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EVE'S POV.

Aveva detto che sarebbe andata a prendere dei vestiti a casa ma non si era più fatta viva.

Mi trovavo da sola in quella casa del tutto sconosciuta ma insolitamente accogliente.

Non si poteva di certo dire che fosse talmente grande da perdersi, anzi tutto l'opposto, era talmente piccola che non mi fu nemmeno troppo difficile trovare il bagno, posizionato vicino alla cucina.

Avevo necessariamente bisogno di una doccia, la mia mente continuava a combattere l'impulso di coprire lo specchio con un asciugamano.

Non volevo assolutamente vedere il mio riflesso, preferivo di gran lunga non sapere che aspetto avessi.

Il labbro mi bruciava talmente tanto che immaginai si fosse gonfiato mentre l'occhio riuscivo a stento ad aprirlo.

L'acqua mi scivolava addosso regalandomi una parvenza di sollievo, avrei tanto voluto che lavasse via tutti gli incubi e i ricordi che mi torturavano da mesi.

Non mi era del tutto chiaro il comportamento che avrei dovuto assumere nei confronti di quei ragazzi, probabilmente mi consideravano solo una stupida sprovveduta che non era in grado di difendersi.

Ma sembrava abbastanza improbabile pensassero questo di me, dato il modo di come Nicole me li aveva descritti.

La verità era che ero io a sentirmi tale...una sprovveduta.

Dove sarei andata a vivere?
Non potevo certo stare qui, e pretendere ancora che quel ragazzo continuasse ad ospitarmi.

Aveva già Nicole in casa e la mia presenza sarebbe stata di troppo.

Sarei dovuta tornare dai miei genitori?
No, da tempo non gradivano più la mia presenza in casa loro, d'altronde ero "la figlia fallita che aveva preferito lavorare invece di andare al College come i suoi fratelli".

Avrei tanto voluto tornare nel posto in cui mi ero davvero sentita al sicuro, ma il Roxy infatti sarebbe stato il primo posto in cui mi avrebbe cercata.

E avrei preferito morire piuttosto che rivederlo un'altra volta.

Volevo rivedere Giuly, i miei clienti abituali e riavere la mia vita, ma sapevo che in quel momento non era possibile.

Mi bloccai di colpo, chiudendo il getto d'acqua, ferma ad ascoltare il rumore della porta d'ingresso che si apriva.

Sperai con tutta me stessa fosse Nicole, invece tutto ciò che sentii erano passi pesanti e voci maschili.

Con tutta la fretta possibile, uscii dalla doccia avvolgendomi un asciugamano attorno al corpo e un altro attorno ai capelli.

Non potevo uscire da lì senza essere vista, sarebbe stato troppo imbarazzante da sopportare.

Così rimasi li, bloccata, incerta sul da farsi, mentre le due voci maschili si facevano sempre più nitide e vicine.

<<È impossibile che abbia lasciato la città, amico. Non ne avrebbe mai avuto il tempo, sarà solo ben nascosto.>>

<<Non è impossibile, stiamo parlando di Matt. Sarebbe capace di tutto.>>

Il nome di Matt mi fece sobbalzare, il cuore prese a battere a mille fino a quando non ricordai le parole di Nicole.

Lei doveva aver spiegato tutta la mia situazione a quei ragazzi, era normale ne conoscessero il suo nome.

Non riuscivo a spiegarmi peró perchè lo stessero cercando.

<<Credi che dovremmo svegliarla? O insomma, vedere se sta bene?>>

<<Suppongo di si, pare strano che stia ancora dormendo.>>

•I'M A DISASTER•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora