15. Pretty eyes

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Louis' pov:

-Quindi dove stiamo andando?- mi domanda Scarlett rigirandosi la mia macchinetta tra le mani mentre la osserva. Quella macchinetta è la mia vita, l'oggetto più importante che io possegga e mai nessuno l'ha toccata, sto tremando dal nervoso.

Se dovesse rompersi non avrei problemi a pagare la riparazione, ma non voglio che le succeda niente comunque. Faccio un respiro profondo.

-In un vecchio edificio abbandonato, tipo la scuola dove siamo stati con i ragazzi.- le rispondo cercando di concentrarmi sulla strada.

Dopo una quindicina di minuti siamo arrivati, così smontiamo ed io recupero la mia macchinetta, facendomi seguire all'interno dell'edificio dopo aver chiuso l'auto.

-Mi spaventano questi posti.- sussurra una volta che siamo entrati. La mia risata si fa eco nell'entrata di questa specie di casa gigante. Passo una mano sulla sua guancia e la guardo negli occhi, incatenando i nostri sguardi.

-Però ci sono io. Io ti spavento?- so per certo che mi dirà di no, credo che ormai si fidi di me. Ed io mi fido di lei, per quanto possibile per uno come me. Come potrei non fidarmi di una creatura tanto pura e meravigliosa?

-No Lou.- risponde con un piccolo sorriso. Annuisco e lascio un bacio sulla sua fronte prima di prenderla per mano ed incamminarmi all'interno delle stanze illuminate dal sole, siccome le finestre sono tutte rotte.

Mentre io fotografo qualcosa e becco anche Scarlett in certi momenti, lei mi segue come un'ombra in silenzio, sorridendomi ogni qual volta i miei occhi vanno a cercare i suoi. È incredibile anche solo il fatto che lei mi sopporti.

-Vuoi sapere cosa devi fare per me siccome ho vinto la scommessa?- mi chiede appoggiandosi con le spalle al muro accanto a me, mentre io faccio qualche scatto al muro pieno di graffiti.

-Sinceramente no, ma hai vinto, quindi dimmi.- lei ridacchia e mi tira una piccola sberla sul braccio. Mi giro guardandola malissimo e posso vedere la paura nei suoi occhi, che però si scoglie e se ne va quando le faccio la linguaccia.

-Devi fare a meno della droga per una settimana.- a quelle parole lascio la macchinetta che sbatte sul mio petto, cercando di dare un senso alle sue dannate parole.

È già tanto che non lo faccio più tutti i giorni siccome sono spesso con lei, non posso fermarmi.

-Vuoi per caso farmi morire? Lo sai che non resisterei mai, vero?- le domando con una risata nervosa. Il fatto è che la sicurezza che mi dà l'eroina non me l'ha mai data nessuno, e non voglio rinunciare a ciò che mi fa stare in pace.

-Ti prego provaci, solo una settimana. Magari starai meglio.- mi prega. Solitamente direi un secco no, ma non riesco a rifiutare quegli splendidi occhi verdi, va contro la mia volontà e si sa che io faccio sempre quello che voglio, non quello che è giusto.

Sospiro e annuisco, ritrovandomi stretto in un abbraccio stritolante da parte di Scarlett.



Verso le otto la riporto a casa, assicurandomi che sia entrata in casa prima di andarmene. Quando arrivo a casa ceno con Annette e papà che prontamente mi raccontano che cosa hanno fatto oggi e stronzate varie.

Una volta finito di mangiare mi faccio una doccia e mi perdo a pensare. È stata una bella giornata, potrei definirla così. Non sono uscito di senno neanche una volta e credo sia solo merito di Scarlett. Non so però come farò a stare una settimana senza bucarmi.

-Louis! C'è una bellissima ragazza che chiede di te, dove sei finito?- strilla la voce della moglie di mio padre. 'Una bellissima ragazza che chiede di te'? Che diamine ci fa Scarlett qui a quest'ora?

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