24.1 I misteri della Luna

63 22 6
                                    


Dopo gli accadimenti del giorno prima, la Sposa del Sole aveva consigliato ai rifugiati di prendersi del tempo per riposare, prima di entrare nella sala dove custodivano le profezie. L'intero gruppo aveva accettato, anche se di malavoglia perché tutti, persino Arturo, avevano il timore che lei potesse mettersi in contatto con Raissa e raccontarle dei soldati uccisi lì.

Tuttavia, la sacerdotessa aveva spiegato loro, con un gran sorriso, che lei faceva parte di quelle pochissime persone che diffidavano dell'ascesa della principessa mediana.

"Perché, voi chi vorreste sul trono?" le aveva domandato Claudio, con innocenza.

"Deianira" aveva risposto lei. "Sembra l'unica a cui davvero importi di noi."

Nessuno aveva commentato, anche se Flora aveva rivolto uno sguardo perplesso ad Arturo, che si era limitato a scrollare le spalle senza dire nulla.

Il nuovo giorno era arrivato e la Primavera era già in piedi, e scuoteva Stella, con cui aveva condiviso la camera, per svegliarla.

«La prossima volta piuttosto dormo da sola sulla terra» biascicò lei, aprendo gli occhi. «Anche a costo di prendere la pioggia.»

Da quando avevano messo piede tra le pareti del tempio, l'acquazzone aveva aumentato la sua intensità, e loro si erano salvati appena in tempo dalla tempesta che, ormai, imperversava da ore.

Flora non replicò, limitandosi a bagnare il viso con l'acqua pulita che della bacinella che un giovane sacerdote le aveva portato lì la sera prima. Non voleva dirle che durante la notte l'aveva sentita agitarsi, borbottare qualcosa e persino gemere, come se fosse sul punto di scoppiare in lacrime.

Neanche l'Estate disse nulla a proposito del giorno precedente, come se destandosi del tutto si fosse ricordata cosa era successo, cosa aveva fatto, e ne fosse ancora sconvolta. Guardò con dispiacere i suoi sandali infangati e infilò i piedi in una delle due paia di stivali che la Sposa del Sole aveva portato per loro. Si avvicinò alla sua bacinella e si bagnò il viso senza entusiasmo, prima di asciugarsi con la stoffa morbida che era stata messa a loro disposizione.

«Ci troviamo in territorio nemico» commentò, mentre vedeva Flora seduta sul letto, pensierosa e pronta per uscire dalla stanza. «Non sconosciuto, ma nemico. Se Raissa scopre che siamo proprio qui, corriamo dei guai seri. Del tipo che anche tu potresti avere il bisogno di uccidere. So che non vuoi farlo, ma devi pensare anche a questo: non siamo in una guerra dichiarata, ed è ancora peggio, perché ogni nostra azione è nel segreto. Se troviamo la profezia che parla di te e Raissa, se scopriamo che tu davvero sei destinata a sconfiggerla, non puoi lasciarti uccidere da un soldato qualsiasi. Devi difenderti. So che non approvi i modi di Arturo, ma pensaci su. Non sappiamo per quanto resteremo insieme, dovrai riflettere se imparare da sola o se accettare l'aiuto di chi è qui per difenderti anche a costo della sua vita. Sarà anche pagato, ma sta correndo dei rischi che in tanti non si assumerebbero.»

Flora la ascoltava, anche se senza entusiasmo. Non era il momento per quel genere di discorsi.

Stella aveva notato la sua indisponenza, ma non per questo aveva intenzione di cedere. «Noi non abbiamo idea di cosa accadrà domani, se ritorneremo nell'Estate o se saremo ancora qui o se addirittura le nostre strade si separeranno. Io voglio solo che tu stia bene e, soprattutto, che tu sia viva. Non potrei sopportare l'idea di perderti per sempre.»

La Primavera sospirò. «Sinceramente, sono spaventata. Non sento più quella forza che mi era data dall'avere tutto sotto controllo... mi sento in balia di qualcosa che è più grande di me.»

Selenia - Trono rovesciatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora