Non preoccuparti di me

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Libera la presa dalle mie mani continuando a stringere la mia pelle a morsi, approfitto di quel momento per iniziare a prenderlo a calci più forte che posso.

Lui si difende e mi attacca ugualmente, ma ad un tratto
mi tira un pugno forte sull'addome,  cosa che mi fa piegare in avanti per il dolore. Mi sento a pezzi, indifesa, in pericolo e quasi rassegnata... come ho potuto fidarmi di lui?
Vedermi così lo fa leggermente indietreggiare e ne approfitto riuscendo ad aprire la porta dietro di me, poi scappo, corro più veloce che posso piena di lacrime agli occhi.

Resto abbastanza lucida per poter entrare in macchina, mentre lui mi insegue.
Accendo di fretta il motore e vado via, mentre riesco a sentire le sue minacce e le sue urla da dietro, allontanandomi sempre di più.

Sto piangendo, non posso far altro che piangere. Accelero come mai prima d'ora, mentre continuo a sbattere il palmo della mano sul volante.
Inizio a sentire ancora di più il dolore degli schiaffi e dei morsi che mi ha lasciato.
Il mio primo pensiero è andare da Najwa, ho bisogno di lei, di qualcuno che possa sostenermi.

Dopo pochi minuti busso alla sua porta disperata e lei mi apre, senza dire una parola mi fiondo tra le sue braccia e scoppio a piangere disperatamente.
Najwa subito prova a tranquillizzarmi, mentre mi stringe a sé con le sue braccia calde.
Teo si affaccia e mi vede in quello stato, salutandomi con un filo di voce, molto confuso dalla situazione.
"Teo vai a fare un giro" gli dice Najwa e lui esegue senza chiedere.

L'araba continua a stringermi a sé e mi solleva delicatamente il viso:"Ehi Mag, che succede?" mi chiede comprensiva.
"Najwa" scoppio di nuovo a piangere e lei mi stringe di nuovo.
"Mag mi stai facendo preoccupare" continua lei.
Mi asciugo le lacrime con una mano e pian piano riprendo il respiro.

"Najwa..."
"Si?"
"Sono stata da Fred"
"Che vuol dire da Fred?"
"A casa sua"
Mi guarda visibilmente irritata, non le avevi detto che andavo a casa sua, ma vedendomi in quello stato mi lascia continuare:
"E che è successo?"
"Ha iniziato ad aggredirmi, a lasciarmi segni, poi per fortuna mi sono liberata e sono scappata, se no mi avrebbe..."
Comincio a piangere nuovamente e poi le racconto tutto ciò che è successo, provando a dire più dettagli possibili, che a ripeterli purtroppo mi fa rivedere quei momenti.

Najwa resta ferma, con uno sguardo freddo, serio.
Improvvisamente prende le prime cose che le capitano sotto mano e le sbatte con forza per terra facendo un rumore incredibile:"Cazzo"
"Non dovevi andare"
Continua a infuriarsi e poi fa per uscire di casa:"Io lo ammazzo"
La inseguo e la blocco mettendomi davanti la porta:"Najwa ti prego fermati"
"Lo ammazzo" continua a ripetere.
"Aspetta Naj, non sai nemmeno dove andare"
"Lo scoprirò"
"Najwa basta, ti prego"
"Che cazzo..."
"Ho bisogno di te adesso, risolviamo tutto ma ora stai con me"
Le dico con uno sguardo dolce, affranto, adesso voglio scordarmi di tutto e solo lei può aiutarmi a farlo.

Si passa nervosamente le mani tra i capelli e prova a tranquillizzarsi, poi avvolge le sue braccia sul mio corpo e mi abbraccia nuovamente, mi poggio nell'incavo del suo collo e ricambio, notando che anche a lei sta scendendo qualche lacrima che vuole trattenere.
Non avevo mai visto Najwa così, è talmente preoccupata per me che questa è una delle più grandi dimostrazioni del fatto che lei provi più di qualcosa per me.

Mi siedo sullo sgabello in cucina e beviamo entrambe un po' d'acqua, ormai la situazione è più calma.
"Quindi domani mattina andiamo a denunciarlo" afferma lei
"Va bene" dico abbassando un po' lo sguardo mentre tornano nuovamente in me quelle immagini.
"Mag" mi guarda affranta negli occhi posando una sua mano sulla mia.
Poi si avvicina e mi chiede dolcemente:"Vuoi farmi vedere che ti ha fatto?"
Sono un po' insicura ma annuisco, mi fido di lei.

Mi sfila lentamente la maglia mentre io seguo attentamente ogni suo movimento.
Nota dei lividi, alcuni dovuti alle percosse e altri ai morsi.
Najwa mi guarda attentamente, scruta il mio corpo e poi ci poggia una mano sopra, accarezzandolo lentamente.
Si avvicina sul mio torso e mi lascia un bacio caldo sulla prima ferita, mi guarda e poi passa all'addome, lasciandomi altri baci intorno al livido.
Le accarezzo i capelli e mi irrigidisco, ora come ora mi preoccupa qualunque contatto.
Najwa se ne accorge, si rende conto del mio disagio e si alza al livello del mio viso, mi accarezza i capelli e continua:"Ehi Maggie sono io... Non devi mai preoccuparti di me"
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Uno dei miei viziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora