"Forse è più come hai detto prima, che dentro di noi si sono aperte delle crepe.Ognuno all'inizio è una nave inaffondabile.
Poi ci succedono alcune cose: persone che ci lasciano, che non ci amano, che non capiscono o che noi non capiamo, e ci perdiamo, sbagliamo, ci facciamo male, gli uni con gli altri.E lo scafo comincia a creparsi. E quando si rompe non c'è niente da fare, la fine è inevitabile. [...] Però c'è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi.
Ed è solo in quel momento che possiamo vederci, perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri attraverso le loro."
(John Green - "Città di carta" )"Mi basta solo una firma!", mi sorride, sistemandosi una ciocca dietro i capelli. Stento a crederci. Eleonora Abbagnato mi sta offrendo un posto di lavoro come prima ballerina al Teatro dell' Opera di Roma. Potrei anche morire adesso. Prendo, con la mano un po' tremante, la stilografica in legno che ha appena posto sul tavolo e senza pensarci due volte firmo il contratto.
"Congratulazioni!", continua a sorridermi.
"Io.. Io non so che dire.. Grazie!"
"Ringrazia te stessa. Sii orgogliosa di te!"Apro la porta di casa in fretta e furia, sventolando il contratto tra le mani.
"Amore, amore!"
Alessio sbuca dalla cucina.
"Che succede? Perché urli?"
Gli porgo il foglio e mi distendo sul divano. Legge attentamente per poi spalancare prima gli occhi e poi la bocca.
"Amore ma è fantastico!"
"Lo so! Ancora non ci credo!"
Si avvicina a me e mi abbraccia forte.
Mi bacia appassionatamente.
"Dovremmo festeggiare..", mi sussurra a due centimetri dalle mie labbra.
Capisco subito il suo sguardo malizioso mentre si morde sensualmente il labbro.
"Ah si? E come intendi festeggiare?"Il braccio di Alessio supera il mio corpo per spegnere la solita sveglia mattutina.
"Mm..", mugugno appena le sue labbra si poggiano sulla mia spalla nuda.
"Buongiorno amore.."
Mi giro verso di lui, incrociando il suo sguardo.
"Buongiorno a te!"
Alessio corre sotto la doccia mentre io vado a preparare la colazione.
"Wow!", esclama lui vedendo la tavola imbandita mentre in accappatoio si asciuga i capelli con la tovaglia.
"Sei emozionata?", mi chiede dopo aver sorseggiato il suo solito caffè e latte.
"Un po'.."
"Per questo non mangi nulla? Non è da te!"
"Amore! Non capita sempre di lavorare con Eleonora Abbagnato all' Opera!"
Mi sorride, stringendo la mia mano. Mi rassicura.
"Tesoro, scappo!"
"Fammi sapere! Andrà bene!"
"Non mi dici buona fortuna?"
"Non ne hai bisogno!"Il primo giorno a Teatro va alla grande. Qui è tutto un sogno. La mia vita è un sogno. Appena finisco chiamo Alessio, sono le 7. Non risponde. Starà ancora in registrazione. Chiamo, allora, Laura.
"Hola Chica, com' è andata?"
"Ti racconto solo se mi fa compagnia in un' abbuffata di kebab e patatine!"
"Conta sempre su di me!"
"Ti aspetto a casa mia!""Nessun collega figo da presentarmi?"
"No scema!"
"Peccato!"
"Io pensavo tu fossi destinata a Gabriele, l' ho sempre pensato!"
"Io? Vittoria sei impazzita!"
"Eddai, vedo come ti guarda!"
"Tu sei flashata amica mia!"
Rido.
"Sei una fidanzata modello comunque, gli prepari la cena, gli metti la birra in freezer, casa impeccabile, gelato post cena!"
"Sono solo tanto innamorata!"
"Sei fantastica lo stesso!"
La guardo.
"E sei sempre la mia migliore amica!"
"Lo sarò sempre!""Amore, sono tornato!", grida Alessio chiudendo il portone alle sue spalle.
"Prima che tu ti spogli oppure dica qualcosa di estremamente losco, sappi che ci sono anch' io!", gli risponde Laura per poi scoppiare a ridere.
Alessio ci raggiunge in cucina.
"Laura del mio cuore!"
Le da un bacio sulla guancia per poi abbracciare me.
"Scusa il ritardo! Avrei voluto portarti a cena fuori.."
"Fa niente, ti racconterò tutto domani!"Costringiamo Laura a rimanere con noi per un film, a patto che Alessio non infierisca sui nostri commenti su Will Smith e i suoi addominali.
Improvvisamente squilla il mio cellulare, e anche quello di Laura.
Alessio mette in pausa il film.
"È Gabriele!", esclamo.
"È Carlo!", mi risponde Laura molto stranita.
Lei si allontana in cucina, io rimango in salotto.
Rispondo al cellulare. Annuisco, senza dire una parola. Laura torna, chiudo la chiamata.
"Prendo subito i biglietti!"
"Faccio le valigie!""Lasciamo i bagagli in macchina di Carlo?", chiedo.
"Direi di sì, così non perdiamo tempo!"
"Dovrei chiamare mia madre, dovrei avvisarla!", dico ad Alessio.
"Se vuoi la chiamo io e le spiego tutto."
Mi abbraccia e mi dà un bacio in fronte.
"Cerca di star tranquilla!"
Laura mi stringe la mano, soprattutto nel momento dell' atterraggio.
La guardo.
"Me la sto facendo sottissimo!"Dopo aver preso i bagagli raggiungiamo il parcheggio dell' aereo porto, dove abbiamo appuntamento con Carlo. Alessio mi stringe forte, Laura ci guarda e poi sorride. Guardo Alessio e gli faccio cenno col capo. Va ad abbracciare Laura.
"Grazie Berna!", sussurra dopo qualche lacrima.
"Mi prendo cura anche di te Lauretta!"
Lui è tutto ciò che voglio. Lo guardo e, in tutto quel grigiore, lui è il mio sole."Amori miei!"
Gabri corre verso di noi e allarga le sue braccia per stringerci forte. Poi da una pacca sulle spalle ad Alessio che, istintivamente, lo abbraccia.
"Grazie!"
"Sono dei vostri, lo sai!"I genitori di Benedetta sono disperati. E non mi sembra nemmeno il caso di andar da loro in questo momento.
"Ha perso conoscenza appena tornata dal Centro Commerciale. La mamma ha detto che da qualche giorno non stava tanto bene, qualche giro di testa, stanchezza, affanno. Si è sottoposta a delle visite, i dottori l' hanno tenuta sotto controllo. Hanno confermato la ricaduta. E stavolta non è come le altre. I dottori hanno confermato che la situazione è purtroppo peggiorata."Sono passate circa quattro ore ma nessuna notizia. Avrò preso circa cinque caffè e ho evitato in qualsiasi modo di piangere, anche quando avrei tanto voluto farlo.
Verso le 7 del mattino, finalmente, esce il primo dottore.
Stanchi, preoccupati, distrutti ci avviciniamo.
Il dottore ci guarda. Incrocia le braccia, per poi asciugarsi la fronte. Ci fissa, uno ad uno.
Scuote la testa.
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"Entri dentro le persone"
Fanfic"Sei una tipa coi tuoi spazi, guardi fisso e ti imbarazzi, bevi latte a colazione, entri dentro le persone." Si sentiva così maledettamente figo. E in fondo lo era. Non era nè il ciuffo, nè i tatuaggi, nè gli occhi. Era lui. Così maledettamente ant...