38. Flight

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La mattina seguente mi trovo a dovermi alzare alle otto per andare a fare quelle fottute analisi. Lamentandomi mi alzo in piedi, ricordandomi che ieri sera ho bevuto un pochino. Prima che papà possa andarsene appena mi vede svegliarmi lo avverto.

-Ieri sera ho bevuto un drink.- lui sorride e annuisce appena, dileguandosi in corridoio. Beh, infondo ero con Niall e Louis. Sa che quando c'è almeno uno di questi due nomi sono al sicuro.

A proposito di Louis, ieri mi sono addormentata accanto a lui, ma ora sono sola. Probabilmente sarà andato a casa per farsi una doccia e cambiarsi.

Mi infilo una felpa blu di Louis e dei jeans completamente neri strappati sulle ginocchia. Mi trucco con un po' di mascara, lavo i denti e infilo le scarpe scendendo le scale.

Quando arrivo Lou è già in salotto, in piedi davanti alle scale mentre si tormenta le labbra.

-Ciao Lou.- lo saluto facendogli alzare lo sguardo verso di me. Sorride e non appena lo raggiungo mi stringe in un abbraccio, baciandomi la fronte.

-È tutto okay? Sei agitata?- mi chiede con un tono strano nella voce. Come se cercasse di rassicurarmi, sembrando però lui quello agitato.

Mi scappa un sorriso all'idea, ma so che è meglio non dirglielo conoscendolo.

-No, sto bene. Ho già fatto gli esami del sangue, bastano quelli.- alzo le spalle e Louis annuisce, intrecciando poi le nostre mani.

Mi accompagna fino all'auto dove c'è già dentro papà, quindi saliamo e partiamo in direzione di un centro specializzato non molto lontano da qui.

Papà è al telefono per tutto il viaggio con dei suoi colleghi penso, quindi io e Louis ne approfittiamo per scambiarci qualche bacio quando non ci guarda. Mi vergogno a fare queste cose davanti a mio padre, non so perché ma mi sembra così, quasi come se lui non avesse mai fatto nulla del genere. Se sapesse che non sono più vergine da un bel po' poi, penso morirebbe di infarto.

-Scarlett?- sento Louis interrompermi dal mio messaggiare con Emma. La stavo avvisando su cosa sto facendo. Ci diciamo praticamente tutto io e lei, anche se ci basta uno sguardo per capire molto.

-Mh?- rispondo senza scollare gli occhi dal telefono. Sento la mano di Louis intrecciarsi alla mia, quindi decido di guardarlo negli occhi. Vedo un misto di preoccupazione e di tensione in essi, ma gli sorrido rassicurante.

-Tu non sei malata, so che non lo sei.- mi potrebbe piangere il cuore nel sentire come ha detto queste parole. Ha usato una tenerezza tale che potrei urlargli in faccia che lo amo se solo fossimo soli.

-Non lo sono Lou, non posso esserlo, devo stare con te.- alla mia risposta lui annuisce e si asciuga una lacrima prima che possa scendere. A quella vista mi intenerisco così tanto e non posso resistere ad abbracciarlo.

-Sei la cosa alla quale tengo di più.- non penso di averlo mai visto così vulnerabile in cinque mesi. Forse ci è andato vicino nel periodo nel quale ha smesso con l'eroina, ma mai ho visto i suoi occhi così insicuri e allo stesso tempo così...innamorati?

-Non ti lascio Lou, okay? Solo...tu non lasciare me.- perché ci stiamo sputando addosso con gli sguardi e i toni di voce i sentimenti che potremmo dire con delle semplicissime parole? Perché siamo così complicati? E perché stiamo facendo tutto questo alle otto e mezza di mattina in macchina con mio padre che guida?

Lui annuisce e mi bacia la guancia, nascondendo poi il viso sul mio collo.

Louis' pov:

È solo che non mi ci vuole di certo un'altra disgrazia del genere, ma soprattutto non ci vuole a lei. Dopo tutto quello che ha passato solo questo ci manca.

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