สิบเอ็ด (sib-ed)

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Aveva esagerato e senza motivo, o meglio un motivo c'era, ma Kanya non poteva conoscerlo; certo poteva immaginarlo ma non lo aveva fatto.

Pensieri contrastanti affollavano la mente di Lhong mentre si avviava verso la fermata del bus che, come ogni giorno l'avrebbe riportato a casa.

A tratti si sentiva terribilmente in colpa per l'atteggiamento adottato verso l'amica, qualche secondo dopo invece la rabbia prendeva di nuovo il sopravvento cancellando ogni minimo senso di colpa.

Doveva prendersi del tempo per poter ragionare.

Quella ragazza era una delle persone più importanti della sua vita, quella che gli era stata più vicino fino ad ora, lei che non aveva mai chiesto nulla. Si sentiva un mostro per come l'aveva trattata, il dolore e la paura di perderla avevano preso il sopravvento. Se lei avesse scoperto quanto in realtà lui fosse inutile e quanto tutto quello per cui aveva lottato e che aveva amato ormai non esisteva più, sicuramente lo avrebbe abbandonato.

Non è che non volesse aiutarla, quando lei se ne era uscita con quella proposta il suo cuore di giovane musicista si era riempito d'orgoglio e di passione, non conosceva il progetto ma, già si vedeva stanco e affaticato eppure felice di passare notti insonni alla ricerca di una nota, quella mancante per poter regalare alla sua migliore amica la più bella melodia che la sua mente potesse ideare.

Un sogno, ormai si era ridotto tutto a quello, un terribile sogno che davanti alle sue angosce, paure e limitazioni si trasformava in un incubo. Non sarebbe mai riuscito a comporre nulla, lo sapeva e quella consapevolezza non aveva fatto altro che aumentare la sua rabbia. Ecco perché era esploso, lei pretendeva da lui l'impossibile e il modo innocente in cui glielo aveva domandato non aveva fatto altro che accentuare il suo fallimento. 

Se lei avesse saputo... Già la vedeva con gli occhi pieni di compassione mentre cambiava discorso e lasciava cadere l'argomento.

Non poteva permettersi che accadesse, aveva bisogno di normalità nella sua vita, di essere guardato con rispetto, non compatito come un povero pazzo studente di musica che non riusciva nemmeno a leggere un pentagramma per bambini. Forse Kanya non lo avrebbe mai trattato così, ma lui non si poteva permettere un rischio tanto grande.

Mentre tutti questi pensieri lo accompagnavano un allegro e ignaro James gli si affiancò.

"Ehi P'!" esclamò il giovane dandogli un'affettuosa pacca sulla spalla "Che combini?". Lhong sussultò un secondo, non si sarebbe mai davvero abituato a quei modi così occidentali di fare del ragazzo.

"Sto tornando a casa!" rispose rallentando il passo.

Per James conversare con Lhong non era mai una passeggiata, a differenza di Kanya che ci sapeva fare, lui spesso e volentieri inconsapevolmente diceva o faceva qualcosa di troppo avventato che inevitabilmente spingeva Lhong a rinchiudersi nei suoi pensieri. Il bello di James però era che non ci badava poi tanto e continuava per la sua via cercando di recuperare senza rimuginarci troppo su. Come tutto nella sua vita, viveva con spensieratezza e libertà anche quell'insolita amicizia.

"Oh, che tristezza!" continuò il giovane sfoggiando un look da rockstar maledetta.

Quel giorno oltre allo smalto e le labbra tinte di nero, un fondotinta che ne rischiarava di almeno due gradazioni la carnagione completava il suo stile impeccabile.

Lhong alzando lo sguardo verso il volto del ragazzo e soffermandosi sul suo aspetto per qualche secondo non potette fare a meno di sorridere esclamando "Sembri uno dei Kiss!". "Chi??" James corrugò la fronte, non conosceva quel gruppo, ma già immaginava potessero piacergli, dopotutto una band che si faceva chiamare "Bacio" non poteva che essere il massimo.

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