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Barth distolse lo sguardo dal figlio, ora un nuovo soggetto si era guadagnato la sua attenzione.
Il ghigno di Kayla vacillò un'istante, la situazione era molto strana per tutti.

<<Il vecchio James! Hai perso tutto il fascino di una volta! Vero Bella?>>

Quell'uomo si trasformò in un'altra persona davanti i nostri occhi, i ragazzi guardavano la scena spiazzati, Ryan cercó il mio sguardo per capire, ma nemmeno io sapevo cosa stesse succedendo.

<<Ci siamo arresi al tempo.>>

Mia madre rideva come una ragazzina, in quel momento erano solo loro tre, come se i loro figli non fossero li a guardarli.

<<Fa vedere le mani.>>

Mio padre prese la mano di Barth esaminandola con un sorrisetto di scherno.

<<Qualcuno è fuori allenamento qui. Guarda che mano da principessina.>>

La mano di Barth, a differenza di quella dell'amico, era liscia e priva di calli alle dita, il che era sinonimo di mancato allenamento con la chitarra.

<<Ah McCartney, anche da vecchio rimani un assoluto stronzo.>>

Barth aveva una risata profonda e cavernosa, così elegante da non avere niente in comune con mio padre che indossava una camicia di flanella a quadri e dei jeans vintage rovinati dal tempo.

Guardò alle spalle di James, verso di me, per niente sorpreso di vedermi.

<<È cresciuta molto, eh?>> disse ai miei genitori senza togliermi gli occhi di dosso ricordandomi molto quella sera a cena, una delle più brutte della mia vita.

Si avvicinò a me prendendomi il mento con le dita per esaminarmi il volto.

<<La somiglianza è impressionante, non pensavo fosse possibile.>>

Mi allontanai d'istinto, Ryan venne vicino a me guardando il padre con aria interrogativa.

<<Il destino ha colpito anche te eh? Vecchio Barth?>> James indicava il ragazzo vicino all'amico che stringeva con forza la sua chitarra bianca.

Vedere mio padre in un contesto così bizzarro, avvicinarsi a Ryan e mettergli una mano sulla spalla, mi convinse del fatto che quando si trattava della mia vita, tutto poteva essere possibile.

<<Si.>> il tono di Barth si fece duro.
<<Ma non posso permettermi di assecondare queste sciocchezze. Lui non perderà tempo come ho fatto io alla sua età, dovrebbe essere in azienda in questo momento.>>

Il modo in cui dava pacche sulle spalle e sorrideva al figlio, mi faceva rabbrividire.
Ammiravo la capacità di Ryan di non ritrarsi, doveva essere abituato.

<<Suona meglio di te, amico.>>

Le parole di mio padre furono d'impatto.
Barth si schiarì la voce e Ryan lo guardò sempre più sconvolto.

<<Che significa?>> chiese al padre.

<<Tuo padre un tempo era il chitarrista più acclamato di tutta New York, ragazzo.>>

<<È la verità? Padre?>>

Guardò me, ma ero scioccata quanto lui, non c'era limite al peggio.

Molte volte da piccola ero stata portata alle prove, credevo di ricordare le facce dei componenti della band di mio padre, ma a quanto pare non ne avevo riconosciuto uno.

<<Tutti quei dischi che mi hai sempre regalato, erano tuoi?>>

Le domande del ragazzo non ottennero risposta.

•I'M A DISASTER•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora