Il sole fece capolino dalla finestra, colpendo Giampiero sul viso con raggi orizzontali. Era ancora l'alba quando lui si svegliò sul letto duro nel quale aveva dormito. Pur mantenendo gli occhi chiusi, capì di essere del tutto desto solo nel momento in cui alle sue narici giunse l'odore amaro del caffè, probabilmente appena preparato. Ebbe un piccolo istante di esitazione prima di aprire gli occhi e ricordare dove fosse, poi gli sovvenne il percorso fatto la sera precedente, le indicazioni dategli dalla principessa e il suo stesso stupore nel constatare le incredibili capacità di chi aveva costruito quel passaggio che collegava castello alla periferia della capitale.
Appena giunto, era stato accolto a braccia aperte da una donna di mezza età, a cui Flora aveva accennato. Gioviale e cortese nonostante le umili origini, come il marchesino aveva avuto modo di notare con un pizzico di curiosità per quell'ambiente, per lui così estraneo. Abituato agli agi delle corti presso cui era ospite, non conosceva altri stili di vita né come realmente vivessero i sudditi, e si rese conto di quella propria mancanza mentre si rivestiva sotto gli sguardi sbiechi dei raggi. Era però ancora in tempo per apprendere, grazie ai suoi ventitré anni, e non si sarebbe lasciato sfuggire nessuna occasione per poterlo fare.
Prima di uscire dalla camera provò a risistemare le spesse trapunte che, nonostante la coltrice dura, gli avevano concesso un riposo sereno, ma ci riuscì con risultati molto più che discutibili. Fece una smorfia di disappunto, insoddisfatto: non gli sembrava di rendere giustizia all'ospitalità ricevuta e si ripromise di scusarsi con la padrona di casa.
Uscì dalla spoglia e angusta camera, e si ritrovò in una piccola stanza adibita a cucina e sala da pranzo. Poche sedie attorno a un tavolo modesto ne costituivano il principale arredamento, mentre il pavimento era occupato soltanto da casse con frutta e verdura. Una porta socchiusa affacciava su uno spazio aperto, forse un orto o un campo coltivato di più grande estensione. Giampiero si sporse per osservare, incuriosito, e respirò a pieni polmoni l'aria frizzantina del mattino. Ormai era estate, ma a quell'ora e durante la notte le temperature di certo non potevano definirsi elevate.
Elide, la donna che lo aveva accolto la sera precedente, era accovacciata presso una pianta di pomodori e ne raccoglieva in una cassa di legno che teneva sulla terra battuta, accanto a sé. Il marchesino si soffermò sulla sua figura china, intenta al lavoro, per qualche istante prima di volgersi verso il resto del campo. Le piante erano disposte in fila a partire dalla porta sul retro della casa, e a ogni fila apparteneva una coltura diversa. Giampiero non poteva affatto definirsi un esperto di agricoltura, tutt'altro, e non era in grado di distinguere un cetriolo da una zucchina, ma rimase affascinato da quell'ordine. In fondo e ai due lati il campo era circondato da una piccola staccionata di paglia, alta poco più di un metro, oltre cui si intravedevano altri orti, ognuno dei quali appariva diverso da quelli confinanti per ciò che vi veniva coltivato, e altre case di contadini.
«Buongiorno, marchese. Avete dormito bene?» domandò Elide, destandolo da quella muta contemplazione.
Giampiero annuì, quasi distrattamente, rapito dal gioco di colore dei raggi mattutini che si riflettevano sulle nubi giunte a ricoprire Nilerusa durante la notte: alcuni cirri si scagliavano rosati contro il cielo ancora scuro, mentre nuvole più basse erano indorate dalla luce solare che vi si rifrangeva.
«Vi ho preparato del caffè, è nella brocca di vetro sul tavolo» gli sorrise benevola la donna, senza interrompere il suo lavoro.
«La ringrazio» sorrise di rimando. La lasciò intenta a raccogliere qualcosa dal terreno e rientrò in casa. Si sedette al tavolo e versò in una tazzina, che Elide aveva lasciato lì per lui, un po' di quel liquido scuro, per poi addolcirlo con del miele. Forse lo zucchero era un bene di lusso a cui lei non poteva accedere, o forse, molto più praticamente, era qualcuno dei vicini a fornirle quella sostanza ambrata, in cambio di qualcuno dei suoi ortaggi.
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Selenia - Trono rovesciato
FantasíaLIBRO I - COMPLETO «Agli Autunno piacciono gli scacchi» ribatté lei con dolcezza. «Si racconta di un loro avo che sfidava i condannati a morte a giocarci... se lo sconfiggevano avevano salva la vita. Viceversa... [...] Quella con Raissa è una par...