a cui non poteva mancare, e Niall si era liquidato a testa bassa dicendo che sarebbe andato a scrivere e a suonare, perché era tanto che non scriveva una canzone.
Louis invece non bussò, perché era matematicamente certo che Harry lo stesse aspettando, e difatti era proprio così, perché non vedeva l'ora di sentire il rumore della porta che si apriva, per rivelare colui che lo stava mandando completamente fuori di testa.
Louis sorrise entrando nell'accogliente casetta di legno, mentre un paio di idee geniali e malsane gli passavano per la mente. Entrò velocemente, chiedendosi la porta alle spalle per poi girarsi a guardare il riccio, che era comodamente seduto sul letto con le gambe lunghe incrociate.

"Complimenti per la vittoria." - disse, sottolineando bene l'ultima parola.

Harry riconobbe immediatamente il tono della sua voce, più basso. Poco ma abbastanza per lasciargli intendere l'avvertimento che gli stava lanciando. Lo guardò bene, mordendosi un labbro senza neanche accorgersene. Indossava i suoi suo soliti jeans lunghi -anche se era piena estate ovviamente-, una maglia larga grigia e delle vans nere e bianche. Vestiti così scuri e così inusuali ai suoi occhi che lo facevano sembrare due volte più invitante di come sarebbe apparso in dei vestiti 'normali'. A chi non piacciono i duri in fondo? A Harry sicuramente sì.
Louis fece grandi passi per dirigersi sul letto, mettendosi poi in ginocchio poco distante dal suo corpo. Harry fremette quando il respiro caldo di Louis gli raggiunse la pelle del collo.

"Sai.. è stato divertente l'altra volta nella doccia, non trovi anche tu?"- sussurrò poco distante dal suo orecchio.

Harry sospirò mentre sentiva il sangue ribollire nelle vene per quelle semplici parole. -"Sta zitto."