capitolo 25

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Thomas era seduto con la schiena poggiata alla testiera del letto e i suoi occhi erano ormai fissi da 30 minuto sullo stesso punto. Infatti non riusciva proprio a spostare lo sguardo dall' immagine che aveva a suo fianco, cioè un Alastair addormentato. Nel letto accanto al suo c'era questo meraviglioso ragazzo con folte e lunghe coglia che gli sfioravano la pelle caramello sotto gli occhi. Il suo petto inoltre si abbassava e alzava regolarmente facendo così uscire dalla sua bocca semi aperta dei leggeri sospiri. Il cuore di Thomas non poteva riuscire a sopportare tanta pucciosita'. In più le loro mani erano ancora intrecciate e il leggero tepore che proveniva dalla mano dell' altro riscaldava l' intero corpo di Thomas. In realtà quel contatto, unito alla visione che aveva davanti, facevano sentire Thom come dentro ad un forno e si chiese se fosse possibile arrossire anche in parti del corpo che non fossero il viso.
Alastair poi, così dolcemente addormentato, sembrava un bambino. Calmo e tranquillo, senza la solita espressione arrogante che lo caratterizzava. Gli unici movimenti che provenivano dal suo corpo erano l' alsarsi e l' abbassarsi del suo petto e il movimento inquieto degli occhi sotto le palbebre. Stava forse facendo un incubo? Si chiese Thom. Comunque non se la sentiva di svegliarlo, anche perché di lì a poco sarebbero ritornati tutti e a quel punto sarebbe stato un caos. Era meglio lasciarlo riposare un altro poco finché poteva.
Thom si mise sdraiato ma si penti subito di averlo fatto. Gli iratze iniziavano a fare il loro effetto, lo sentiva, ma il dolore era ancora lancinante. Trattenne il grido che aveva tanta voglia di tirar fuori e fini di sdraiarsi. Poi posizionò le loro mani intrecciate sul sue grembo. Non poteva smettere di fissarle. Le loro mani erano così diverse. La sua era cresciuta in maniera esagerata inseme al resto del corpo nell' ultimo anno ed era ormai piena di calli e ferite dovute ai continui allenamenti. Non gli sembrava neanche la sua mano, era come estranea. La vedeva sempre troppo grande e troppo matura per riconoscerla come propia. Ma adesso, attraverso di essa, sentiva il calore del corpo di Alastair e gli sembrava così incredibile giusta che si chiese come avesse potuto pensare il contrario.
La mano di Alastair era completamente diversa dalla sua. Era più delicata e le dita erano lunghe e affusolate come quelle di un pianista. Non era grande come la sua ma era salda e anche essa segnata da calli e cicatrici come quella di ogni cacciatore. Il colore della pelle scura era in contrasto con la propia chiara e lui adorava quella cosa. Era come se si completassero. Inoltre aveva sempre adorato la carnagione caramello dell' altro. Era un Bruno chiaro che a Thom aveva sempre ricordato qualcosa di caldo e rassicurante, come una tazza di caffellatte bevuta di fronte ad un camino. L' aveva vista la prima volta ormai tanti anni prima ed erano successe un sacco di cose da allora ma la sensazione che gli dava era rimasta la stessa. Aveva toccato, accarezzato e baciato quella pelle meravigliosa, l' aveva pure fatta sanguinare. Ora per il resto della sua vita si sarebbe impegnato al massimo per proteggere il suo propietario.
A quel punto Thom porto la mano di Al verso la sua bocca e la baciò. Non poteva credere di aver la possibilità di fare una cosa del genere. In realtà non poteva credere di essere ancora vivo. Quando quegli artigli lo avevano trapassato pensava che sarebbe stata la fine ma come un angelo custode la voce di Alastair lo aveva tenuto in vita e il vero e proprio Al lo aveva portato in salvo. Certo, ora aveva dolori lancinanti in tutto il corpo, ma era vivo e accanto al suo letto si trovava il ragazzo più bello del mondo con la mano intrecciata alla sua, quindi si poteva ritenere l'uomo più fortunato sulla faccia della terra.

" No, per favore. Prendo me al suo posto!" Urlò improvvisamente Alastair nel letto a fianco. Si stava agitando nel sonno e muoveva il corpo spasmodicamente. Se avesse continuato così si sarebbe sicuramente riaperto le ferite.

" Lascialo stare! Non gli farai del male!" Continuò. Thom si chiese che cosa stesse sogniando e perché gli facesse tanta paura. Gli occhi sotto le palpebre di Al si muovevano convulsionevolmente e il suo corpo era agitato. Thom non sapeva cosa fare.

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