Capitolo 7

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Alastair doveva propio trovare un posto dove dormire quella notte. Quella precarietà lo disturbava terribilmente. Scelse di andare in una bettola e di ordinare qualche drink in modo da arrivare in alla mattina seguente. Doveva però star attendo a non esagerare perché i pochi soldi che aveva con sé bastavano a mala pena per il viaggio in treno del giorno dopo.
L' ingresso di quel luogo non prometteva niente di buono ma Alastair era abituato ad andar a riprendere suo padre in posti ben peggiori di quello così entrò senza troppe cerimonie. Si notava subito che era proprio fuori luogo. I suoi vestiti erano fin troppo puliti ed elaborato rispetto a quelli dei frequentatori abituali di quella bettola. I loro erano stracci luridi utili solo a lavorare in fabbrica e le loro facce, consumate dalla fatica, non mostravano nessuna traccia d' espressione. Dalla quantità di alcol che ordinavano sembrava che fosse proprio quello a mandarli avanti. Forse era proprio così. Il ragazzo entrò e si mise in un tavolo all' angolo per non attirare troppo l' attenzione su di se. Nonostante l' apparenza Alastair non era molto incline a fare a botte, anzi era qualcosa che non aveva mai sopportato. Se quella giornata fosse finita in una rissa si sarebbe direttamente buttato dal Tower bridge.
La cameriera arrivò, così si fece portare un whisky liscio. Ad un certo punto  le porte del locale sbatterono facendo entrare un gruppo di uomini accompagnati da quelle che probabilmente erano prostitute. Stavano ridendo tutti e sembrava fossero già ubriachi. Uno di loro stava stringendo un po troppo forte il braccio di una delle ragazze. Era sulla cinquantina, capelli brizzolati con una corporatura robusta tipica dei lavoratori in fabbrica. "mi fai male! " disse la ragazza cercando di spostarsi dal brutto ceffo. Lui continuava a tirarla cercando poi di metterle le mani dentro lo scollo del vestito. " una sgualdrinella come te non ha diritto di parlare. Ti ho pagato fin troppo quindi farai cosa ti dico" disse l'uomo stringendo a sé la ragazza. Quest ultima aveva una un espressione terrorizzata, sembrava fosse la sua prima volta. Cerco di liberarsi dalla presa forte che la tratteneva ma con scarsi risultati.
Alastair non sapeva  cosa fare, se fosse intervenuto sarebbe finito nei guai ma non poteva neanche lasciare quella povera donna in pasto a quegli animali. Intanto la ragazza si era buttata a terra e così facendo riuscì a fare qualche passo verso l' uscita ma poi l'uomo parlo' al resto del gruppo " non lasciatela andare via, ho già pagato per il servizio che mi deve stanotte e finché non l' avrò lei non se ne andrà" così dicendo gli altri uomini fermarono la ragazza" vi prego lasciatemi! " disse singhiozzando" vi ridaro' tutti i vostri soldi signore! " e lancio delle banconote a terra" fatemi andare via perfavore " concluse con sguardo stravolto. A queste parole l' uomo si avvicinò scuotendo la testa" non credo che andrà così tesoro" disse con una faccia spaventosa poi li mise una mano sullo scollo del vestito e con una mossa netta le lo strappò. La donna si accascio' a terra cercando di coprirsi con quel poco di stoffa che aveva. Le lacrime le solcavano le guance sbavandole tutto il trucco
A quel punto Alastair non poté più trattenersi si alzò di scatto dal suo angolo e in pochi passi fu di fronte all' uomo. " lasciala stare e falla andare via. Non te lo ripeterò un alta volta" gli umoni iniziarono tutti a ridere con foga " che pensi di fare bel damerino? I turchi come te dovrebbero rimanere al paese loro." Alastair non era abituato a questo genere di battute perché i neplim facevo o ben altri tipi di distinzioni. Riuscì comunque a mantenere la calma. Era ben consapevole del fatto che probabilmente gli avrebbe uccisi tutti sé avesse voluto ma non voleva arrivare a tanto. " vi do dieci secondi per uscire da questa locanda e non tornare mai più, poi non risponderò delle mie azioni. Non intendo ripetermi" inizio a fare il conto alla rovescia nella sua mente mentre gli altri continuavano a ridere. L'uomo di prima poi si avvicinò al ragazzo e cercò di scanzarlo con una spallata per riprendersi la sua preda iniziale che ora era a terra e guardava in basso. Però, nonostante la grande forza del uomo, Alastair non si mosse di un centimetro e tutti rimasero quindi sbigottiti dalla cosa. Il bruto capi subito di dover ristabilire l'equilibrio e far vedere che era ancora lui il più forte quindi scocco' un pugno all' altezza della faccia al ragazzo ma lui si scanzo' con grazia senza nemmeno troppo sforzo. Ci riprovo' altre due o tre volte ma capi che era inutile così chiamò a raccolta tutti i suoi compagni " che fate lì impallato? Facciamo abbassare la cresta a questo meticcio!" disse invitando così ad attaccare. Alastair pensò un attimo ti poter rispondere al fuoco ma sapeva che qualcuno sarebbe morto se lo avesse fatto. Si limitò quindi a schivare.
I colpi arrivavano da tutte le parti e quelli che non riusciva a evitare li bloccava in aria. Sembrava come una danza dove ogni tanto qualcuno si prendeva un pugno dalla stesso compagno. Però Alastair senti il lamenta della donna alle sue spalle e girò un attimo la testa per vedere cosa stesse succedendo. Gli uomini approfittarano del momento per scagliarsi con più forza verso di lui. Un pugno lo colpì in pieno viso mentre un altro lo prese sulla bocca. Altri, un po meno forti, lo colpirono al petto e infine due colpi allo stomaco li spezzarono il fiato. Doveva reagire in qualche modo così fece un salto e sorpasso le teste degli uomini. Tutti rimasero stupefatti" ma che razza di mostro sei mai tu? " spunto' uno di loro" potrei chiedere lo stesso a tutti voi" puntualizzo' il ragazzo con sguardo di sfida. Un altro lamento giunse dalla donna che ormai si trovava al centro del gruppo. Un uomo la stava tenendo per i capelli mentre l' altro cercava di spostarli le mani dal seno nudo. Alastair divenne rosso di rabbia. Non seppe più trattenersi. Iniziò a farsi largo tra la folla a son di pugni perfettamene assetati e spintoni. Ogni uomo che colpiva rimaneva a terra svenuto. Arrivò finalmente alla ragazza e vide che i due uomini che la molestavano non si erano accorti di lui. Aveva una gran voglia di ucciderli, di farli sparire come faceva con i demoni ma il loro viso da uomini lo trattenne. Gli prese entrambi per il collo della camicia e li scaravento' a terra, cinque metri più in là. A quel punto si tolse la giacca, che ora aveva degli strappi dovuti al movimento, e coprì la ragazza che stava accovacciata per terra.
Ora gli uomini non sapevo  più cosa fare. Si senti però una voce provenire da dietro la folla " lasciate andare il mostro e la puttana che protegge. Non vale altro del vostro tempo e non voglio che distrugga ancor di più la mia locanda" era  il proprietario che parlava. Alastair lo aveva visto prima dietro al bancone e non aveva mosso un dito per difendere la ragazza. Alastair avvolse la donna nella sua giacca e poi la prese in braccio"noi c'è ne andiamo. E guai a voi se provate a seguirci" disse dirigendosi verso l' uscita.

#spazio dell' autore
In questo capitolo ho cercato di trattare un argomento un po delicato. Non sono nessuno e parlare di queste cose non è un gioco ma nel 1900 erano avvenimenti all' ordine del giorno e una bettola come quella che ho descritto era molto probabile che avvenisse.
Ho deciso inoltre di non lasciare il personaggio della ragazza così campato in aria ma di darli una storia che inizierò nel prossimo capitolo.
Commentate se lo avete trovato noioso o se preferireste più scene Lighstain ( mi è appena venuta in mente questa ship e mi piace ;) però sappiate che farò come mi pare probabilmente. Kiss, kiss

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