50.

6.5K 213 34
                                    

<<Ryan! Dove sei?! Rispondi!>>

Segreteria telefonica.

<<Andiamo Ryan! Cazzo!>>

Il panico mi entrò fin dentro le ossa, il viso esanime di Brent compariva e scompariva dalla mia mente portandomi alla pazzia, dovevo fare qualcosa.

Ero appena arrivata a casa e già mi trovavo a schizzare fuori dalla porta senza nessuna spiegazione.

Mi accorsi improvvisamente che tutto ciò che credevo aver riparato, in realtà era solo affisso precariamente pronto per precipitare, come tutto ciò con cui avevo a che fare.

Non capivo se fossi io il disastro o se la vita lo fosse con me.

Correvo senza una meta, affidandomi all'istinto sapendo che l'avrei trovato in qualche modo, avrei trovato Ryan, avrei messo da parte l'orgoglio, aveva bisogno di me.

Il Garage fu il primo posto che mi venne in mente, ma era impossibile da raggiungere a piedi da dove mi trovavo io.

Non c'era tempo di prendere la metro, entrai nel primo taxi che mi capitó davanti cercando di dare indicazioni alla belle meglio circa il luogo in cui avevo bisogno di andare.

Mi precipitai fuori inciampando un paio di volte, non avevo mai corso così velocemente.
La saracinesca era alzata e tirai un momentaneo sospiro di sollievo avendo appurato di averlo trovato.

Ma l'interno era deserto.

Gli strumenti erano come i ragazzi li avevano lasciati e la luce era ancora accesa.

<<Ryan!>>

Nessuno rispose, d'istinto salii sul tetto, sperando con tutta me stessa non facesse cazzate.
Non potevo permettermi di perderlo, non lui.

Faceva freddo, ma non mi importava.
Aveva iniziato a piovere, neanche quello aveva importanza.

I miei occhi cercavano lui, mi guardai disperatamente intorno in cerca di quella chioma scura che al buio era davvero difficile individuare.

Lo trovai seduto al bordo del tetto, le gambe penzolavano nel vuoto, lo sguardo perso.
Gli corsi incontro buttandomi letteralmente su di lui, spingendolo via dal bordo al di la del cornicione, al salvo.

Gli piantai una mano in pieno viso provocando un sonoro schiocco.

<<Non ti permettere più! Non farlo più, stronzo che non sei altro!>>
Stavo urlando come una pazza, ma mi bloccai soffermandomi sul suo stato.

Non lo avevo mai visto così, era piegato su se stesso, scosso da fremiti e singhiozzi, e anche dopo averlo portato via dal pericolo, si rannicchiò su se stesso continuando a dare sfogo a tutti quei sentimenti che ormai da tempo marcivano dentro di lui.

Il mio odio per chiunque l'avesse ridotto in quello stato era alle stelle.
Presi la sua testa portandola sulle mie ginocchia e iniziai ad accarezzargli i capelli.

<<Ryan, ci sono io. Va tutto bene.>>

Non era in se, era nel bel mezzo di un attacco di panico, uno dei più forti che avessi mai visto.
Non sapevo neanche se avesse capito quello che stava succedendo, che ero vicino a lui e gli stavo parlando.

Le sue pupille erano così dilatate da farmi paura, mi guardava come se fossi un'allucinazione.
Cercò di svegliarsi dal suo stato di shock, alzandosi da terra.

Eravamo entrambi completamente bagnati e la pioggia aumentava gradualmente, dovevo portarlo via da li.

<<Ryan, scendiamo di sotto ti prego.>>

•I'M A DISASTER•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora