Budapest si era rivelata bella. Grande, allo stesso tempo piccola. Caotica, allo stesso tempo calma. L'università si era rivelata perfetta, assolutamente perfetta. Harry condivideva la camera con un ragazzo di nome Lucky, bello da morire e fidanzato da anni con una ragazza di nome Emily, che presto era diventata sua amica. Era stato fortunato a trovare loro: conoscevano parecchi ragazzi simpatici che lo avevano fatto entrare subito nel loro gruppo. Si era integrato benissimo.
Sei mesi erano passati, dalla sua partenza.
Era stato difficile, all'inizio. Orribile. Non c'era momento che non pensasse a Louis, che non volesse piangere. Non c'era stato un singolo istante in cui la voglia di chiamarlo e di urlargli di amarlo non si fosse fatta sentire. Ma le lezioni e gli amici lo avevano catturato ben presto, a volte senza lasciargli tempo nemmeno per respirare. Lucky lo trascinava ovunque: a feste, discoteche, cene in pizzeria, e Harry aveva cominciato a stare bene. Si era confidato solo con lui, per quanto riguardava Louis. Si era sentito in dovere di farlo quando la seconda settimana Lucky lo aveva trovato sul letto della loro camera completamente in lacrime e lo aveva aiutato a riprendersi portandogli tonnellate di bicchieri d'acqua e centinaia di fazzoletti.
Ora era in camera, Lucky era in stanza di Emily per la notte e lui stava lavorando a delle foto che doveva finire di sistemare in post produzione e che avrebbe dovuto consegnare la settimana successiva al professore di paesaggistica. Lanciò un'occhiata in basso a destra sullo schermo del computer per vedere l'ora, era mezzanotte spaccata. Sbuffò, non poteva credere di star ancora lavorando. La realtà era che negli ultimi sei mesi aveva imparato che occupare ogni istante del suo tempo aiutava a non pensare a cose spiacevoli, e a ricordi dolorosi.
Chiuse lo schermo e si buttò sul letto, prendendo un lungo respiro. Afferrò il telefono dal comodino e decise di inviare un messaggio a Niall.Scusa l'ora, non riesco a dormire. Tu sei sveglio?
Bloccò lo schermo e lo lasciò andare sul suo petto, aspettando di sentire la vibrazione che gli avrebbe annunciato la risposta dell'amico. Chiuse gli occhi, e mille pensieri lo avvolsero, come sempre.
Era felice di esser riuscito a mantenere la sua amicizia con Niall nonostante la distanza, ma molte cose erano cambiate. Soprattutto a casa, Niall era costretto a raccontargli tutto ciò che accadeva, così ad Harry sembrava di essere meno lontano. Però evitava di parlare di Louis, perché sapeva che ad Harry faceva maledettamente male. Comunque, sapeva che Gemma aveva preso ad uscire con un ragazzo di nome Edward e sapeva anche che lui faceva il dottore nell'ospedale di Brighton, nel pronto soccorso. Sapeva che le cose tra Niall e Zayn andavano a gonfie vele e che per questo il moro si era trasferito a Brighton con Louis, per stare più vicino a Niall. E aveva cominciato a lavorare in uno studio di tatuaggi. Di Louis sapeva che viveva con Zayn, e che con loro viveva anche Matthew. Niall gli aveva detto che lo avevano invitato a vivere con loro solo perchè c'era un divano nell'appartamento che avevano preso in affitto e perché così li avrebbe aiutati a pagare le bollette.
Harry non si era voluto far dire altro su Louis, la prima volta che Niall lo aveva menzionato lui era scoppiato in lacrime, e tanto era bastato per non farglielo nominare più, eccezion fatta di poche occasioni in cui Harry era riuscito a contenersi dal piangere come una bambina.
La verità era che Louis gli mancava. Gli mancavano i sorrisi, i baci, gli abbracci, le carezze, il dormire insieme, i ti amo, anche le litigate. Gli mancava tutto, ma non poteva farci niente, e quella era forse la cosa più dolorosa di tutte.
A volte gli piaceva starsene solo in stanza, attaccare l'mp3 che gli aveva regalato Ed allo stereo e ascoltarlo cantare. Tanto per. Però nonostante il dolore e la malinconia era riuscito a farsi una vita fuori da Brighton. Stare in un college internazionale come quello gli aveva permesso di conoscere persone che parlavano la sua stessa lingua, gli aveva permesso di fare amicizie. Non era così male come aveva creduto quel giorno che era partito.
Ma mentirei se parlassi della felicità di Harry. Perché Harry non era felice. Se anche durante il giorno pensava poco a Louis, la notte niente impediva ai suoi sogni più belli e ai suoi incubi più terrificanti di prendere le sue sembianze.
C'era stata un'unica sola volta in cui avevano interagito da quando lui era partito, e non se la sarebbe dimenticata facilmente. L'unica sola volta in cui aveva sentito la sua voce in quei sei mesi.
Tenne gli occhi serrati, e permise ai ricordi di entrare nella sua mente.
STAI LEGGENDO
Lately | Larry Stylinson
FanfictionLa vita di Harry è destinata a rivoluzionarsi, a causa di un semplice ragazzo dagli occhi blu e un animo più profondo di quel che crede. Dove la vita di Louis sembra avercela con lui, finché un angelo dai ricci ribelli e un'incontenibile passione pe...