สิบ (S̄ī̀ s̄ib)

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Play with me 'til you've found another toy

Let me be your freak show, I could be your favorite monsterRattle my whole cage, remind me why I can't be fosteredLet me be your freak show, I could be your favorite monsterLock me up, don't let me out cause you know I can't help myself

Freak- Sub Urban


Occhi
Sguardo fisso scuro e profondo, non un battito di ciglia, nessun impercettibile movimento.

Volto
Una maschera priva di sentimenti che si rifletteva in quello specchio.

Sorriso

Un ghigno distorto, spaventoso e terrificante. Labbra morse a sangue fino a sentirne il sapore metallico sul palato.

Respiro
Un soffio sempre più accelerato e affannato. Nessun suono, sibilo, gemito. Solo il sospiro dell'angoscia.

Mani
La mano pompava senza sosta sul sesso. Non c'era piacere, non vi era emozione in quell'atto così liberatorio e allo stesso tempo castrante. L'altra appoggiata al lavandino, ne stringeva il marmo, le dita contratte in quella presa salda.

Mente
Pensieri distorti e alienanti, partoriti da quella fantasia che di magico non possedeva nulla. Immagini senza senso che gli aleggiavano in testa. Volti senza anima, burattini nelle sue mani, plasmati per lui ed indotti a seguirlo senza una propria volontà.

Anima
Così scura e nera da incutere terrore alla notte stessa. Un buio che solo un cuore preda della più grande disperazione come lo era il suo poteva accettare. Torbide acque che lo inghiottivano nel profondo di sé dove la luce non sarebbe mai potuta giungere.

Sesso

La mano frenetica si muoveva su e giù sul quell'organo turgido, arrossato e pulsante nel disperato tentativo di sentire qualcosa, ma il suo corpo addormentato sembrava morto.

Non riusciva a percepire nulla, nemmeno il dolore di quel gesto feroce.

Seme
Non c'era emozione in quell'esplosione. Il suo corpo aveva reagito solo ad uno stimolo fisico, senza fantasia e senza piacere. Si sentiva vuoto mentre il liquido caldo misto al sangue sgorgava dal suo sesso macchiandolo con il suo peccato.

Emozioni

Il mostro si guardava senza vedersi occhi negli occhi con sé stesso. Si toccava senza sentirsi.

Nessuna paura nessun dolore.

Il nulla più assoluto.

Indomabile e spietato ecco come si sentiva Lhong.

Pronto a colpire, tessere la sua tela per farvi cadere quei piccoli insettini che altri non erano che i suoi più cari amici. Li avrebbe distrutti si, ma con amore e loro gli avrebbero espresso gratitudine un giorno o l'altro per quel trattamento di puro sentimento che si apprestava a riservargli. Ignari del suo coinvolgimento, avrebbero ringraziato le stelle per esserselo trovati sul proprio cammino, maledicendo il fato ingiusto che inevitabilmente ci aveva messo del suo.

Il primo da eliminare era Chad, quel maledetto che senza permesso desiderava insinuarsi nel cuore di Kao e che con fare beffardo gli stava sottraendo la sua migliore amica.

Il piano era semplice, così maledettamente facile che Lhong non riusciva a non compiacersi con sé stesso.

Sarebbe bastato davvero così poco per insediarsi nella mente delle persone e indirizzarne le decisioni, avrebbe dovuto pronunciare giusto due o forse tre parole taglienti per levarsi dai piedi quell'impiccio, per poi aprire le braccia e stringere Kanya, fragile e piangente, a sé. L'avrebbe consolata, asciugato tutte le sue lacrime, inveito contro quel disgraziato che, senza una ragione si era deciso ad abbandonarla.

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