I festeggiamenti per la nascita del Figlio del Mare duravano un'intera settimana; alle sfilate nelle strade di ogni villaggio del regno si accompagnavano numerose feste alla reggia, a cui i nobili di tutta Selenia erano invitati a prendere parte.
L'allegria pervadeva l'aria persino più di quanto fosse consueto in quel regno: a ciò contribuivano le candele di un lume dai più vari colori, a cui i coltivatori di cera alle pendici del promontorio di Punta Salina dedicavano molte cure, tramandando la tradizione di generazione in generazione attraverso i secoli. Buona parte di quelle candele serviva per addobbare il palazzo reale, per rendere omaggio a Vudeli, dall'animo gioioso, seppur bizzoso: proprio a causa di quest'indole capricciosa, i sovrani si adoperavano perché ogni anno la festa fosse migliore dell'anno precedente, per evitare di incorrere nelle ire del dio. Pur essendo molto devoti e molto ossequiosi nei suoi riguardi, il Figlio del Mare era temuto: risaliva solo a una cinquantina di anni prima la sua ultima furia, che aveva fatto innalzare le acque del Litil e del vicino oceano; un muro marino si era abbattuto sulle coste, distruggendo edifici e case, sradicando alberi, trascinando con sé vite umane.
L'unico luogo del regno ad essersi salvato era stato il palazzo. Un'immagine del dio si era levata dalla schiuma delle onde: i sovrani erano stati chiamati in fretta perché vedessero Vudeli, giunto per rimproverarli di aver diminuito i sacrifici nelle ultime settimane, minacciando in futuro una pena più severa.
Molti, ad udire tale racconto, ne ridevano, così come stava ridendo Erik passeggiando insieme ad Ariel tra i corridoi, diretti verso uno dei saloni più ampi in cui avevano dato il via alle danze.
«Avresti dovuto sentire mio nonno!» lo rimproverò lei sottovoce, tuttavia senza serietà. «Era soltanto un bambino quando ha visto Vudeli comparirgli davanti... era tanto spaventato che ha dato il via a queste feste sempre più sfarzose!»
Avevano chiacchierato a voce bassa per tutto il tragitto, tacendo non appena si trovavano in prossimità di altri cortigiani: era stata premura della principessa Dal Mare che nessuno li riconoscesse.
La fanciulla aveva fatto recapitare nella camera del principe straniero un vestito dalla tonalità verde scuro, il cui tessuto cambiava sfumatura a ogni minimo movimento, come richiamando il colore del mare in tempesta sotto un cielo pumbleo; a tale abito era abbinata una maschera da apporre sul viso per coprire la forma degli occhi e le fattezze del volto. Osservandosi in uno specchio, Erik stesso non era stato in grado di riconoscersi; se per sventura fosse stato presente Tancredi Inverno a quella festa, neanche lui si sarebbe accorto che si trattava proprio del figlio: tra gli ospiti variopinti, quei due che procedevano a braccetto fingendo grande intimità sembravano una coppia qualsiasi, perfettamente anonima.
La principessa indossava una veste lunga del medesimo colore di quella dell'ospite, e aveva avuto inoltre l'accortezza di indossare una parrucca che nascondesse il più chiaro indizio sulla sua identità: quel fiume ondeggiante di capelli rosso fuoco non era una caratteristica molto comune.
Erik non aveva avuto bisogno di domandarle il motivo di quell'ulteriore precauzione, perché lei stessa lo aveva avvertito che durante la serata l'avrebbe lasciato solo per incontrarsi con "il suo lui", come lo aveva definito.
Si inoltrarono nell'ala più affollata del palazzo, nascosti tra le maschere, scivolando inosservati tra gruppi di cortigiani intenti a chiacchierare tra loro con piattini colmi di cibo tra le mani: un'usanza molto buffa, notò Erik, che preferiva rimanere seduto a tavola per consumare i propri pasti e che in occasione di feste come quella si trovava a disagio nel mangiare senza le posate e in piedi come un cavallo nella stalla. L'educazione impartitagli dalla madre lo induceva ogni volta a osservare con un grado di diffidenza il comportamento tenuto lì persino dai nobili, anche quelli di origine straniera che giungevano ospiti.
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Selenia - Trono rovesciato
ФэнтезиLIBRO I - COMPLETO «Agli Autunno piacciono gli scacchi» ribatté lei con dolcezza. «Si racconta di un loro avo che sfidava i condannati a morte a giocarci... se lo sconfiggevano avevano salva la vita. Viceversa... [...] Quella con Raissa è una par...