Un vento frizzantino soffiava tra le vie di Mitreluvui, annunciatore dell'alba che entro pochi minuti avrebbe dipinto i muri e i vetri delle case della capitale.
Il palazzo reale dormiva sonni agitati, tra chi era impensierito dall'esito dei Lupfo-Evoco e chi invece, ancora non ne vedeva attuata la sentenza. Che si fosse a favore o contro la morte di Nicola Lotnevi, quella non era una notte serena.
Una figura entrò di nascosto nella reggia, approfittando della sonnolenza delle guardie che Donna Clara aveva posto agli ingressi; constatò che persino l'autorevole regina di Cmune era stata scavalcata e si chiese se i suoi piani fossero ugualmente attuabili. Nascosta dal mantello scuro come la morte, si inoltrò tra i corridoi, percorrendoli in punta di piedi: nonostante la propria invisibilità, le precauzioni non erano mai abbastanza. Anche se sapeva che solo togliendosi la stoffa atra dal viso sarebbe stata scorta, non si sentiva al riparo, poiché le era stato detto che proprio in quella reggia aveva preso dimora Amelia Autunno, tra coloro a cui Donna Clara aveva dato compito di vegliare sui cortigiani e sui reali.
Avanzò di soppiatto, come una ladra di Cremini; o meglio, come aveva sentito raccontare sul loro conto.
Salì le scale senza perdere tempo ad ammirarne la maestosità, e raggiunse in fretta il luogo che la interessava: gli appartamenti di Felicita.
Superò la sala della teletta dove, su un divano imbottito, dormiva la cameriera personale della sovrana. La fanciulla, immersa in un sonno profondo, emetteva piccoli sbuffi ritmici, come se non le fosse permesso russare. La figura sorrise nel vedere la fedeltà della ragazza nei confronti della sua signora e la ammirò: lei era invischiata in così tanti doppi giochi, che non sarebbe mai stato semplice spiegare la sua posizione.
Superò quella sala e anche quella del guardaroba, giungendo infine alla camera da letto della regina.
Felicita dormiva, serenamente, con i capelli sparsi sul cuscino, la trapunta sottile che la ricopriva fino alle spalle.
La figura invisibile si tolse il cappuccio, mostrando il suo volto alle tenebre.
«Maestà...»
La sua voce era un sussurro, ma fu sufficiente a destare la donna, che spalancò gli occhi e rimase terrorizzata nel vedere davanti ai suoi occhi i lineamenti severi degli Autunno.
«A-amelia?» balbettò, tremando all'idea di un agguato notturno.
«No, Maestà, sono Melissa Autunno. Non ci siamo mai incontrate finora.»
Parlava pacata, nel tentativo di rasserenare la regina: non era nelle sue intenzioni spaventarla.
«Cosa vuoi da me?» bisbigliò Felicita. Avrebbe voluto urlare, gridare che qualcuno arrivasse da lei a liberarla da quell'incubo; perché solo come tale avrebbe considerato la presenza di un Autunno nella sua camera da letto. La voce della sovrana si fermava in gola, uscendone strozzata e flebile.
«Sono qui per proporvi un accordo» mormorò Melissa.
«Non ho niente da offrire, tutto quello che ho mi sarà portato via tra pochi giorni» asserì la regina. La vita del suo unico figlio era appesa a un filo che si assottigliava con il passare delle ore.
«Su, Maestà, non dite così» la incoraggiò Melissa, con tono conciliante. «Avete un regno a cui pensare, il cui destino è nelle vostre mani. Io sono qui perché so che Nicola non ha ucciso suo padre.»
«Come puoi saperlo? È stata Raissa? E ora ti manda qui perché prova rimorso?»
Nel buio, Melissa rise dell'ingenuità di quella supposizione. «Mia sorella non conosce il rimorso. C'è lei dietro l'uccisione di vostro marito, per questo mi ha ordinato di venire qui e... ma questo non importa. Accendete una candela, sarà meglio.»
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Selenia - Trono rovesciato
FantasyLIBRO I - COMPLETO «Agli Autunno piacciono gli scacchi» ribatté lei con dolcezza. «Si racconta di un loro avo che sfidava i condannati a morte a giocarci... se lo sconfiggevano avevano salva la vita. Viceversa... [...] Quella con Raissa è una par...