I gentili passeggeri sono pregati di effettuare il check in prima dell'imbarco nel rispettivo Gate di partenza - disse la voce della donna che risuonò per tutto l'aeroporto.
Harry sospirò, e il nodo che gli chiudeva lo stomaco si allargò ancora di più. Stava per partire, stava per andarsene. Se ne sarebbe pentito? Lo avrebbe scoperto, ma sperava di no.
Erano venuti tutti, più o meno, per salutarlo. Ma non c'era chi voleva davvero. Ma l'avrebbe aspettato fino all'ultimo secondo prima di fare l'imbarco, per vederlo arrivare. E mancava solo mezz'ora al suo volo.
Erano un po', così si erano presi due intere file di sedie in una delle varie parti adibite all'attesa. Niall era accanto a lui, seguito da Zayn. Poi c'erano Sophie, Martin e Lucas del villaggio. C'era anche Gemma, ovviamente, seduta vicino a lui. Perfino Jaline che era venuta a sapere della sua partenza da qualcuno si era premurata di scrivergli un messaggio, augurandogli buon viaggio. Però Louis non c'era, e tanto bastava a farlo quasi sentire male. Ne aveva bisogno, almeno prima di partire. Vederlo l'ultima volta, magari baciarlo.
"Arriverà."- disse Niall, vedendolo così nervoso.
"Non credo."- disse però Zayn. -"Non è il genere di persona che ama gli addii."- disse, quando invece la realtà era che glielo aveva detto il giorno prima, che non sarebbe andato a salutare Harry all'aeroporto. "E' già difficile pensare di non vederlo più, morirei nel vederlo anche andar via per sempre." - gli aveva detto. E poteva capirlo, davvero, solo che adesso quello a morire della sua non presenza era Harry, che non se lo meritava affatto.
Gemma gli sorrise, cercando di distrarlo da quei brutti pensieri. Non ci riuscì, non serve nemmeno specificarlo. -"Vuoi qualcosa da mangiare al bar?"- gli chiese.
Harry scosse la testa, lo stomaco non gli si era chiuso, di più, gli sembrava di non averlo proprio più. -"No, grazie. Voglio Louis."
A quelle parole Niall guardò Zayn, in cerca di conforto. Era terribile vedere Harry in quello stato e non sapere cosa fare per tirarlo su di morale. Zayn scosse la testa, perché nemmeno lui sapeva cosa dire, cosa fare, cosa pensare. -"Vado a fumare una sigaretta."- sospirò, prima di alzarsi e dirigersi da qualche parte alla ricerca di un posto dove fumare in santa pace.
Cinque minuti dopo, mentre Sophie e Martin parlavano di come organizzarsi al villaggio senza Harry, in lontananza il riccio riconobbe la testa rossa di Ed. Sorrise e alzò un braccio nella sua direzione per farsi notare, alzandosi. Ed lo notò e lo raggiunse subito. Salutò tutti, Niall e Harry per primi, poi sorrise a quest'ultimo con dolcezza, come era suo solito fare. -"Scusa che arrivo solo ora, so che parti tra poco. Ma mi ero dimenticato di portarti questo, quindi sono tornato indietro a prenderlo."- disse, mettendogli un pacchetto tra le mani. -"Sono sicuro di aver fatto bene, però."
Harry sorrise. Era un piccolo pacchetto incartato con della carta da pacco marrone, senza fiocco o altro, i bordi fissati semplicemente con del nastro adesivo. Stava per staccarlo per poterlo aprire e vedere cosa contenesse, quando Ed bloccò le sua mani mettendoci le proprie. -"Devi aprirlo sull'aereo, per forza."
Harry sbuffò in modo divertito. -"Ma perché?"
Ed alzò gli occhi al cielo. -"Perché sì. Fidati di me e basta."
Harry alzò gli occhi al cielo a sua volta in modo decisamente teatrale, lasciando scivolare il pacchetto ben sigillato all'interno della tasca dei jeans. Poi si sedette di nuovo sulla sedia, e Ed prese posto vicino a Niall sulla sedia lasciata libera da Zayn. Harry lasciò cadere la testa sulla spalla del biondo, sospirando e inspirando il suo odore, solo suo, per cercare di imprimerselo per sempre nella testa. Non l'avrebbe sentito per un po'. Poi chiuse gli occhi, e nelle sue fantasie quella non era più la spalla di Niall, ma la spalla di qualcuno il cui nome iniziava per L, qualcuno che non aveva un solo tatuaggio, ma molti di più. Gli venne una voglia improvvisa di bruciare tutto.
-
I gentili passeggeri del volo per Budapest sono pregati di recarsi verso il Gate 7 per effettuare il check in.
Harry l'avrebbe uccisa quella maledetta voce, davvero. Gli stava dando più nervoso che informazioni utili, in quel momento. Si alzò dalla sedia, il Gate era lì vicino. Martin, Sophie e Lucas se ne erano andati già da una decina di minuti, ma lo avevano salutato a dovere. Sophie l'aveva abbracciato forte, facendogli promettere di scrivergli spesso una volta arrivato nella nuova città. Martin anche, lo aveva abbracciato, assicurandogli che se si fosse trovato male ci sarebbe sempre stato un posto per lui, a casa.
Harry sospirò, spostando le valigie e posizionandole nella fila per prendere il posto. Poi si girò, deciso a salutare, adesso desideroso di andarsene per non sopportare più quell'attesa fastidiosa che gli attanagliava lo stomaco, la testa, il petto. Abbracciò prima Gemma, stringendola forte.Poi Zayn. Fu strano abbracciarlo, dato che per tanto tempo non si erano sopportati.
"Se gli spezzi il cuore io ti spezzo io collo."- gli disse nell'orecchio. Sarebbe dovuta essere una minaccia, ma Harry non riuscì a trattenere un sorriso e Zayn neppure.
"Non ti preoccupare"- gli rispose -"ma lasciami, prima di cominciare a farci l'abitudine."
Harry si allontanò ridendo, non prima di avergli dato un pugno giocoso sulla spalla. Poi si girò a guardare Niall. Il biondo si era promesso di non piangere, ed era felice di star riuscendo nel suo intento. Si abbracciarono con vigore, con forza, con trasporto. Quel genere di abbraccio che senti per un po' sulla pelle, anche e soprattutto quando non c'è più. Tra loro non ci fu bisogno di parole, bastò uno sguardo. Verde e blu per dirsi un addio che non sarebbe durato per sempre. Si sorrisero, e Harry seppe che, almeno tra loro due e tra la loro amicizia, quella non sarebbe stata la fine, assolutamente no. Se ne andarono così, senza voltarsi una volta di più per guardarsi ancora. Niall aveva il cuore in gola.
Zayn gli aveva appena preso la mano quando lo videro. Correva con i capelli sconvolti dalla corsa stessa, i muscoli doloranti. Louis corse verso di loro, quando li vide.
Si diresse verso Niall, senza soffermarsi nemmeno un istante sugli altri. Lo afferrò per la maglietta, in un gesto disperato. -"Dov'è?"- chiese, col fiatone.
Niall riuscì solo a mormorare il numero del gate prima che Louis volasse via velocemente come era arrivato. Louis corse più veloce che potette, pregando dentro di sè che Harry non fosse già sull'aereo. Pregando con tutto se stesso di non essere arrivato troppo tardi.
Quando lo vide si bloccò, fermo nel tempo, quasi. Harry era lì, terzo nella fila, con la testa bassa e con le braccia abbandonate lungo il corpo, senza che niente gli passasse per la mente, in quel momento vuota. Così silenziosa che un solo pensiero sarebbe probabilmente rimbombato all'infinito. Ma non rimbombò un pensiero, perché lo fece una voce. Una voce che conosceva anche troppo bene, e che urlò il suo nome.
"Harry!"
Si girò. E credette di sognare. E lo vide. E cadde in ginocchio. E si portò le mai al cuore perché aveva improvvisamente preso a far male. E se ne fregò della gente che aveva cominciato a guardarli. Louis corse ancora come se lo avesse fatto per tutta la vita, evitò tutte le persone che erano tra lui ed Harry, e poi gli cadde in ginocchio a sua volta, di fronte. E pianse. Per la prima vera volta di fronte a lui.
Harry vide i suoi occhi azzurri bagnarsi di lacrime, diventare un vero e proprio mare in tempesta. Ho già detto quanto Harry ama il mare? Vide quelle stesse lacrime scivolare sulle sue guance, sfiorare il suo mento e poi cadere sul pavimento freddo.
Non pianse a sua volta solo perché la gioia di vederlo lì fu più grande di qualunque altra cosa.
Gli prese il viso tra le mani, gli passò le dita sotto gli occhi in un vano tentativo di farlo smettere di piangere. -"Basta, Lou. Basta."- sussurrò, dolcemente.
Questo sembrò farlo tornare alla sua piccola realtà. Smise di singhiozzare ma le lacrime non smisero di scendere, diminuirono e basta. -"Ho paura, Harry."- sussurrò, senza avere la forza di parlare davvero.
Harry si avvicinò, poggiò la fronte sulla sua. Continuò a tenergli il viso tra le mani. -"Di cosa?"- Non poteva credere di averlo davvero tra le mani.
Chiuse gli occhi, prima di parlare. La voce continuò a essere rotta dal pianto. Rotta. Come lui. -"Ho paura che mi mancherai per sempre, ho paura di vederti nel viso e negli occhi degli sconosciuti. Come una vecchia presenza. N-non voglio che tu lo sia."- disse -"Ho paura."
"Va bene avere paura"- disse Harry -"sarà difficile dimenticarti."
"Ma devi farlo."- abbassò lo sguardo. Per te sarà difficile dimenticarmi? Per me sarà impossibile, impensabile.
"Lo so, ma baciami prima che vada."- pregò.
Fu così il bacio del loro addio. Fu furioso, veloce. Infinito, magari. Entrambi fuori da quel mondo che sembrava recargli solo dolore per entrane in uno in cui loro ne erano gli artefici, i comandanti. E in quel loro mondo Harry scrisse che il bacio sarebbe stato magnifico, e Louis scrisse che entrambi l'avrebbero sentita. Quella magia palpabile che solo un bacio desiderato, voluto, sognato e perfetto può dare. Louis si strinse a Harry, Harry si strinse a Louis. Lui smise di piangere. Non pensava al momento imminente in cui l'avrebbe visto scomparire per troppo tempo, pensava solo a quanto fosse bello averlo lì con lui. In quel momento, in quell'istante. Niente era più importante di questo.
-
18A, il suo posto. Vicino al finestrino, proprio davanti l'ala. Non male. Volavano già da mezz'ora. Harry prese un respiro profondo. Non chiuse gli occhi perché farlo avrebbe significato rivedere quegli istanti appena passati, e non credeva di potercela fare. Dio, se aveva fatto male. Vederlo piangere, vederlo arrivare, baciarsi per l'ultima volta. Scosse la testa, cercando di non pensarci. Come se fosse possibile, non pensarci e basta. Fu quando fece cadere la mano dal bracciolo del sedile alla coscia e sentì il rigonfiamento nella tasca dei pantaloni. Il che gli ricordò del regalo che gli aveva fatto Ed. Estrasse il pacchetto dalla tasca con rinnovata curiosità: era sempre lo stesso, sempre avvolto da quell'involucro marrone di carta ora un po' stropicciata.
Lo scartò velocemente, e la prima cosa che notò fu il biglietto. Lo prese e lo lesse, sorridendo.
Ciao Haz! Ora sei sull'aereo che va dritto verso il tuo futuro e, anche se mi mancherà averti nel pubblico nelle mie serate nei pub di Brighton e dintorni, sono felice di saperti all'inseguimento dei tuoi sogni.
Bene, non sono qui per rovinare tutto. Solo che ci conosciamo da molto ormai, e certe cose mi sento in dovere di dirtele. Ho incontrato Louis per strada, il giorno che avete parlato, prima di chiarirvi. E abbiamo parlato, tanto. Strano, vero? Neanche io pensavo che si sarebbe aperto, e invece aveva solo bisogno di qualcuno di esterno con cui sfogarsi. In quel preciso istante, forse, ho scritto Kiss Me. Pensando a voi, a quello che lui mi ha raccontato di te.
Poi ho lasciato solo Louis in sala di registrazione, e lui si è messo a cantare, e a parlare. Senza sapere che nel frattempo stava registrando. E quindi ho pensato che magari ti sarebbe piaciuto ascoltarlo, viaggiando.
Io ci ho messo solo l'MP3. E le cuffie.
Buon viaggio, Harry.
Dire che non se lo aspettava sarebbe stato dire poco. Non pensò prima di infilarsi le cuffie nelle orecchie, prima di accendere, prima di ascoltare. Oppure sarebbe impazzito.
Posso solo assicurarvi che Harry sorrise nel sentire Louis parlare, imprecare. Sorrise nel sentirlo cantare Kiss me, senza base, con un ritmo totalmente inventato, in una stanza vuota. Quello che disse Louis, quello che provò Harry nell'ascoltarlo, però, rimarrà solo tra loro due. Senza che io possa raccontarvelo o spiegarvelo.
Come si possono spiegare certe cose, comunque?
Harry in quel momento pensò che forse Niall aveva ragione, non sarebbero riusciti a starsi lontano.-
Ciao bellissime, ecco il nuovo capitolo... che ne dite? Io rifletterei sull'ultima frase a cui pensa Haz ;) Che ne dite anche della copertina nuova?
VOTATE E COMMENTATE ! <3
All the love, xx
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Lately | Larry Stylinson
FanfictionLa vita di Harry è destinata a rivoluzionarsi, a causa di un semplice ragazzo dagli occhi blu e un animo più profondo di quel che crede. Dove la vita di Louis sembra avercela con lui, finché un angelo dai ricci ribelli e un'incontenibile passione pe...