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È passato circa un mese. Un mese in cui nel nostro piccolo mondo rock è successo il delirio.
I nostri videoclip hanno raggiunto numeri esorbitanti su You Tube e le nostre canzoni sono attualmente nella top ten delle più scaricate del mese.

<<Sapete questo cosa significa?!>> urlava Nathan nel bel mezzo di una crisi isterica.

<<Che inizieremo a parlare del tour?>> azzardò Carter.

<<No! Cioè si, anche, certo. Ma non dovete più permettervi di venire a piedi fino a qui! Vi hanno paparazzati, le vostre foto sono in giro sul web!>>

Nathan aveva stampato un paio di foto ritraenti me, Sam e Carter diretti alla DMP, nella seconda Carter stava provando ad infilare i miei capelli nel suo caffè e io stavo sicuramente urlando, dato che avevo la bocca spalancata.

Io e i ragazzi scoppiammo a ridere mentre Ryan cercava di imitare la mia espressione scordandoci completamente di Nathan e del suo sguardo omicida.

<<Da domani vi manderò un autista. A te non serve, Ryan.>> si tolse gli occhiali da sole massaggiandosi le tempie per calmare la sua crisi di nervi.

Che sarebbe durata per tutta la giornata, visto che i ragazzi non la smettevano di imitare la mia espressione continuando a ridere tra loro.

<<Ora possiamo parlare del tour?>> chiesi impaziente.

<<Si, ho tante cose da dirvi a riguardo. Siete famosi negli Stati Uniti, ma la voce si sta spargendo in fretta anche in Europa.>>

Mi uscì un urlo isterico dalla bocca e i ragazzi urlarono con me dandosi pacche nelle spalle.
Un mese, appena un mese e tutto era diventato di proporzioni gigantesche.

<<Fate bene ad esultare, ve lo meritate tutto quel successo. Io ero sicuro fin dall'inizio che avreste sfondato.>>

<<Quindi andremo in Europa?>> chiese Sam.

<<Voglio andare in Spagna!>> fece Carter.

<<Io in Francia!>> urlai.

<<Ragazzi! State zitti e fatemi parlare! Non abbiamo ancora così tanti incassi per un viaggio del genere. Il primo tour sarà qui. Una tappa per ogni Stato. Intesi?>>

Non era male, ero nata e cresciuta a New York e in diciassette anni di vita non avevo visto nessun altro posto, se non in foto.

<<Ah, stavo dimenticando. Si parte tra due settimane.>> aggiunse Nath come se ciò che aveva appena detto fosse la cosa più normale del mondo.

Un altro urlo isterico si levò tra i ragazzi e sta volta non ci fu verso di fermarli.
In due settimane avremmo dovuto rilasciare interviste, registrare spot pubblicitari e prepararci per partire.

Non serviva un esperto nel campo per capire che fosse una follia.
Eppure, a noi piaceva tutta quella frenesia e non vedevamo l'ora di iniziare.

————

Gli esercizi per la voce erano estenuanti, soprattutto quando ero da sola a farli.
Buttai la testa indietro lasciandomi andare in un rumoroso sospiro, l'insegnante mi guardava malissimo ma cercai di non farci caso.

<<Posso fare una pausa?>> chiesi.

<<Signorina, ne ha già fatte tre.>> rispose l'uomo togliendosi gli occhialetti pronto per darmi di nuovo il tempo con il piano.

<<La prego! L'ultima lo giuro!>>

Ora fu il suo turno sospirare.

<<Vada>> mi disse. Non me lo feci ripetere due volte.

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