Siamo qui fermi davanti alla casa di Harry a guardare la porta da circa dieci minuti. Sospiro e allungo il braccio verso il campanello, ma faccio lo sbaglio di cercare il suo sguardo.
Occhi azzurri mi colpiscono in pieno, e quello che vedo in loro mi fa abbassare il braccio. Vedo incertezza e paura, il tutto accompagnato dal suo nervosismo.
-Dobbiamo farlo. Vedrai che ci aiuterà.- cerco di rassicurarlo. Anche se l’unico con un problema qui è lui, ci sono dentro anche io soltanto perché c’entra lui. È un ragionamento contorto e insensato, ma la penso così. Devo aiutarlo.
Finalmente trovo il coraggio di suonare quel maledetto campanello, che fa aprire la porta pochi secondi dopo.
Davanti a noi si presenta un Harry tranquillo e sorridente, vestito con un maglione bianco candido e dei jeans neri. Gli sorrido a mia volta quando ci invita ad entrare.
Appena entrati in casa intravedo Anne in cucina e Isabelle, la ragazza di Harry, seduta sul divano. Saluto anche lei con un cenno della mano prima di tornare a guardare gli occhi verdi di Harry.
-Che succede?- chiede un po’ preoccupato. Forse dovremmo appartarci per parlarne, magari uscire a fare un giro o solamente salire in camera sua, per avere un po’ di discrezione.
-Sono nei casini per quella cosa dello spacciatore ucciso e so che tu hai visto qualcosa.- le parole di Louis escono prima che io possa aprire le labbra e proporre di appartarci, tempismo perfetto. Fortunatamente Anne che è in cucina non ci sente, ma Isabelle ha un viso sconvolto.
Harry sgrana gli occhi e mi guarda male, io abbasso il viso e lui si passa una mano tra i capelli.
-Niente di spaventoso, torniamo subito.- avvisa il riccio, prendendoci per le braccia e portandoci in una camera da letto non lontana da qui. Chiude la porta e ci si appoggia, sospirando.
-Cos’è successo?- domanda poi Harry, calmandosi. Louis si siede sul letto accuratamente rifatto e si apre il cappotto, mentre io resto in piedi vicino ad Harry, muta come un pesce.
-Sono venuti da me e adesso credono che io abbia sparato a quell’imbecille.- spiega un po’ alterato il ragazzo castano, evidentemente scocciato dalla situazione.
Spero che tutto questo non degeneri, e spero davvero che nessuno nasconda nulla.
-E l’hai fatto?- domanda Harry cercando di capirci di più.
Oh merda, questo non doveva chiederlo. Ho paura che Louis possa perdere la testa ora.
-No cazzo! Ma vi sembro così tanto un assassino?- comincia ad inveire incazzato, ma basta un mio sguardo a farlo calmare. Perché appena i nostri sguardi si incrociano, capisce il mio rimprovero silenzioso e si placa.
-Okay scusa! Io ho visto qualcosa, è vero, ma non i loro volti. Era davvero buio.- il riccio si morde il labbro inferiore dopo aver detto quelle parole, stressato dalla situazione.
Mi sposto i capelli dietro le orecchie e mi appoggio al muro, cercando di pensare a qualcosa.
-Lo so, lo so. Però mi riconosceresti anche al buio, no? Tipo dal cappotto.- gli occhi di Louis sembrano illuminarsi alla sua idea, spero davvero che questa sia la nostra ancora di salvezza.
-Già. Di sicuro non era come il tuo, il suo era rosso acceso e molto gonfio.- ricorda Harry, facendo fare un sorriso a trentadue denti a Lou.
Perfetto, davvero perfetto. Abbiamo la prova che non è stato lui.
-Bene, grandioso. Adesso basta andare in centrale e far parlare Harry.- Louis si alza in piedi e si avvicina di nuovo a noi. Il riccio annuisce ed esce dalla stanza, seguito da noi due.
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Fanfiction-Parli davvero così tanto?- sbotta roteando gli occhi. Mi ha davvero detto una cosa simile? Che cazzo gli ho fatto io? Mamma mia, volevo solo essere gentile e magari fare conoscenza con qualcuno. ------------ -Perché nessuno ha davvero bisogno di me...