45.

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RYAN'S POV

<<Reggila>>

<<Che cazzo sta succedendo?>>

Ero solo al garage, avevo litigato con Kayla ancora una volta.

Nicole sembrava piccola tra le braccia di Luke, il suo corpo emanava un forte odore di alcol e continuava ad urlare il mio nome.

Sapevo di non dover accettare di prenderla in braccio quando mi fu affidata, sapevo di dover chiamare Carter perchè la venisse a prendere, ma non feci niente di tutto questo.

Scacciavo dalla mia mente lo sguardo accusatorio di mio padre, in quel momento c'era solo lei, l'unica persona dalla quale sarei dovuto stare alla larga.

<<Portala da Carter.>> mi aveva detto Luke prima di uscire, ma una parte di me suggeriva di non farlo.

Avevamo il garage tutto per noi, ma altrettante cose profondamente sbagliate mi si paravano davanti come cartelli stradali.

Avevo un accordo con la mia ragazza e la sua famiglia, una promessa da mantenere con mio padre, ma lei si muoveva tra le mie braccia, gli occhi lucidi dall'alcol, il vestito spiegazzato.

"Mettila giù" dicevo a me stesso.
"Portala di sopra" rispondeva il mio corpo.
Mentre lei sorrideva felice guardandomi negli occhi.

<<Ho detto a Daniel che non bacia bene come te.>> mi disse come se fosse la cosa più seria del mondo.

Aveva baciato un ragazzo, aveva baciato qualcuno che non ero io, un senso di fastidio crescente prese il controllo della mia mente, una rabbia che non riuscivo a controllare.

<<Davvero? E come bacio io?>> la provocai.

Era infantile approfittare del suo stato, ma volevo per una volta sapere ciò che pensava di me, tutti quei pensieri che aveva sempre nascosto dietro alla sua tipica espressione "so tutto io".

Lei si arrampicó su di me per raggiungere le mie labbra.
"Fermala" diceva la mia mente.
Ma il mio corpo voleva quel bacio, lasciai che le sue labbra cercassero le mie, lasciai che mi baciasse senza muovere un muscolo, senza ricambiare.

Volevo che me lo chiedesse, volevo che mi dicesse quanto mi desiderasse e lei lo fece.
<<Baciami.>> chiese con un gemito di impazienza.
<<Ti prego Ryan>>

Il mio corpo non resisteva più, il fatto che non si rendesse conto di quanto cazzo era bella la rendeva ancora più irresistibile.

Non si accorse che il suo vestito ormai non la copriva quasi più, non si accorse nemmeno della reazione che stava provocando al mio corpo.

Era l'unica ragazza in grado di farmi uscire fuori di testa, di farmi perdere il controllo, sentivo di dover cedere ai sensi.

Avrei voluto che qualcuno me la togliesse dalle braccia e la portasse lontano da me, così da potermi ricomporre, tornare in me...ma non c'era nessuno, il garage era isolato.

La portai di sopra, sul tetto, il suo posto preferito.
Volevo tornarci con lei ancora una volta, anche se non avrebbe ricordato nulla.

La stesi delicatamente a terra facendole da cuscino con il mio braccio, i suoi occhi continuavano a cercare i miei  mettendo a dura prova il mio autocontrollo.

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