Thomas ormai credeva di essere diventato pazzo. Erano 20 minuti che faceva avanti e indietro davanti al cancello della casa dei Carstairs ma non trovava ne il coraggio per entrare ne quello per andarsene.
Dopo i primi 10 minuti era arrivato alla conclusione che il suo subconscio lo aveva portato lì perché voleva disperatamente vedere Alistair ma, negli altri 10 minuti, non era ancora riuscito a trovare la forza anche solo per fare un passo. Così, se ne stava lì imbambolato sperando che la soluzione gli cadesse dal cielo.
"Che ci fai qui?" chiese una voce che riconobbe subito. Thom fece un salto in aria dallo spavento. A quella sua reazione segui la risata dell' altro così Thom si girò lentamente verso di lui. Si trovò davanti un Alistair che gli sorrideva.
" Ehmm... In realtà non lo so" disse Thom grattandosi la testa imbarazzato.
"Stavo camminando e mi sono ritrovato qui per caso e ho pensato che magari potevo entrare e salutare tutta la famiglia Carstairs... " continuò abbozzando un sorriso poco convinto. Il suo stomaco nel mentre era in sobbuglio. La vista di un Alastair con i capelli spettinati e i vestiti stropicciati, come se si fosse appena svegliato, era troppo per il cuoricino di Thom. Gli sembrava tanto luminoso da non riuscire neppure a guardarlo. Tutti quei pensieri fecero scaldare le sue guancie. Si sentiva come dentro un forno e immaginò che l' altro potesse ben vedere il rossore sulla sua pelle . Non poté più resistere e fu costretto a distogliere lo sguardo. L' altro nel mentre lo guardava confuso. Poi Al si passo una mano tra i capelli portandosegli indietro in modo che le ciocche nere non gli coprissero gli occhi.
" Ho capito" rispose, infatti, con tono gelido.
"Mia sorella è in casa e mi ha detto di avvisarti che puoi entrare se lo vuoi" concluse incrociando le braccia al petto. Thomas però sentiva Alastair distante. Era come se la maschera che ieri era riuscito a togliergli, fosse improvvisamente riapparsa. Si senti triste per questo e la gioia che aveva provato nel vederlo stava pian piano scemando via. Forse, il giorno prima, aveva sentito una connessione con l' altro che in realtà non esisteva. Era mai possibile che quello che si erano detti e quello che avevano fatto non contasse niente per Alastair? Non voleva crederci ma sembrava proprio così. Non poteva sopportare di vederlo così distante. Aveva una gran voglia di scappare, di correre e buttare le sue frustrazioni nel dolore muscolare.
" No, no. Credo che ora tornerò a casa... " disse in fine, distogliendo lo sguardo e voltandosi per andarsene verso un posto il più lontano possibile da li. Ma, improvvisamente, una mano gli afferrò il braccio facendolo voltare.
" Hey, va tutto bene? " chiese Alastair che stringeva il braccio di Thomas. Lui però guardava in basso senza distogliere lo sguardo dai sui piedi.
" Si, è solo che voglio tornare a casa... " sussurrò infine. Non voleva stare un secondo di più li. Si sentiva incredibilmente vulnerabile, come se stesse mostrando la carne viva e fragile. L' altro, però, ora lo stava guardando, non con aria gelida e distaccata, ma come se ci tenesse veramente a lui e questo convinse Thom ad alzare la testa. Trovò a scrutarlo i profondi occhi neri di Alastair che sembrano improvvisamente preoccupati.
" Possiamo almeno discutere di quello che è successo ieri?" chiese il corvino lasciando la presa dal suo braccio. Quel contatto interrotto, provocò come una fitta di dolore a Thomas ma le parole che aveva detto erano state pronunciate con voce dolce e questo fece arrossire terribilmente il ragazzo che rimase in silenzio non sapendo cosa dire. L'altro, vedendolo imbambolato, lo prese per un polso e iniziò a trascinarlo lungo la strada.
" Andiamo in posto più appartato dove possiamo parlare liberamente" disse continuando a camminare.
Svoltarono qualche angolo e arrivarono in fine ad una viuzzola nascosta completamente deserta. Thomas non riusciva ad aprire bocca e il cuore gli martellava nel petto. Alla fine Al si fermò e si mise a braccia incrociate davanti all' altro ragazzo.
" Va bene... ho capito. Da questo silenzio posso intuire che ormai mi odi ancora di più dopo quello che è successo ieri" disse con sguardo serio e un po' triste. Thom non credeva a quello che stava sentendo. Come avrebbe mai potuto odiarlo. Soprattutto dopo che ieri aveva finalmente capito cosa provava. Stava per replicare quanto Al lo interruppe.
"Lo so, sono un mostro..." disse distoglie lo sguardo.
"Ti faccio schifo e hai assolutamente ragione. Dovresti denunciarmi al conclave..." concluse tristemente. Thomas ora pareva arrabbiato e anche lui aveva incrociato le braccia al petto. Lo guardò aspettando che dicesse qualche altra cavolata ma vide che se ne stava zitto con lo sguardo basso.
"Hai finto?" gli chiese con tono arrabbiato. "Si..." rispose l' altro e dalla sua postura, improvvisamente incurvata, sembrava si stesse preparando a ricevere dei colpi di bastone.
"Bene. Allora mi potresti dire che cavolo stai dicendo? Guarda che ti stai propio sbagliando. Secondo te sono venuto per fare un saluto alla tua famiglia? Idiota, Sono venuto qua perché volevo vederti. " disse Thom con tono calmo e con completa sicurezza in quello che stava dicendo. Poi, Però, si penti subito di quello che aveva detto perché l' altro ragazzo non lo guardava nemmeno e sembrava lo stesse ignorando.
" Ora me ne vado " disse Thom infuriato dandogli, appositamente, una spallata e avviandosi verso l' uscita del vicolo. Camminava velocemente verso la direzione opposta rispetto a dove erano arrivati. Ma quando stava per arrivare sulla strada, improvvisamente, due braccia forti lo girarono e lo sbatterono al muro. Era Alastair che mettendosi davanti a lui gli impediva ogni movimento. Non che Thomas ci sarebbero riuscito in quel momento. Poi Al avvicinò le sue labbra alle sue e in fine cominciò a baciarlo. Thom era troppo stupito per fare qualcosa ma quando la lingua di Alastair entrò nella sua bocca, un fuoco si accese in lui e così iniziò a ricambiare il bacio. Si reggeva ai fianchi di Alastair, mentre questo lo spingeva con forza contro il muro. Sembrava volesse che entrambi ci entrassero dentro da tanta foga che aveva. Ma un rumore per strada fece sì che Thomas si allontanasse di colpo e mettesse un buon metro e mezzo di distanza tra lui e l' altro ragazzo. Entrambi, ora, erano palesemente imbarazzati.
" Scusami, non ho pensato che qualcuno potesse vederci... " fece infine Alastair con sguardo colpevole. Thomas aveva il cuore che batteva a mille e aveva una gran voglia di risaltare addosso all' altro ragazzo. Ma purtroppo non poteva e la cosa lo fece innervosire. Guardava Al e poi a terra e poi di nuovo Al. Era completamente andato nel panico e non sapeva cosa dire o cosa fare. L' unica soluzione era scappare.
"Ehm...scusa... Ehm... Dovrei...no, voglio dire... Devo andare. Ci vediamo! " disse iniziando a correre a tutta velocità verso casa sua. Aveva il cuore che gli usciva dal petto ed era a corto di fiato. Non sapeva nemmeno perché era scappato. Sorpresa? Paura di essere visto?
Ma probabilmente più per lo sconcerto derivato dall' amplificazione di quelle emozione che provava quando stava con Alastair.
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Il Peso Delle Scelte
FanfictionThomas Lightwood non sa più cosa pensare riguardo ad Alastair Carstairs. Non riesce a capire questi nuovi sentimenti che lo consumano. L' arrivo di una festa lo porterà a fare i conti con queste nuove emozioni. Anche Alastair metterà in dubbio qu...