Capitolo 28

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Thom si svegliò di soprassalto quella mattina. Non che ormai non ci si fosse abituato. Ogni notte sogniava mondi demoniaci e umani devastati dalla morte e dalla distruzione. Sennò gli si presentavano le immagini della sua famiglia e dei suoi amici fatti a pezzi e mangiati da creature rivoltanti. E infine gli appariva Alastair, in mille realtà diverse ma sempre con lo stesso finale, morto e ormai freddo tra le sue braccia. Ormai gli era difficile dormire più di qualche ora a notte e quel giorno era stato lo stesso. Anche se stranamente quetsa volta non riusciva propio a ricordare cosa avesse sogniato. Aveva la sensazione che qualcosa di brutto fosse successo in quel incubo ma non ricordava cosa.

Thom si alzò con i sudori freddi che gli percorrevano la schiena e andò a sciaquarsi il viso nella bacinella poggiata su la toiletta.
Era passate quasi tre settimane da quando era quasi morto ma nello specchio vedeva ancora le profonde occhiaie sotto gli occhi e il colorito più pallido del solito. Era anche dimagrito. Non aveva mai appetito e spesso aveva la nausea anche dopo un solo boccone. Ormai i vestiti gli cadevano un po' sulle spalle e non aderivano più al suo corpo come prima.

Mise le mani nell' acqua ormai congletata e si strofinò il viso come a cercar di cacciar via i fantasmi del incubo appena fatto. Dalla finestra della sua camera entravana la prima luce del mattino. Il sole era già sorto ma non doveva essere più tardi delle sette. Aveva una gran voglia di andar fuori a fare una corsetta e sentire nei polmoni il freddo pungente delle mattine londinesi ma sospettava che anche quel giorno i suoi genitori glielo avrebbero impedito. Lui non gli biasimava. Vedendosi nello specchio poteva capire il perché ma in realtà dal punto di vista fisico si sentiva piuttosto bene. Però suo padre e sua madre, nonostante le sue richieste, non cedevano e continuavano imperterriti a sostenere che si sarebbe dovuto riprendere del tutto prima che gli permettessero di uscire. D' altronde Thom non voleva neanche insistere troppo. La prima volta che gli aveva visti dopo essersi svegliato gli erano sembrati così invecchiati che si era chiesto se non fosse passato un decennio invece che qualche giorno. Aveva avuto paura per loro. Che sarebbe successo se lui non si fosse svegliato? Si sarebbero mai ripresi? Si chiedeva. E così evitava di insistere quando sua madre e suo padre gli proibivano di uscire. Non che questo non lo irritasse, aveva più di diciotto anni, che diamine! però li capiva e così non faceva tante storie.
Quel mattino Thom però decise che era arrivato il momento di mettere piede fuori da casa. La sua salute mentale stava verticosamente cedendo nonostante le visite giornaliere dei suoi amici. In più doveva andare in un posto ad ogni costo. Non avrebbe più rimandato. Se oggi non si ribellava aveva paura che i suoi genitori iperprotrettrici non lo avrebbero mai più fatto uscire. Si sentiva raperonzolo nella torre e doveva trovare il mondo per evadere da quella prigione. Così si levò la vestaglia, prese un vecchio paio di pantaloni e una camicia e si vesti. Infine si sistemò i capelli al meglio che pote', per dare una parvenza di salute e scese al piano di sotto.

Suo padre e suo madre erano già seduti al piccolo tavolo della cucina. L' aria era carica dell'odore del pane appena sfornato e aroma fruttato del tè caldo versato nelle tazze dei suoi genitori. I due stavano parlando tra di loro a bassa e voce e a Thom sembrarono preoccupati. Le rughe che si erano aggiunte sui loro volti negli ultimi mesi gli facevano ancora uno strano effetto. Si chiese quante di esse fossero comparse a causa sua.

"Buongiorno" esclamò schiarendosi la voce. I suoi sembrarono colti di sorpresa, come se non si fossero accorti che lui era nella stanza e probabilmente era propio così.

" Tesoro che ci fai già alzato? Lo sai che dovresti riposare..." gli fece notare sua madre preoccupata mettendo una mano sul braccio di suo padre. In effetti da quando era tornata a casa scendeva a colazione solo verso le nove anche se in realtà si svegliava ore e ore prima. Lo faceva per non far preoccupare i suoi genitori ma anche per non subire sua madre che lo rimproverava dicendoli di tornare a letto. Questa volta però sembrò andargli bene.

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