ยี่สิบสี่ (Yī̀-s̄ib-s̄ī̀)

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James entrò nella stanza alla ricerca del carica batteria il suo salvavita per la notte.

Dopo aver constatato che nell'infermeria vi era solo una misera sedia pieghevole su cui riposare, il pensiero di passare una triste e scomoda notte insonne attaccato al suo telefono per ingannare il tempo, si era ormai concretizzato in lui.

"Ah povero me!" sospirò prima di prendere il cavetto dallo zaino appoggiato sulla poltrona.

Forse, vista l'aria frizzante della serata, non era il caso di disdegnare anche una coperta da portarsi dietro e così si diresse verso l'armadio per prendere l'oggetto.

Solo allora ricordò le parole di P' Lhong riguardanti certe medicine.

La sua curiosità si era nuovamente destata.

Il ragazzo non perse tempo, prontamente aprì la borsa del P' alla ricerca di una scatola o un flacone che potessero ricordare l'involucro di un medicinale. Per un po' rovistò a vuoto fra gli effetti personali del giovane fin quando qualcosa di rigido e appuntito catturò il suo interesse. Dalla borsa, così disordinata e preparata senza troppa cura, vi estrasse una piccola foto custodita dentro una graziosa cornice a forma di chitarra.Incuriosito il giovane mise a fuoco i volti ritratti nell'immagine. Un giovane P' Lhong, con indosso l'uniforme tipica di chi frequenta il dodicesimo grado, gli si presentò davanti sfoggiando un sorriso luminoso e sereno ed emettendo una luce particolare di cui lui, in quei pochi mesi di conoscenza, non aveva mai potuto godere. Al suo fianco un attraente ragazzo dai tratti insoliti e carisma da vendere lo stringeva affettuosamente con una mano poggiata sulla spalla.

James mantenne per alcuni secondi lo sguardo sulla pellicola, catturato da quella strana proiezione distante anni luce dall'attuale immagine che aveva di Lhong.

Messe a confronto le due figure sembravano incarnare personaggi distinti e assolutamente opposti l'uno all'altro.

Quale terribile segreto si celasse dietro a quel lontano sorriso e all'attuale disperazione del suo giovane P', per James era un importante mistero da risolvere, il suo intento però al momento, era quello di trovare ciò che stava cercando per scoprire di cosa realmente soffrisse Lhong.

Quel giovane ritratto nella foto doveva essere stato ed esserlo ancora estremamente importante per il P', visto che ne custodiva gelosamente il ricordo, addirittura da portarlo in viaggio.

Osservando quel piccolo momento lontano nel tempo, James divenne sempre più consapevole che, quel giovane alto e sorridente, fosse connesso allo stato emotivo attuale di Lhong.

Percepì dentro di sé questa certezza, come se nel profondo fosse riuscito a connettere i fatti che avevano portato il giovane P' sull'orlo del baratro.

Dopo qualche istante, riposta la foto dove l'aveva trovata, finalmente trovò quello che stava cercando.

Mirtazapina

Una confezione di compresse semi vuota gli finì finalmente fra le mani, aggrottò la fronte non conoscendone la posologia e, dato uno sguardo all'orologio da parete, si decise di ritornare da dove era venuto.

"Eccomi P', perdonami per il ritardo, non riuscivo a trovare le tue medicine" esclamò il ragazzo scusandosi mentre stava rientrando nella stanza. Ma, data un'occhiata al lettino, si accorse che era vuoto.

Allarmato accese di colpo la luce facendo vagare lo sguardo per tutto il perimetro.

Fermo nell'angolo sotto la finestra, pietrificato in una nuova illusione c'era lui P' Lhong.

Immobile, silenzioso e spaventato da morire.

James non esitò un secondo, lo raggiunse chiamandolo forte nel disperato tentativo di cancellare dalla sua memoria quell'immagine disturbante.

Lhong guardava fisso nel vuoto, tremante senza emettere alcun suono.

"P'... P' Lhong che ti prende?"

Il più grande a fatica volse lo sguardo verso di lui poi, con un filo di voce, balbettò "Io... io..." guardando James senza realmente riuscire a vederlo.

Il ragazzo, dopo che il più piccolo era uscito per recuperare quello che gli serviva, preso dalla stanchezza e dalla febbre, ancora troppo alta, si era assopito subito.

Inevitabilmente l'incubo l'aveva raggiunto più cruento e reale delle volte precedenti.

Tar alternava pianti a risate ripetendo senza sosta la frase "Perché? Perché mi hai fatto questo?" e menzionando il gesto appena compiuto, confermava che presto o tardi sarebbe riuscito in quell'intento.

Lhong con forza era riuscito a tornare al presente e febbricitante si era nascosto in quell'angolo in attesa che qualcuno arrivasse a salvarlo.

Ora, singhiozzante, mentre finalmente metteva a fuoco James, incurante di qualsiasi pensiero il ragazzo potesse avere su di lui, gli si gettò fra le braccia, alla disperata ricerca di quel calore umano che poteva calmarlo.

James turbato da quella situazione, non potette far altro che accoglierlo e stringerlo a sè, mentre il più grande singhiozzando e tremando come un bambino, lo artigliava in una morsa sempre più soffocante e disperata.

"Calmati P'..." lo cullò James carezzandogli la testa con l'intento di farlo sentire al sicuro e protetto. "Tranquillo... va tutto bene" continuò dondolandosi avanti e indietro in ginocchio su quel freddo pavimento che gli stava gelando non solo il corpo ma anche l'anima "Adesso ci sono qui io".

Lhong straziato continuò ad abbracciarlo, mentre lacrime disperate come lui, continuavano a sgorgare senza sosta dai suoi occhi vuoti. "Io... non volevo..." esclamò piangendo "Perché? Perché mi fai questo? Tar perché?"

Al suono di quelle parole James sussultò un secondo.

D'istinto strinse ancora più a sé il ragazzo, fino a quando le lacrime non invasero anche il suo di volto.

Restarono fermi in quell'abbraccio così rassicurante per un tempo indefinito poi, dopo aver parzialmente recuperato coscienza di sé, Lhong sciolse per primo quel legame. Lo sguardo basso, le labbra ancora tremanti e il volto arrossato.

James gli posò la mano fredda sulla fronte provocando nel più grande un ulteriore brivido.

"P' la febbre deve essere salita ancora"

I due ragazzi a fatica si alzarono in piedi e caricandosi Lhong sul fianco, il più piccolo sussurrò "Vieni P', devi tornare a letto e metterti al caldo".

Non appena Lhong' fu di fronte a quel giaciglio, si abbandonò come un sacco vuoto su di esso stremato e svuotato da ogni energia.

"Mi dispiace" sussurrò lasciandosi rimboccare le coperte come un bimbo, "Non volevo dare spettacolo" continuò "Per favore non dirlo a nessuno"

La voce implorante del ragazzo ebbe l'effetto di spezzare qualcosa nel cuore troppo grande del Nong.

"Tranquillo P', quello che succede a Pattaya rimane a Pattaya" rispose accarezzandogli la fronte, poi versò un po' d'acqua nel bicchiere posto sul comodino ed aiutò il giovane a prendere le pillole.

"Adesso cerca di dormire P' Lhong, andrà tutto bene, domani è un altro giorno. Un nuovo giorno"

Lhong sorrise tristemente poi, prima di lasciarsi andare all'effetto dei tranquillanti, rispose " Un nuovo giorno... Tar hai sentito?"

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