สี่ (see)

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"Una ragazza che frequenta i corsi con me mi ha chiesto informazioni su di te P'!"esclamò James ammiccando e, dopo un breve silenzio voluto per creare l'atmosfera, continuò: "Non per lei ma per un suo amico che frequenta la tua facoltà. Mi pare di aver capito che si chiama Kao e se non mi sbaglio deve essere anche selezionato anche per diventare Luna dell'università, ma all'ultimo hanno scelto un altro ragazzo." concluse accartocciando il pacchetto di patatine e improvvisando un lancio a canestro nel cestino poco distante.

Neanche a farlo apposta la cartaccia rotolò miseramente ai piedi di due ragazzi che passavano li davanti. "Scusate!" apostrofò James unendo le mani per poi alzarsi e riprovare questa volta con dunk il tiro.

I due passanti si soffermarono un istante ad osservare lo strano trio: il pazzo, la tanquilla e il bello. "Che avete da guardare! Aria, aria!" li cacciò acidamente Kanya. Odiava essere al centro dell'attenzione ed odiava ancora di più tutto quei ben pensanti che senza sapere emettevano sentenze non richieste.

In tutto questo il silenzio di Lhong la preoccupò, lo sguardo del giovane passò dall'incuriosito, allo sconcertato per poi trasformarsi in terrore. "Chi.. chi è questo ragazzo? Che cosa vuole da me? Cosa gli hai detto?" balbettando una raffica di domande, il ragazzo iniziò a sfregarsi le mani sui pantaloni neri della divisa nel disperato bisogno di restare calmo.
Kanya sapeva riconoscere quei campanelli d'allarme, prima del suo amico li aveva visti seppur più accentuati e distruttivi in sua madre molti anni prima che lasciasse lei e suo padre per volare in un posto migliore, come era solita dirle.

"Beh P' stai tranquillo" intervenne prontamente "Se è così interessato e frequenta la tua facoltà può benissimo alzare il culo e venire a presentarsi di persona! Siamo pronti a riceverlo". Sorrise in direzione di Lhong nella speranza di tranquillizzarlo un po'.

"Wow che linguaggio signorina!" intervenne James che, rispetto all'amica faticava ancora inquadrare realmente Lhong.

Lui in quello strano trio ci era finito per caso o per noia o forse per amore, anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura.

Nonostante per via del suo look stravagante molte ragazzi e ragazzi lo credesso gay, il suo cuore batteva segretamente per la bella mora che gli era seduta accanto e lo stava incenerendo con sguardo. Da quando l'aveva vista un mese addietro seduta su quello stesso muretto in compagnia del ragazzo più chicchierato della scuola, il suo unico obbiettivo era stato quello di conoscerla.

Per uno come lui, farsi avanti e presentarsi non era certo un problema, anche se la ragazza all'inizio lo aveva liquidato senza troppi complimenti, anzi a suon di pedate tanto per sottolineare l'evento. Poi, con il tempo, piano piano passo dopo passo era riuscito a farsi spazio fra quei due alieni diventando parte integrante del gruppo. Dopotutto lui spesso e volentieri anche lui si sentiva come se venisse da un pianeta lontano. Sua madre lo aveva sempre incoraggiato nella sua stravaganza suo padre invece pretendeva da lui sobrietà ed eleganza, ma entrambi erano troppo concentrati su se stessi per concedergli le giuste attenzioni che si meritava. E lui infine si era preso da solo quella libertà che gli spettava senza chiedere. Trucco, percing e tatuaggi erano parte integrante della sua vita e del suo io e alla fina i suoi genitori non avevano potuto far altro che accettarlo così com'era. L'importate per entrambi era la sua carriera scolastica finchè i suoi voti fossero stati i migliori del suo corso poteva tranquillamente vivere se stesso senza restrizioni.

"Oh ma stai zitto!" fu la risposta tagliente della giovane, di rimando il moro scoppiò in una grande risata. "Ok! Ok! Comque tranquillo" continuò in direzione del P' "Non gli ho detto niente se non di mandare direttamente da te l'interessato". Concluse in segno di resa.

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