Mancano pochi minuti alla campanella e Louis non è ancora qui. Sbuffo e mi alzo, andando dritta verso il mio armadietto dove lascio i libri che mi serviranno oggi.
Per le prossime due ore ho informatica, quindi posso passare di qui più tardi.
La campanella suona e di Louis neanche l’ombra, quindi decido di andare in classe e prendere posto accanto ad Emma.
Fortunatamente tra noi non ci sono problemi adesso, più o meno abbiamo chiarito tutto, dopo che le ho spiegato che Louis è venuto da me. Le parole che mi ha detto le custodisco gelosamente, tanto sono belle.
Appena suona la campanella della ricreazione esco dall’aula e vado a sedermi sotto le scale, come sempre. Tiro fuori il cellulare e comincio a girare un po’ su facebook, ma qualche secondo dopo qualcuno si siede accanto a me. Alzo lo sguardo ed incrocio i suoi occhi azzurri.
-Hey.- lo saluto semplicemente, mettendo via il cellulare. Indossa una maglia bianca con sopra il nome di qualche band, una felpa azzurra e dei jeans chiarissimi. È così bello che mi fa mancare il respiro.
-Ciao Scarlett. Scusa se non sono venuto sta mattina, ma non mi è suonata la sveglia.- ammette grattandosi la nuca. Ridacchio scuotendo la testa, certo che è proprio matto.
-Non importa Lou, stai bene?- gli chiedo tirando sul le gambe e stringendole al petto. Glielo chiedo perché mi sembra un po’ agitato, e ha delle belle occhiaie sotto gli occhi.
-Sì tutto a posto. Tu invece?- mi risponde facendo dondolare i piedi e facendomi un piccolo sorriso. Sorrido a mia volta e annuisco, rimanendo poi in silenzio per un po’.
Quando suona la campanella dell’ultima ora mi ricordo che papà è a lavoro oggi, quindi raggiungo Lou in corridoio.
-Ti va di venire da me?- gli chiedo speranzosa, guardandolo negli occhi. Sta piovendo abbastanza forte oggi, non ho proprio voglia di tornare a casa da sola e di rimanerci senza di lui.
-Devo fare una cosa adesso, se vuoi vengo da te dopo. Hai bisogno di un passaggio?- oh. Annuisco appena e lo seguo fino al parcheggio, poi saliamo in auto e lui parte diretto a casa mia.
-Lo sai che se ti succede qualcosa puoi dirmelo, vero?- gli chiedo appoggiando la mano sulla sua che è ferma sul cambio delle marce. Lui si ferma ad un semaforo rosso ed intreccia le nostre mani, annuendo.
Pochi minuti dopo siamo fermi davanti a casa mia, lui mi guarda negli occhi e si avvicina, lasciandomi un piccolo bacio a stampo.
-Dopo ne parliamo, vengo il prima possibile.- annuisco e gli sorrido, correndo fuori dall’auto e dritta in casa, decisa a farmi un bel bagno caldo il prima possibile.
Louis’ pov:
Parcheggio l’auto davanti alla centrale di polizia, sospirando. Chiudo gli occhi e mi passo le mani in viso, ripensando a quello che sto per fare.
Mi infilo il cappuccio e scendo dall’auto, chiudendola e correndo dentro.
L’entrata è una saletta d’attesa con una ventina di sedie di acciaio, mezze occupate. C’è un vetro dietro al quale c’è una segretaria, così mi avvicino a lei mi sorride.
-Buongiorno, come posso aiutarla?- mi chiede fermandosi dal lavoro che stava svolgendo al computer. Cerco di tirare un sorriso anch’io, passandomi una mano tra i capelli.
-Ehm io…sono qui per parlare con il detective McGowan.- le spiego cercando di ricordarmi e di dire bene il cognome del tizio che sta mattina è piombato in casa mia.
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Photograph
Fanfiction-Parli davvero così tanto?- sbotta roteando gli occhi. Mi ha davvero detto una cosa simile? Che cazzo gli ho fatto io? Mamma mia, volevo solo essere gentile e magari fare conoscenza con qualcuno. ------------ -Perché nessuno ha davvero bisogno di me...