57.

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I raggi del sole illuminavano parte della stanza lasciando il letto in penombra, mi presi del tempo per guardare il movimento delle particelle del pulviscolo.

Non avrei mai creduto fosse possibile svegliarsi col sorriso, fino a quel momento.

Ryan dormiva a pancia in giù, teneva un braccio sul mio petto e mi dispiaceva spostarlo per alzarmi, mi soffermai a guardarlo.

Non avevo mai dormito con lui, non sapevo nulla del suo sonno agitato, del suo continuo alzarsi per fumare, delle ore passate a guardare il soffitto.

Sembrava che parte di quel tormento sparisse guardandomi, nonostante non mi permettesse di aiutarlo.

Allungai una mano facendo scorrere le dita tra i suoi capelli, quelle occhiaie avevano un senso ora che ne conoscevo la causa.

Avevo visto con i miei occhi quanto fosse difficile per lui la notte e il silenzio, dove non riusciva a mettere a tacere i suoi pensieri.

Spostai delicatamente il suo braccio, infilando una giacca per uscire dalla camera d'hotel, la nostra era la numero 106.

Carter era seduto al tavolo, sigarette e posacenere al posto della colazione, sorrideva a telefono e non potei fare a meno di dispiacermi per la persona dall'altro capo che non poteva vederlo, era un sorriso stupendo.

Posò il telefono appena mi vide, staccando la chiamata frettolosamente, era da molto che non parlavamo e finalmente ne avevamo l'occasione.

<<Buon giorno signora Allen.>> mi salutò con lo stesso sorriso.

<<Era Eve?>>

<<Già. Ho pregato Nathan di farla venire con noi, ma non è stato possibile.>>

<<Nemmeno a me va molto a genio l'idea che se ne stia da sola. Menomale che c'è Giuly.>>

Non c'era relazione piú bella di quella di Carter ed Eve, conosciuti per caso, stesso passato e stessi incubi, l'uno che alleviava le ferite dell'altro, li guardavo sempre con ammirazione.

<<Mi farò perdonare appena torniamo>> disse lui, che nonostante l'aria minacciosa, era la persona più protettiva che avessi mai conosciuto.

<<Tu sapevi cosa avesse in mente di fare?>> non c'era bisogno di specificare mi stessi riferendo all'iniziativa di Ryan.

<<Non ho mai approvato la vostra relazione Nicole, Ryan non ne ha mai parlato con me perché sapeva che gli avrei detto di lasciar perdere.>>

<<Sei stato tu ad elencarmi tutte le cose che avevamo in comune, Carter.>>

Sapevo cosa pensasse di tutto questo, stessi pensieri di Eve, di Dan e di tutti coloro che tenevano a me e avevano assistito al mio periodo di autodistruzione.

<<Proprio per tutto ciò che avete in comune, non potrà mai essere un rapporto sano. Te ne rendi conto?>>

Mi alzai dal tavolo infastidita dalle sue parole.

<<Ha senso che tu me lo dica adesso? Stiamo insieme, Carter. Ryan è tuo amico e lo sono anch'io. Sappiamo cosa pensi ma potresti almeno sforzarti di essere felice per noi.>>

Si alzò dopo di me, prendendomi per mano, accarezzandomi il dorso con il pollice, mi guardava come un fratello maggiore e in effetti era questo il nostro rapporto, il fratello che non avevo mai avuto.

<<Vieni con me.>> mi disse ed io lo seguii.

————

<<Sembra molto più alto da questa prospettiva.>>

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