17.1 Armonia incrinata

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Le luci della nuova alba erano ancora lontane dall'affacciarsi all'orizzonte. Il buio soffocava il porto di Copne, con l'aria frizzantina della notte che pungeva la pelle del viso lasciata scoperta. L'odore di salsedine era disgustoso, Melissa faticava a trattenere una smorfia di disappunto. Scoccò un'occhiata di biasimo alla sorella, che invece sorrideva sbieca con lo sguardo rivolto alla via, ancora deserta, da cui entro pochi minuti sarebbero sbucati i soldati e i loro prigionieri.

«La Lugupe allora è dei nostri?» sussurrò Raissa alla figura incappucciata.

Melissa annuì. «Sì, ha accettato la nostra proposta. Per lei, però, ho dovuto anche liberare Nicola Lotnevi. So che non era nei piani, ma in futuro potrebbe essere un alleato valido.»

La maggiore delle Autunno tacque, attendendo la reazione della minore. Aveva mentito, non solo sulla ragione per cui aveva sottratto il principe di Cmune al suo destino, ma anche su una futura alleanza con lui; o meglio, non aveva specificato chi altro avrebbe riguardato.

Il suono della risacca accompagnava i suoi pensieri, mentre sul pontile tutto taceva. Non era stato necessario avvertire nessuno che la nave dei De Ghiacci avrebbe lasciato il porto. Il conto per aver ormeggiato il vascello era già stato saldato e gli uomini della scorta di Bianca e Roberto erano stati uccisi da quelli di Raissa. Allo stesso modo, mentre le due parlavano, alcuni assassini scelti si stavano sbarazzando dell'intero equipaggio senza lasciare traccia della loro presenza nella locanda lì vicino.

Melissa rimpianse di non essere stata inviata a sbrigare quella faccenda: sporcarsi le mani non era un problema per lei, capiva l'esigenza del segreto. Quel mistero con cui le persone scomparivano contribuiva ad alimentare le dicerie su lei e la sorella; soprattutto sul conto di Raissa. E, di conseguenza, ingigantiva il timore nei loro confronti.

«Un Lotnevi riconoscente per la propria vita ci permetterà di attraversare lo Cmune con più discrezione» commentò lei dopo aver rimuginato tra sé. «Non mi piace quando cambiamo i nostri piani tanto rapidamente, ma questa è una buona mossa.»

E non è l'unica che ho fatto a tua insaputa.

«Anche tu hai cambiato i piani» sussurrò la maggiore. «Sai come la penso, non mi fido né di lui né di lei. Milena potrebbe tradirci da un momento all'altro. Il Copne può essere strategico, ma richiede un impegno diverso. Dobbiamo mettere qui qualcuno di nostra fiducia a controllare che la Cordi non prenda iniziative.»

«Lo so... per questo sto pensando se inviare in incognito qualcuno dalla nostra corte. Non abbiamo abbastanza spie e quelle in grado di ingannarla sono già impegnate.»

Melissa sospirò, guardando la navi disposte in ordine. Uno dei soldati, con il volto coperto e la foglia spezzata sul petto che riluceva alla luce della luna, riemerse dal sottocoperta della nave dei De Ghiacci. Si avvicinò alle Autunno, alle quali rivolse un profondo inchino e, senza proferire una parola, consegnò una stoffa lunga e scura alla minore delle sorelle, che la afferrò e la nascose in una tasca del mantello.

«Abbiamo il comando della nave?» domandò Raissa, autoritaria.

L'uomo annuì.

«Bene, va' a controllare se nella stiva c'è il rifornimento di cibo che ci ha promesso Milena. Se non c'è, torna qui.»

Il soldato voltò le spalle e ripercorse i propri passi per obbedire agli ordini della principessa.

Melissa lo guardò con un'espressione indecifrabile sul viso. «La pozione per renderli muti sta funzionando» constatò.

«Un soldato muto non pone obiezioni agli ordini» cantilenò l'altra, ripetendo una nenia che aveva udito un numero infinito di volte. «Su questo nostra madre aveva ragione, ma tagliare la lingua a tutti è uno spreco di tempo ed energie. L'alchimia nasconde meravigliosi segreti che possono esserci utili.»

Selenia - Trono rovesciatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora