Melissa lasciò due mantelli scuri fuori dal cancello, vicino al punto in cui ruotavano i cardini. Sapeva che la cameriera di Felicita li avrebbe trovati, era stata molto precisa nel darle le indicazioni: era necessario che nessuno scoprisse la fuga di Nicola.
La Lugupe guardava ipnotizzata l'ala più lontana del palazzo reale bruciare per le fiamme. Non riusciva a credere di essere stata salvata e ancor meno riusciva a credere alle parole della maggiore delle sorelle Autunno: l'incendio sarebbe rimasto circoscritto alla reggia, senza propagarsi nel cortile esterno e senza toccare Mitreluvui.
La notte era silenziosa, anche se il sonno profondo da cui era stata destata le suggeriva che l'alba dovesse essere ormai prossima.
«Non possiamo rimanere qui. Se la fuga di Nicola prima o poi sarà scoperta, è meglio che tu rimanga ancora nell'ombra» disse la principessa Autunno.
«Pensi che Felicita lo dirà a qualcuno?» domandò la Lugupe. Confidava nella lucida saggezza della sovrana, che si sarebbe messa al riparo dall'incendio per poterne spiegare la causa alla donna che aveva condannato lei e Nicola con tanta severità.
«Lei non dirà nulla a nessuno» asserì invece Melissa, dirigendosi verso occidente. «Dopo questa notte non credo che lo farà.»
«Mi stai dicendo che lei è ancora nel palazzo?» esclamò la giovane dello Dzsaco. «Perché non è fuggita?»
L'Autunno rise; e la sua risata riecheggiò nell'ampia via pavimentata. «L'avrebbero uccisa lo stesso, ma almeno così si è risparmiata il processo e l'esecuzione pubblica, che avrebbe angosciato gli cmunici. So che qui la gente è molto affezionata alla famiglia reale...»
«Esecuzione? Per cosa?»
A quelle parole, Melissa arrestò il suo passo: forse qualcosa non era andato come previsto. La Lugupe aveva il volto coperto dal cappuccio del mantello che lei le aveva offerto, la gonna lunga era stata strappata per agevolarle la fuga dalla reggia dei Lotnevi; ma i suoi occhi scuri erano puntati dritti verso di lei, sconvolti da quel suo parlare tanto sereno di questioni gravi, come solo l'esecuzione di una regina poteva essere.
«Tu... tu non sai chi c'era nel palazzo?»
Luciana scosse la testa, sbigottita.
«Alcuni dei partecipanti ai Lupfo-Evoco» rispose lei con semplicità, trattenendosi dallo scrollare le spalle. La questione la riguardava, ma solo fino a un certo punto. «La maggior parte erano delegati di luoghi lontani, come il Ditomo e il Lancobe... ma c'erano anche Matilde Estate e mia madre. Non credo che una nuova convocazione dei Lupfo-Evoco avrebbe salvato Felicita.»
La principessa di Dzsaco strabuzzò gli occhi. «Intendi dire che Amelia e Matilde sono morte?»
L'Autunno si voltò, guardando con malinconia la direzione verso cui si trovava il palazzo reale.«Se non lo sono, lo saranno presto.»
«Ma... tua madre... come hai potuto?»
Melissa riprese a camminare. Non le doveva delle spiegazioni: discorso diverso era stato fornirne a Felicita, che di lì a breve sarebbe divenuta cenere; altro conto era esporre le sue ragioni, mai troppo cristalline, a una persona di cui lei aveva bisogno viva.
«Raissa mi ha detto di farlo e io l'ho fatto» disse soltanto. «Gli ordini dicevano di salvare solo te.»
Non pensò di fare parola sul conto di Nicola, sebbene la Lugupe sapesse che anche il Lotnevi era sopravvissuto a quell'incendio. Non era obbligata a raccontarle l'insieme di intrighi che avrebbe salvato il principe di Cmune.
STAI LEGGENDO
Selenia - Trono rovesciato
FantasyLIBRO I - COMPLETO «Agli Autunno piacciono gli scacchi» ribatté lei con dolcezza. «Si racconta di un loro avo che sfidava i condannati a morte a giocarci... se lo sconfiggevano avevano salva la vita. Viceversa... [...] Quella con Raissa è una par...