27. Questo nostro amore è come musica

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"E anche se ero arrabbiato, il bisogno di lei, la sola idea di rivederla mi faceva sciogliere di lacrime, dei più teneri e sconfortanti pensieri d'amore."
(Margaret Mazzantini - "Splendore")

Laura si siede accanto a me, in fondo al corridoio, e, senza dire una parola, mi porge un bicchiere di caffè bollente. Forse abbiamo bisogno solo di ciò, stare in silenzio ma vicine. Perchè, instintivamente, prendo la sua mano e la stringo alla mia. Lei mi guarda e mi abbozza un sorriso, un po' forzato ma del tutto sincero. Rimaniamo così, a fissare la parete di fronte con la speranza di ricevere qualche buona notizia.
"Ragazze, andate a casa. Avete bisogno di riposare un po'." Ci invita amorevolmente la mamma di Benedetta.
"No, Elena. Noi rimaniamo qui." Dico con fermezza.
Lei sospira.
"Vado a convincere i ragazzi, allora."
Ci lascia con un sorriso.

Sono già le 8 del mattino. Laura, da un po', dorme sulla mia spalla. Anch' io ho provato a chiudere gli occhi ma, proprio, non ci riesco.
"Vittoria..", mi sussurra Carlo seduto di fronte a me, indicando in fondo al corridoio. Mi volto e incrocio immediatamente lo sguardo di Alessio, che mi sorride dolcemente. Guardo Laura e cerco di alzarmi, senza successo.
"Ci penso io!" mi aiuta Carlo, che, prima di prendere il mio posto, mi incoraggia abbracciandomi.
Vado incontro ad Alessio e sprofondo tra le sue braccia.
"Shh..", mi sussurra accarezzandomi i capelli non appena inizio a singhiozzare.
"Ho paura..", gli confesso sinceramente.
Mi stringe di più a sè, come se davvero questi abbracci gli fossero tanto mancati. Capisco anche che è ancora maledettamente arrabbiato con me, anche se non lo da a vedere.
"Hai freddo?", mi chiede dopo avermi dato un bacio in fronte.
"Un po'.."
Mi da la sua felpa.
"Caffè?", gli chiedo notando le sue occhiaie.
"Magari.. Sono distrutto!", mi confessa prendendo la mia mano. Apprezzo tanto questo gesto perché so quanto gli stia costando. Quanto gli fa male pensare a quella notte e a quella mattina, in quanto fermo ancora nelle sue convinzioni, e non potermi mandare a fanculo, solo per regalarmi un attimo di tranquillità.
"Come vanno le prove?", mi chiede per smorzare la tensione.
"Bene, anche se faticoso. Però mi piace da matti!"
"Lo so!", mi risponde sorridendomi.
"E voi? I ragazzi?"
"Anche noi alla grande. Dalla prossima settimana inizieremo le prove con Perris negli studi di Amici."
"Fantastico! Lì, è sentirsi a casa."
"Quella è casa.", mi corregge dolcemente. Annuisco sorridendo e ripensando, in un secondo, alla mia vita lì dentro.
"Ale.."
Alessio alza lo sguardo, incrociando il mio.
"Vi, non è il momento.. Parleremo dopo, tranquilla."
Abbasso lo sguardo, fissando la tazza e girando continuamente il cucchiaio.
Lui mi blocca il polso e mi fissa, per poi prendermi la mano e invitandomi a sedermi sulle sue gambe con un cenno. Mi cinge i fianchi e porta la mia testa sul suo petto per poi baciarmi dolcemente in fronte.
"Hai un amico speciale..", mi dice indicando un ragazzo biondo che, al bancone del bar, sta prendendo cornetti e caffè. Alzo lo sguardo e riconosco Gabriele. Subito guardo Alessio incuriosita, invitandolo a finire il suo discorso.
"Lo sai che non ce l' avrei avuta con te per tutta la vita?"
Annuisco.
"Bene. Diciamo che lui ha accelerato un po' le cose.."
"Quali cose?", gli chiedo totalmente rincoglionita.
Mi prende il viso tra le mani, regalandomi uno di quei baci che tanto mi sono mancati.
"Gabriele mi ha raccontato tutto e devo ammettere che tu avevi proprio ragione. Sono stato un coglione a pensare certe cose, però non ho capito niente quella mattina. Mi fido di te, e non perché Gabriele mi ha confessato tutto. Lui mi ha solo aiutato. Per il resto, scusa. Ma io ti amo, e le mie pippe mentali non esistono piu."
"Amore..", gli dico abbracciandolo!
"Scusa.."
"Scusami tu!", gli dico sinceramente.
"Ti amo..", mi ripete guardandomi negli occhi.
"Ti amo anch' io!"
Ritorniamo in reparto, speranzosi di novità. Laura si è svegliata e giunge verso di noi salutando Alessio.
"Novità?", le chiedo incrociando le dita.
"I valori si stanno stabilizzando ma è ancora molto debole. Non possiamo vederla per adesso. Fanno entrare solo i genitori. Io e Gabri andiamo a casa, abbiamo bisogno di una doccia e di vestiti puliti."
Gabriele e Carlo ci raggiungono.
"Ragazzi andate a casa, sto qui io!", esclama Carlo.
"Carletto, devi riposare anche tu!", gli raccomando accarezzandogli la guancia. Mi risponde con un occhiolino ed io ho già capito tutto. Ho capito tutto di lui e del suo amore mai confessato per Benedetta.
Gabriele e Laura sono andati via mentre Alessio, avendo capito, ha finto di andare al bar, lasciandomi sola con Carlo.
Il mio dolcissimo amico sospira, per poi iniziare a parlare.
"Sono innamorata di lei dal Terzo Liceo, quando, in classe, ha letto il passo di "Paolo e Francesca". Con lei, la Divina Commedia aveva un altro sapore. Non le ho mai svelato nulla, anche se so che tu e Laura lo sapete da una vita. Ma l' ho sempre tenuto per me, troppo paura di rovinare i miei sogni."
Guardo Carlo mentre parla e gesticola e sorrido alle sue parole. Cioè. Guardatelo. Carlo è un gran figo, eppure davanti Benedetta diviene un bambino.
"Quando penso a lei sorrido, e mi sento uno scemo!", esclama sorrido.
"Questo è il gioco dell' amore!", gli confesso pensando alle mie facce da abete per Alessio.
"Quale?"
"Ti fotte, amico. Ti fotte."
"Come ti fotte quel ragazzo in fondo al corridoio, con un ciuffo sparato in testa, orecchini ad entrambi i lobi e che ti sorride con degli occhioni da Bambi?"
Rido, per poi annuire.
"Dai Carlo, andiamo un po' a casa. Torniamo più tardi, promesso."
Finalmente, anche se un po' indeciso, sceglie di seguirmi. Raggiungo Alessio, subito pronto ad abbracciarmi.
"Dai, ti porto un po' a casa."

"Entri dentro le persone"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora