Capitolo 19

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Alastair non sopportava più il suono della voce di sua madre. Era infatti ormai più di 45 minuti che la romanzina, per via delle condizioni in cui era, andava avanti. Parlava talmente veloce che il ragazzo dubitava che stesse respirando.
Tutto era iniziato quando era sceso per la colazione. Sua madre si era inizialmente spaventata ma, dopo che lui ebbe rifiutato un iratze, si infurio' e cominciò la predica che sembrava non avesse una fine.
"Alastair, non sei più un ragazzino. Ti pare il caso di finire in una rissa? La nostra famiglia ha già tanti problemi e non ha bisogno che tu peggiori le cose". Il discorso più o meno procedeva in quel senso da quasi un' ora e Alastair si stava morendo la lingua per non rispondere da quando era iniziato. Tanto non aveva senso litigare con sua madre. Era una battaglia persa in partenza.
" Mamma ho capito. Però, come hai detto tu, non sono un ragazzino e il tempo delle prediche è già passato da un pezzo. Ora mi faresti l' immenso favore di lasciarmi andare? La mia testa ormai sta scoppiando" disse Alastair alzandosi dalla sedia della tavola da pranzo. Sua madre, però, si posiziono' davanti alla porta, impedendogli così il passaggio.
" Dove credi d' andare? Non ho ancora finito con te. In tutto questo tempo non mi hai ancora detto cosa è successo. Sicuramente avrai fatto qualcosa per meritati di finire conciato come sei" proseguì lei incrociando le braccia al petto.
" Hai assolutamente ragione. Ora sei felice? Mi lasceresti andare via? Ho delle faccende importanti da sbrigare". Infatti Alastair aveva trovato qualcosa di produttivo da fare nella giornata. In più non voleva starsene in casa a rimuginare su tutto quello che non avrebbe potuto più avere. Soprattutto sul CHI non avrebbe più potuto avere. Quindi gli era venuto in mente che aveva ancora un mistero da risolvere.
Sua madre bloccava ancora il passaggio e era certo che non si sarebbe spostata fino a quando non gli avesse dato una spiegazione ragionevole. Però non c'erano spiegazioni valide che avrebbe accettato e non si sentiva neanche di dirle che Thomas Lightwood lo aveva pestato a sangue. Doveva trovare una soluzione per svignarsela.
Come per magia, in quel momento, Cordelia entro nella stanza.
" Sorella, ti aveva promesso che ti avrei accompagnato in quel posto. Dobbiamo propio andare o faremo tardi" disse Alastair lanciando uno sguardo supplichevole a Cordelia. Lei inizialmente non capi' ma, dopo qualche secondo, sembrò aver percepito il messaggio.
" Ero proprio venuta giù a chiamarti. Spero tu sia pronto" disse Cordelia facendo l'occhiolino ad Al, mentre loro madre non guardava. Il ragazzo ringraziò il cielo d' avere una sorella così fantastica e sveglia.
" Sappi che, anche se ora scappi, la discussione è solo rimandata a dopo" disse sua madre fulminato Al con lo sguardo.
" si si, ho capito. Ora andiamo però" disse Alastair prendendo sua sorella per un polso e trascinandola fuori casa.
Il brutto tempo di quella mattina era sostituito da un bel sole che riscaldava la giornata.
" Hai veramente un posto in cui andare o ce ne staremo a gironzolare a vuoto fino a stasera?" disse Cordelia rivolgendosi al fratello.
"In realtà avrei un mistero da risolvere. Vuoi venire con me?" chiese Alastair.
" Non ho niente di meglio da fare quindi non vedo perché no" rispose Cordelia con un sorriso.
" Beh, allora andiamo" concluse il ragazzo.

I due erano seduti uno di fronte all' altro dentro l' abitacolo della loro carrozza. Ora si stavano dirigendo all' istituto dove avrebbero preso in prestito alcune armi. Cordelia non aveva ancora ben capito a cosa potessero servire visto che, dopo, da quel che diceva Alastair, sarebbero andati nei quartieri alti di Londra. Però la produenza, di quei tempi, non era mai abbastanza e così la ragazza decise di non fare troppe domande.
Quando furono davanti all' edificio Cordelia fu l' unica a scendere dalla carrozza. Alastair si aspettava che avrebbero dato più facilmente le armi a la loro futura cognata che ha lui. Non che non potessero prenderle dai vari istituti da dovevono dare almeno una spiegazione quando lo facevano e, il fatto che in realtà non c'era una vera e propria spiegazione, poteva essere un problema.
Alastair se ne stava da solo seduto sulle poltrone scomode della carrozza. Ripenzo' a quello che aveva intenzione di fare: sarebbero andati alla casa della ragazza che aveva incontrato il giorno prima al bar e avrebbero indagato sulla situazione. Era infatti da quella sera che rimuginava su quel poco che lei gli aveva detto. I fatti erano al quanto strani e di sicuro c'era di mezzo qualche demone. Quella ragazza era sicuramente in pericolo a rimanere in quel posto.
Così si era deciso ad indagare. Magari avrebbe trovato qualche traccia lasciata durante l' episodio che gli aveva raccontato. Sua sorella non era prevista ma pensava si potesse rendere utile per riuscire a parlare con la ragazza. Lui non era c'erto il più dotato nel fare amicizia.
Dopo circa 20 minuti Cordelia fece ritorno. Aveva con sé una sacca che sembrava pesantissima.
" Ti avevo chiesto qualche arma non un arsenale!" disse Alastair strabuzzando gli occhi alla vista di tutte quelle armi.
" Lo so! Ma non ho trovato James e quindi mi ha aiutato suo padre. Appena gli ho detto che mi servivano delle armi gli si sono illuminati gli occhi. Se non lo avessi fermato mi avrebbe dato tutte le armi dell' istituto. Non ho mai visto nessuno così felice" fece Coedelia con voce a metà tra divertita e sconvolta.
" Si ma quelle armi sono per 10 persone come minimo... Va beh, almeno ce le ha date senza fare domande" continuò Al prendendo una spada e il suo fodero e posizionandosela sulla schiena. Poi scelse alcuni pugnali e due spade angeliche. Cordelia aveva già con sé Cortana e si limitò quindi a prendere dei pugnali e delle spade angeliche come il fratello. Al si era sempre chiesto perché sus sorella non si staccasse mai da quella spada. Ormai erano diventate non più due entità separate ma un' unica cosa.
Intanto Al disse al cocchiere di ripartire ed esso lo fece. A quel punto si tirò su le maniche mostrando gli avambracci alla sorella.
" Fammi semplicemente i principali. Le armi e le rune sono solo una precauzione comunque. Spero non ce ne sia bisogno ma è meglio essere preparati" disse Alistair. Cordelia allora estrasse lo stilo dalla sua tasca ed iniziò a tracciare le varie rune. Poi però si interruppe improvvisamente e resto ferma con la punta ad un centimetro dalla pelle di Al come se non sapesse se continuare o meno.
" Non sarebbe meglio se ti facessi una runa di guarigione? Se dovessimo combattere tu come farai con quel' occhio? Almeno riesci a vedere qualcosa?" alla fine chiese. Alistair tirò indietro le braccia e iniziò a riagganciarsi i bottoni della camicia.
" ti ho già detto stamani che non voglio nessun iratze. Sto bene e sono del tutto capace di combattere" rispose Al. In realtà non stava affatto bene. La testa gli scoppiava e vedeva tutto appannato dall' occhio gonfio. In più, il taglio non smetteva di bruciare. Però quel dolore lo distraeva anche dai vari pensieri che stava cercando di evitare. Non era certamente al massimo della forma ma almeno da un occhio ci vedeva.
" Fa un po come vuoi. Tanto nel caso ci sono io a proteggerti" gli disse Cordelia rivolgendogli un sorrisetto divertito.
" Non credo di aver bisogno del tuo aiuto cara sorellina. Spero almeno che tu mi sarai utile per parlare con quella ragazza"disse Al guardando fuori dal finestrino. Il sole illuminava la strada che era ormai piena di gente. C'era chi faceva una passeggiata o chi andava in qualche ristorante a mangiare. Nel mentre sua sorella si stava facendo i marchi con l' utilizzo della mano dominante. Quando passo all' altro braccio però fecd pure fatica ad arrotolarsi la manica del coprispalle. Alastair vedendola le prese lo stilo e iniziò a tracciarglieli lui.
" Spiegami ancora una volta come hai conosciuto questa ragazza" fece Cordelia all' improvviso.
" in realtà non ti ho detto proprio niente. Devi solo sapere che, da quel che ho capito, i suoi genitori sono morti per mano di un branco di demoni qualche hanno fa. Non mi spiego però come mai una famiglia di mondani sia coinvolta con i demoni. Vorrei andare più a fondo in questa situazione " proseguì Al continuando a tracciare le rune sul braccio della sorella.
" quindi il mio unico compito è distrarre quella ragazza, sempre che sia in casa, mentre tu cerci quale indizio?" chiese Cordelia alzando un sopracciglio.
" Non solo. Devi cercare di trarre più informazioni possibili da lei. Non sarà facile. Sebra molto cocciuta. In più è impaurita da quello che è successo e tutti la credono pazza per via di quello che dice di aver visto. Non si fidera' facilmente di te" disse il ragazzo ridando lo stilo alla sorella e aiutandola ad abbottonarsi la manica.
"Povera ragazza. Deve sentirsi un sacco sola. Mi sento un po in colpa a riaprire le sue vecchie ferite" disse cordelia iniziando a stuzzicarsi le pellicine della mani con le unghie.
" Se scopriremo cosa è successo almeno non si sentirà più una pazza. In più, se ha visto i demoni vuol dire che ha la vista e questo potrebbe metterla in pericolo in ulteriori situazioni" replicò Al.
" Spero solo tu abbia ragione" concluse Cordelia. In due ragazzi rimasero poi in silenzio fino a quando non furono nei pressi del quarterie residenziale. Alastair andando lì sperava di aiutare in qualche modo quella ragazza. Magari per una volta avrebbe fatto qualcosa di giusto. In più, il fatto che gli ricordasse un po Thomas, non gli permetteva di ignorarla.
In fine, arrivarono davanti alla casa. Alastair capi' subito che c'era qualcosa che non andava. La porta era infatti aperta e già dalla carrozza poteva sentire un forte odore di presenza demoniaca. Scese dall' abitacolo e lo stesso fece Cordelia. Anche lei sembrava aver capito che qualcosa non andasse. I dui infatti si guardarono negli occhi con espressione preoccupata.
" Alastair, questa puzza non promette niente di buono. Ci devono essere decine di demoni la dentro" disse Cordelia sistemandosi il vestito.
" Cordelia tu resta nella carrozza, Io devo andare a vedere se la ragazza è ancora viva. Non posso abbandonarla così." fece Al sfoderando la spada e iniziando a camminare verso la casa.
" Non credere che ti lascerò andare da solo e poi anche io voglio aiutare quella ragazza " proseguì Cordelia prendendo Cortana e seguendo il fratello.
" Qualunque cosa dirò tu non mi ascolterai vero?" chiese Alastair buttando gli occhi al celo e sbuffando.
" Esatto, quindi andiamo senza perdere tempo" concluse Cordelia avanzando decisa.
Più si avvicinavano alla porta più l' odore irrespirabile si faceva intenso; Ormai mancava un unico passo a separarli dall' ingresso e ad Alastair lacrimavoni già gli occhi. Decise che se doveva agire doveva farlo in fretta, possibilmente prima di perdere i sensi per la puzza. Allora allungò la mano fino a raggiungere il pomello della porta, che era già accostata, e la spinze con forza per farla aprire del tutto , sempre rimanendo in guardia con la spada. I suoi occhi non si abituarano subito all' oscurità che regnava la dentro e quindi ci misero un po a mettere a fuoco l'immagine che aveva davanti. Quando finalmente i contorni iniziarono a farsi più marcati, nella penombra della sala d' ingresso vide un enorme creatura che con i suoi artigli perforava il corpo di Thomas.

#spazio dell' autrice
Ed ecco il secondo capitolo di oggi.
Non dico niente e lascio commentare voi. Se la suspense vi sta uccidendo lasciate una stellina così magari aggiornerò prima (^_^)

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