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<<Finalmente rispondi.>>

Avevo cinque chiamate perse da Kayla e non era da lei insistere così tanto se non per qualcosa di importante.

<<Scusami davvero, sono troppo incasinata in questi giorni.>>

Trovare un minuto libero era praticamente impossibile nei giorni in cui il locale era pieno.
Sentivo che prima o poi la mia colonna vertebrale si sarebbe spezzata per lo sforzo.

Sentivo tensione dall'altro capo del telefono, un lungo attimo di silenzio in cui pensai fosse caduta la linea.

<<Ho lasciato Ryan.>>

————

Trovai Eve nello spogliatoio intenta a spalmare della crema sul braccio che sembrava muovere con difficoltà e sobbalzò appena mi vide.

<<Mi hai spaventata.>>

Stava sorridendo, ma non era per niente tranquilla.

<<Esci di nuovo con l'avvocato stronzetto?>>

<<Si vado da lui.>> si bloccò arrossendo.

<<In che senso?>>

No, non di nuovo. Eve, non ficcarti di nuovo nei casini.

<<Mi ha chiesto di andare a vivere con lui, o almeno di provarci, visto che lavoriamo molto e non ci vediamo spesso.>>

Non riuscivo proprio a nascondere la mia disapprovazione.

<<È ancora troppo presto, lo sai.>>

Il suo silenzio non mi piaceva affatto.

<<Non avrai già accettato spero...>>

<<Non ancora, ma credo che accetterò.>>

<<Eve...>>

<<Non provare a giudicarmi, Nicole. Sto solo pensando al mio futuro, è ora che anche io mi faccia una vita.>>

La vidi passarsi una mano sugli occhi umidi uscendo di corsa dallo spogliatoio.
Non avrei mai voluto si sentisse giudicata da me, conoscevo la sensazione meglio di chiunque altro.

Ma non riuscivo a stare tranquilla e quella situazione non prometteva niente di buono.

————

Quella sera uscii tardi dal bar, non avevo idea di che ora fosse e non mi importava.

Era troppo tardi per prendere la metro e l'aria gelata rallentava i miei movimenti, ma nonostante tutto non mi dispiaceva camminare.

Sentivo rumori strani dietro di me, mi ero anche girata un paio di volte senza vedere nessuno, ma avevo l'impressione che qualcuno mi stesse seguendo.

Girandomi per la terza volta urlai trovandomi davanti al viso di Ryan e scivolai all' indietro dallo spavento.

<<Mi stavi seguendo? Tu hai seri problemi!>>

Mi portai una mano al petto cercando di regolarizzare il respiro e lui rimase impassibile, lo sguardo inespressivo e le braccia lungo i fianchi.

<<Non volevo spaventarti.>>

<<Che vuoi?>>

Rimasi in piedi stringendomi nel mio giubbotto guardandolo appoggiarsi al muro lasciandosi cadere a terra.

<<Puoi insultarmi se vuoi, non ho niente di meglio da fare.>>

<<In realtà vorrei solo tornare a casa.>> risposi voltandomi per riprendere a camminare.

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