Capitolo 13

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Alastair aveva il viso coperto di sangue per via di un taglio sullo zigomo e un occhio gonfio da cui riusciva a mala pena a vedere, ma in quel momento non riusciva a sentire proprio niente. L' unica cosa che percepiva era la sensazione di non riuscire a respirare che gli era ormai familiare. La rabbia che aveva visto negli occhi di Thomas si era impressa a fuoco nella sua memoria e quell' immagine lo stava accompagnando fino a casa ed era certo che poi avrebbe popolato i suoi incubi. Si chiese se tutto il dolore che stava provando in quel momento un giorno sarebbe sparito o se lo avrebbe perseguitato per il resto della sua vita.
Le strade di Londra, che poco prima gli sembravano così luminose e piene di vita, ora erano grigie e tristi. Però tra una cosa e l'altra arrivo infine a casa Carstairs. Quell' edificio fatto di pietre e mattoni era la rappresentazione di tutto quello da cui avrebbe voluto scappare. La sua famiglia era diventata la sua prigione e non ci sarebbero più stati giorni di sole per lui.
Entrò nella residenza dove tutto era in completo silenzio tranne il rumore dei suoi passi sul pavimento di pietra e il teccettio dell'orologio del salotto. Salì le scale cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare sua madre che avava un sonno particolarmente leggero. Soprattutto non aveva la forza per giustificare le ferite sul suo volto.
Arrivato poi davanti camera sua apri la porta. La spogliatezza della sua stanza però lo turbava. Era come se il nulla che sentiva dentro di sé si fosse palesato nella mancanza di qualsiasi personalità di quelle quattro pareti. Non c'era nulla che sentisse suo li dentro, nessun punto fisso, nessuna certezza che potesse calmare la sua disperazione. Un letto, un armadio e una scrivania, niente di più niente di meno. Tutto quello che sarebbe rimasto di Alastair Carstairs sarebbe stato quello. A nessuno sarebbe mancato, anzi molti sarebbe stati felici se lui non ci fosse mai stato.
Iniziò a sentire il bisogno sempre più forte d' aria fresca. Corse così all' balcone e l' apri velocemente. L'aria umida della città non era certamente meglio di quella della sua stanza ma doveva comunque riuscire a calmarsi in qualche modo. Si sedette e appoggiò la testa sulle sbarre arrugginite del parapetto. Il metallo freddo allevia a un po' il mal di testa lancinante che lo stava tormentano. Da lì riusciva inoltre a vedere la strada. A quell' ora era deserta e così riuscì subito a scorgere sua sorella che si incamminava a passo svelto verso casa. Poco distante c' era James Herondale ma non sembrava che lei se ne fosse accorta. Lui però aumentò il passo riuscendo così a raggiungerla e i due si fermarono poi a parlare davanti al cancello di casa. Entrambi si sorridevano amabilmente e anche se erano lontani Alastair poteva vedere come le loro mani e i loro corpi si sfiorassero. Una fitta di gelosia gli percosse tutto il corpo. Voleva anche lui poter sorridere alla persona amata senza preoccuparsi di essere visti. Infondo però aveva fatto la sua scelta e l' amore per lui non sarebbe più stato possibile. Vivere nella menzogna era il suo futuro. Si sarebbe sposato con qualche scialba ragazza e avrebbe continuato a vivere per mantenere il poco d' onore che restava alla sua famiglia. Non avrebbe più baciato quel sorriso gentile. Non avrebbe più osservato da vicino quegli occhioni marroni che lo scrutavano dentro. Era ormai sicuro che in generale non avrebbe mai più provato la vera felicità. Si chiese che senso avesse vivere allora. Non era forse meglio finirla subito? Che senso aveva combattere, adesso che tutto era perduto.
Però alla sua mente tornò un ricordo: aveva 7 anni ed era caduto mentre gioca insieme a cordelia in un prato fiorito. Le sue ginocchia si erano sgraffiate e la sua caviglia era diventata subito gonfia. Aveva una gran voglia di piangere in quel momento ma Cordelia era corsa da lui. La sorella aveva un esperessione super preoccupata e alla vista del sangue si stava per mettere a piangere. Alastair però non voleva che sua sorella fosse triste o si preoccupasse. Infondo lui amava come sua sorella sembrasse sempre felice e sorridente e odiava quando invece per qualche motivo sembrava triste.
Si sforzo' quindi di non piangere perché sapeva che sua sorella lo avrebbe imitato subito.
" fratellone ti fa tanto male vero?" le aveva chiesto e lui si era limitato a squatere la testa e sorriderele. Però non sembrava convinta e così Alastair cercò di rassicurarla.
" Cordelia non è niente. Qualche sgraffio non può mica farmi male no? In più non puoi preoccuparti per così poco. Io sono uno shedowhunters e lo sei anche tu. Noi siamo forti e non ci spaventiamo giusto?" le disse.
" Al, sei proprio un fretellone super forte. Io un giorno sarò forte come te così non piangerò mai più. Secondo te ci riuscirò? " gli chiese Cordelia. Allora Alastair le sorrise e inizio' a immaginarsi la donna forte e coraggiosa che la sua sorellina sarebbe diventata.
" Sono più che certo che ci riuscirai sorellina" concluse scaruffando I capelli rossi di Cordelia.
Quel ricordo era la risposta alla sua domanda. Non gli importava di sé stesso se la sua dolce è piccola sorellina non poteva vivere una vita felice. Lui non era stato mai forte ma lo sarebbe stato per lei. Infondo la sua infelicità era la giusta punizione per tutto quello che aveva fatto. Decise che avrebbe vissuto e fatto l' impossibile per sostenere la sua famiglia.

Dopo qualche minuto James e Cordelia si salutarlo e Alastair la vide entrare in casa. Sapeva già cosa sarebbe successo di lì a poco ma decise che impedirlo non aveva senso. Infatti come si aspettava sua sorella, senza neanche bussare, spalancò la porta della sua camera e si precipitò dentro.
" Ma ti è dato di volta il cervello?" esclamò così la rossa.

#spazio dell' autrice
Hola gente,
Lo so so che il capitolo è corto quindi scusatemi tanto.
Come potete vedere la storia fra i nostri due amati personaggi si fa molto complicata per via della scelta di Al. Spero solo che questi capitoli un po' introspettivi vi piacciono.
Se il capitolo vi è piaciuto commentate e lasciate una stellina.
Noi ci vediamo alla prossima

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