39.

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<<Ti hanno detto così?>>

<<Si, e hanno aggiunto anche che lo prenderanno entro questa settimana>>

<<Sono usciti fuori di testa, altrimenti non si spiega>>

<<Il problema è che io devo tornare a casa>>

<<No Eve. Ok, magari i ragazzi sono fuori di testa, ma tornare a casa...>>

<<Devo solo prendere dei vestiti.>>

<<Va bene, ti accompagno io domani, ok?>>

<<Ok, ora cerchiamo quel vestito.>>

La nuova stanza di Eve era adiacente a quella di Giuly, che per fortuna non era in casa.
Il suo armadio era ormai diventato il mio e anche se era un po' più alta di me, i suoi vestiti mi stavano sempre a pennello.

Eve tirò fuori un vestito lilla aderente, restando a fissarlo con un'espressione strana.

<<Che c'è? Quello non va bene? Quanto può essere formale una cena di lavoro?>>

<<Andrebbe benissimo, se non fosse lo stesso vestito che ho messo al mio primo appuntamento con Matt>>

Non sapevo cosa dire, le tolsi il vestito dalle mani buttandolo in un angolo della stanza, abbracciandola forte.

Lei si ricompose in un attimo e forte com'era, sorrise anche, tornando a concentrarsi sulla matassa di tessuti in bilico nell'armadio.

<<Hey Nicole...>>

<<Si?>>

<<Non so, sei sicura di volerci andare?>>

La guardai negli occhi, cercando di capire la causa di quella domanda, ma l'unica cosa che trovai era preoccupazione e disagio.

<<Perché me lo chiedi?>>

<<So che lo stai facendo per lui, mi chiedo solo se vale la pena immischiarti in tutto questo. Presentarti alla famiglia...>>

<<Andiamo, non mi sto "presentando alla famiglia", sto solo accompagnando un amico che me lo ha chiesto. Dovevi vederlo, era disperato.>>

<<Amico...>>

<<Si! Amico Eve! Ora se non ti decidi a trovarmi qualcosa di decente da mettere mi tocca andarci nuda e non mi sembra proprio il caso->>

Lei rise, poi dopo un attimo di esitazione, come se già sapesse quale fosse adatto all'occasione, prese uno smanicato di velluto bordeaux e me lo porse.

Non avevo mai toccato tessuto più soffice, e vidi una lacrima uscire dai suoi occhi prima che mi alzassi per provarlo.

Era facile da indossare e nonostante fosse lungo, la taglia era perfetta.

<<Ti sta benissimo.>>

<<Beh, non sei molto credibile se lo dici piangendo sai?>>

<<Quel vestito me lo aveva regalato mio padre, per il ballo della scuola, scusa sono molto emotiva>>

<<Non sarà troppo?>>
Chiesi facendo un giro su me stessa davanti allo specchio.

<<Per quel genere di persone, niente è mai troppo.>>

————

<<Oh merda>>

<<Che accoglienza>>

Il ragazzo di fronte a me sembrava un degno studente snob della Dalton.
Capelli perfettamente in ordine e completo Armani, mi fissava con la bocca socchiusa, come se non trovasse nulla da dire.

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