20.2 La giusta rotta

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Il sole galleggiava placidamente lungo la linea dell'orizzonte, quando la nave attraccò al porto dell'Autunno. Raissa salì sul ponte del vascello e guardò in alto, verso gli stendardi assenti che avrebbero dovuto tremare al soffio del vento, ma che invece lei aveva provveduto a rimuovere non appena le coste del Copne erano state abbastanza lontane, quando in mare aperto nessuno le avrebbe notate. Sorrise al vedere i suoi soldati che si improvvisavano mozzi e marinai per mantenere un certo decoro, perché sapevano che lei non sarebbe stata clemente se qualcosa fosse stato fuori posto. L'ordine in ogni luogo e in ogni situazione era un obbligo e chiunque fosse passato per i ranghi del suo esercito aveva dovuto impararlo sin da subito.

Sulla terraferma, un uomo si avvicinò al molo a cui il vascello dei De Ghiacci era ormeggiato, e si inchinò al cospetto della principessa. Raissa si avvicinò a lui, con un ghigno di soddisfazione sul volto: era un sollievo essere di nuovo a casa. Non perché non le piacesse muoversi di nascosto, rendersi invisibile a chi avrebbe potuto vederla, ed escogitare nuovi stratagemmi, bensì perché aveva bisogno di un momento di tregua dai suoi stessi sotterfugi.

«Altezza, avete bisogno di riposo? Posso mettervi a disposizione tutte le mie stanze, i miei ospiti possono spostarsi altrove» azzardò a domandare quell'ometto, che lei riconobbe come il proprietario della locanda adiacente al porto.

Con un cenno della mano rispose di no. «I miei soldati torneranno alla loro caserma, io rimarrò ancora per un po' sulla mia nave.»

Sottolineò la parola con particolare enfasi, provando una gioia indescrivibile nel poter sfoggiare il magnifico vascello dei De Ghiacci come proprio. Lo considerava alla stregua di un bottino di guerra; ma d'altra parte la loro famiglia avrebbe inevitabilmente dovuto pagare un piccolo pegno per rimanere al sicuro. Non aveva interesse a conquistarli, perché sarebbe stato un impegno inutile per il suo esercito e perché quell'attacco non sarebbe passato inosservato: preferiva averli alla sua mercé con il minimo sforzo.

«Come desiderate» la assecondò quello, con un altro profondissimo inchino.

Raissa gli fece cenno di poter andare e lo guardò trotterellare sul molo, poi sulla terra battuta fino all'ingresso della locanda. Era così facile avere l'ubbidienza incondizionata del suo popolo, e quella sensazione di potere la inebriava, che le procurava i brividi sulla pelle ogni volta. Quando un popolano era riverente nei suoi confronti e pronto a eseguire ogni suo desiderio, lei si sentiva più soddisfatta di quando i suoi soldati la seguivano in guerra, perché ai sudditi comuni non apparteneva quella ferrea disciplina di ordine e comando che invece era impartita nell'esercito. Certo, tutti erano obbligati a piegarsi alla sua volontà, ma l'Autunno non si illudeva: il popolo aveva sempre un minimo margine di autonomia, che i suoi genitori le avevano insegnato a rispettare. Dalla loro illusione di essere padroni del proprio destino, quando invece erano sotto il giogo dei reali, dipendeva la quiete interna al regno. Non c'era bisogno di instaurare una tirannia nei propri possedimenti.

Ad attirare la sua attenzione fu un giovanotto dai capelli scuri e un sorriso complice sul viso: si era avvicinato al molo e la guardava con aria seria. Raissa lo riconobbe subito: gli fece cenno di salire sulla nave e quello annuì, prima di eseguire.

La principessa si rivolse a uno dei suoi uomini, che stava pulendo il legno della nave. «Appena avrete finito qui, tu e gli altri potrete tornare alla caserma Ho detto al locandiere che non abbiamo bisogno delle sue camere. Potrete riposarvi una volta arrivati a destinazione.»

Quello fece un cenno di assenso con il capo, senza proferire parola, mentre l'ospite della sua futura regina arrivava sul molo e saliva a bordo.

«Mia signora» la salutò con un sorriso beffardo.

«Non prenderti gioco di me, potrei tagliarti la lingua, se solo lo volessi» ribatté lei, senza una reale severità. «Attendevo tue notizie, eppure non mi aspettavo che ti avrei trovato qui.»

Selenia - Trono rovesciatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora