Louis' pov:
Sono tornato a casa due giorni, e ancora non ho visto Scarlett. Ultimamente stava andando tutto bene, perché cazzo Thomas ha dovuto offrirmi quel lavoro proprio adesso?
Mi alzo dal divano e spengo la tv, sono stufo di non fare nulla e ho bisogno di lavarmi. Con lei.
Prendo le chiavi e il telefono, più uno zaino nel quale ficco un cambio. Esco di casa in fretta e raggiungo la metro in poco tempo. È così frustrante non poter prendere l'auto con questa fottuta spalla a pezzi.
Dopo una quindicina di minuti raggiungo la fermata giusta, quindi scendo e le mie gambe vanno da sole dove devono andare.
Pochi minuti dopo vedo la casa di Scarlett non lontana da me e la raggiungo in fretta, suonando il campanello.
Mi apre la porta suo padre, che cambia espressione appena mi vede.
-Ciao Louis, che posso fare per te?- domanda con falsa cortesia. Se prima dell'incidente stavo lentamente iniziando a piacergli, ora mi ripudia completamente.
-C'è Scarlett?- chiedo impazientemente, sentendo il bisogno di vederla che sta per farmi esplodere il cuore. Lui sospira e chiude gli occhi per un attimo prima di rispondermi.
-Sì, è al piano di sopra, ma- lo interrompo correndo di sopra e gridandogli un 'grazie'.
Appena arrivo di sopra entro nella sua camera da letto e la vedo vuota, quindi poso lo zaino sul suo letto ed esco dalla stanza, voltando lo sguardo al bagno. La luce è accesa, lo si può vedere da sotto la porta.
Mi avvicino e la apro, sorprendendomi quando trovo la porta aperta. Scarlett è in intimo che si sta raccogliendo i capelli in uno chignon. Gli occhi rossi e gonfi, il viso triste.
-Scarlett...- sussurro appena, siccome non si è accorta di me. Gira il viso verso di me e la sua espressione cambia da neutra a quasi arrabbiata, ma vedo la sorpresa nei suoi occhi.
-Che ci fai qui? Esci, ora.- mi ordina, indicando la porta. Mi giro e la chiudo a chiave, avvicinandomi a lei. Fa un passo indietro e continua a guardarmi in quel modo, uccidendomi dentro.
-Ti prego, possiamo parlarne?- le chiedo dolcemente, notando poi che la vasca da bagno è quasi piena di acqua e schiuma, e c'è qualche candela accesa.
Lei sospira e si siede sul bordo della vasca, annuendo. Mi avvicino e mi accuccio davanti a lei.
-Scarlett, quel lavoro non mi è mai interessato, la mia priorità sei tu. Muovermi da qui non mi piacerebbe per una lunga serie di motivi, io amo New York, ma amo ancora di più te. Se tu mi chiedessi di lasciare anche lo Stato domani mattina non esiterei a dirti di sì, ma siccome ad entrambi piace qui, perché dobbiamo complicare tutto?- cerco di essere calmo e di spiegarle che non è solo il fatto che ci sia lei a trattenermi dall'accettare, anche se lei è la causa principale, ma non voglio dirglielo.
-Perché tu ti meriti il meglio e quel lavoro è un sogno, è la tua occasione per diventare qualcuno di importante.- risponde lei con calma, ma tristemente. Abbassa il viso, ma io glielo alzo, catturando i suoi occhietti verdi con i miei. Sorrido senza un motivo.
-A me basta essere importante per la ragazza che voglio diventi mia moglie. Il resto può benissimo andare a fanculo.- lei ridacchia per le mie parole, ma è quello che penso, e sono sempre onesto riguardo lei.
Mi prende il viso con le sue morbide mani e mi bacia a stampo sorridente.
-Se tu sei convinto di quello che hai scelto, allora sono felice di dirti che la mia risposta sarà sì.- sussurra guardandomi negli occhi, così intensamente da leggermi l'anima.
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Fanfiction-Parli davvero così tanto?- sbotta roteando gli occhi. Mi ha davvero detto una cosa simile? Che cazzo gli ho fatto io? Mamma mia, volevo solo essere gentile e magari fare conoscenza con qualcuno. ------------ -Perché nessuno ha davvero bisogno di me...