Capitolo 4

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La mattina dopo Thomas si svegliò nel suo letto. Appena apri gli occhi gli avvenimenti della sera prima e tutto il mare d' emozioni legate ad essi riaffiorano, investendolo come un mare in tormenta. Non sapeva ancora bene se quello che era successo il giorno prima era un sogno o se fosse accaduto veramente. Era tutto molto confuso.

Quando la sera prima erano scesi insieme nel salone James lo aveva preso per un braccio per poi trascinarlo in un angolo della sala chiedendogli dove diavolo era stato e che cosa ci facesse in compagnia di Alastair Carstairs. A quel punto Thomas aveva liquidato il discorso dicendo di essere andato a prendere una boccata d'aria e di aver incontrato l'altro ragazzo lì per caso. Poi il ballo era proseguito senza nessun avvenimento particolare, a parte un Matthew ubriaco che cadeva dalle scale. A Thomas sembrava di trovarsi in un mondo parallelo dove si sentiva estraneo pure a sé stesso. Alla fine, senza che nemmeno se ne accorgesse, si era ritrovato nel suo letto e si era addormentato.

Fu il bussare della cameriera alla porta che lo ridestò dalla trance in cui era, così si vesti e scese per la colazione.

Fin da quando aveva memoria la sua famiglia per colazione si sedeva al piccolo tavolino che si trovava nella cucina. Sua madre diceva sempre che per lei era la stanza più accogliente e che in quel modo la famiglia avrebbe iniziato la giornata in maniera più allegra. E a Thomas era sempre piaciuta questa cosa. In qualche modo la faceva sentire più vicino alle origini di sua madre. Ma da quando sua sorella non c'era più era strano sedersi a quel tavolo. Lo spazio vuoto lasciato dalla sedia di Barbara era come sale sulle loro ferite ancora aperte. E infatti da orami mesi, la sua famiglia faceva colazione nella sala da pranzo dove la ferita provocata dalla perdita di sua sorella sembrava fare meno male. Quindi, come tutte le altre mattina, Thomas scese le scale che portavano al pian terreno e raggiunse i suoi genitori che sedevano già al tavolo. La tavola era imbandita di pietanze semplici ma sostanziose: pane, burro, alcune marmellate, un vassoio di beacon e in ogni piatto un uovo all'occhio di bue. Ma Il ragazzo era talmente eccitato per via degli avvenimenti del giorno prima che non sarebbe stato capace di toccare un solo briciolo di pane. Così non si sedette nemmeno. Voleva uscire il prima possibile. Sentiva di avere tante energie da poter correre una maratona. Inoltre sapeva che il sedersi a tavola lo avrebbe rattristato. L' assenza di sua sorella era come una nuvola grigia che rendeva scarni i visi dei suoi genitori. Ormai lo stare a tavola a conversare sembrava uno sforzo enorme. Un tempo la colazione era piena di risate e di scherzi, ma adesso non era più cosi. Se chiese se sarebbe mai più tornata com'era ma si disse che probabilmente era impossibile. Ora che si sentiva stranamente felice dopo tanto tempo voleva solo scappare di lì per preservare quella felicità.

"mamma, papà vado da Chris. Ora non ho fame ma se dovesse venirmi mangerò da lui, non preoccupatevi" disse ai suoi genitori. Loro lo guardarono e poi si guardarono a vicenda rivolgendosi poi uno sguardo d'intesa.

" È andata bene la serata, vero tesoro?" gli chiese sua madre sorridendo. Lui divenne rosso e distolse lo sguardo al pensiero di quello che era successo. Non potevano sapere, giusto? Si chiese impallidendo al solo pensiero. Sua madre era seduta accanto a suo padre su un lato del tavolo ed era intenta a mettere del burro su una fetta di pane tostato ma quando vide l'espressione del figlio si fermò.

" Sembra proprio che tu ti sia divertito, non sembra anche a te Gideon?" chiese rivolgendosi al figlio e all' marito sorridendo. Aveva la sua solita espressione tranquilla ma Thom sentiva comunque lo stomaco stringersi. Voleva al più presto uscire da quella situazione imbarazzante. Per fortuna in quel momento sua sorella entrò nella stanza.

" Buon giorno a tutti" disse Eugenia sedendosi al tavolo. I suoi genitori la salutarono e poi lei iniziò a parlare degli avvenimenti della sera prima e così Thom fu sollevato da non avere più l'attenzione dei suoi genitori su di lui. In quel modo riuscì velocemente ad uscire di casa. In verità non voleva andare dal suo migliore amico ma voleva stare un po' da solo a pensare. In casa ultimamente si sentiva soffocare e così aveva deciso di uscire. Il tempo era stranamente buono e fare una bella passeggiata lo aiutava sempre a schiarirsi i pensieri.

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