5 - Istanbul

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Can

Sono di nuovo a Istanbul dopo tre mesi esatti dalla mia fuga, perché di questo si è trattato, di una vera e propria fuga, una fuga dai problemi da affrontare, dalle difficoltà della vita che, ora sono convinto più che mai, si possono affrontare meglio se si ha la persona che si ama al proprio fianco. 

Abbiamo avuto entrambi il tempo di riflettere, siamo adulti e ci amiamo, sono fiducioso che insieme possiamo superare qualsiasi cosa.
Le proverò che non sono stato io  bruciare il suo diario, troverò un modo, gli dimostrerò ogni giorno che di me si può fidare e che mai permetterò alla rabbia di prendere il sopravvento sulle mie azioni.

Attracco al molo e il più in fretta possibile scendo dalla barca affidandola alle capaci mani di kaptan Kemal.
Il mio fuoristrada è  lì ad aspettarmi  dove lo avevo parcheggiato mesi prima e in men che non si dica sono a casa.
Penso che forse dovrei avvisare Emre del mio ritorno, mi è mancato in questi mesi devo ammetterlo, il nostro rapporto  è migliorato molto grazie a Sanem che mi ha aiutato a capire come perdonare. Ho cominciato a trovare in lui anche un amico e un confidente con cui parlare di tutto, se quella sera invece di partire mi fossi preso il tempo di riflettere e magari mi fossi sfogato con lui. Chissà...

 Entro nella mia stanza e, come prima cosa, recupero il mio telefono.
Lo accendo, è quasi scarico e sono costretto a collegarlo all'alimentatore mentre non smette di emettere suoni a ripetizione ad indicare che ho diverse notifiche.
Sono veramente tante, avrei voluto fare subito una doccia ma sono incuriosito  e vado alla casella vocale che scopro essere piena di messaggi di Sanem risalenti a tre mesi prima:

- Can? Dove sei?-
- Vieni da me lütfen, per favore -
-Mi fido di te Can -
-Seni çok seviyorum,
ti amo tanto -
- Ho sbagliato, non volevo dire quelle parole, ero sconvolta -

E avanti così, la casella vocale era piena di messaggi accorati di Sanem che erano stati registrati quella sera stessa, pochi minuti dopo che avevo lasciato l'ospedale.
C'erano anche centinaia di messaggi dallo stesso tono disperato.
Oh, Allah, cosa avevo fatto?
Me ne ero andato via per mesi quando quella sera stessa avremmo potuto parlare e risolvere i nostri problemi.
Una cosa era certa, anche io l'amavo con tutto il mio cuore, dovevo vederla al più presto, dovevo dirglielo e rassicurarla.

Mi affretto a comporre il suo numero con il cuore in gola, ma un messaggio mi comunica che l'utente non è al momento raggiungibile.
Strano, nel bel mezzo della mattina come mai aveva il telefono spento?
Forse è  in agenzia e, se sta lavorando in archivio, sicuramente  il segnale telefonico non prende bene .

Vado di corsa a fare una doccia veloce per correre alla Fikri Harika il prima possibile.

Appena entro vengo investito da una valanga di ricordi di noi, del nostro amore nato e cresciuto tra quelle mura, quelle scale, quell'ascensore.
Tutto mi parla di lei, ho il cuore che batte in maniera forsennata e  non vedo l'ora di vederla.
Salgo le scale e vado subito nell'open space dove la maggior parte dei dipendenti lavora, uno sguardo veloce mi dice che non c'è, sto per girarmi per andarla a cercare di sotto in archivio quando vengo intercettato da Cey Cey.

- Can bay!-  Mi corre incontro agitato come al solito
- Hoşgeldiniz, bentornato -
-Hoşbulduk, bentrovato Cey Cey, cercavo Sanem è di sotto in archivio? -

Lo vedo agitarsi più del solito, le sue braccia ed i suoi piedi non riescono a stare fermi, sto per chiedergli spiegazioni quando ecco arrivare Guliz.

Tekrar hoşgeldiniz Can bay -
-Hoşbulduk
Guliz, stavo chiedendo a Cey Cey dove posso trovare Sanem -

Mi guarda sopresa
- Sanem sono tre mesi che non viene più a lavoro. Ha lasciato l'agenzia quanto lei se ne è andato-

Il mio cuore perde un colpo, cosa vuol dire che se ne è andata? Ha lasciato il lavoro? Ma perché? Era così brava, un mente brillante, poteva fare veramente tanta carriera nel mondo della pubblicità. Sospirando penso che avrei dovuto fare di tutto per  convincerla  a tornare in agenzia.

- Emre è in sede? -

- No è uscito con Layla circa un'ora fa, avevano un appuntamento in banca-
Mi risponde una Guliz curiosa della mia reazione.

Mi allontano soprappensiero mentre digito il numero di Emre, anche il suo telefono è spento, probabilmente è entrato in riunione.
Non mi resta che andarla a cercare nel quartiere, forse è tornata a lavorare al negozio del padre.

Risalgo in macchina e raggiungo in fretta il mahalle, il quartiere dove è cresciuta e vive Sanem.
E' ormai l'ora di pranzo quindi decido di andarla a cercare direttamente a casa.
Arrivo alla porta e suono il campanello e sorrido sentendo il canto dell'uccellino/campanello che ormai ho imparato a riconoscere ed amare.

Sento dei passi avvicinarsi  e vedo comparire alla porta Mevkibe, le sorrido contento di rivederla, ho sempre amato tanto la mamma di Sanem, è una donna eccezionale ed ho un debole per lei.

Faccio per prenderle la mano per baciarla quando la vedo irrigidirsi e ritrarsi sulla porta, non capisco il motivo di questa reazione e rimango immobile.

La sua espressione diventa seria, distante.

- Can, cosa fai qui? -

- Merhaba signora Mevkibe, cercavo Sanem, è in casa? -

A queste parole la vedo  stringere i pugni e contrarre le labbra come se stesse cercando di reprimere un  eccesso di rabbia.

- Sanem non è qui, uzak dur, stai lontano da lei, le hai fatto solo del male.
Non vogliamo più vederti qui intorno, vai via e non tornare più -
E su queste brusche parole mi chiude la porta in faccia.

Rimango immobile, non riesco a capire il perché di una reazione del genere da parte di una donna che era stata sempre tanto amorevole nei miei confronti.

Probabilmente devono aver visto Sanem rattristarsi per la mia partenza e sono arrabbiati con me. Devo trovarla e sistemare le cose con lei, poi tornerò a chiedere scusa ai suoi genitori che considero delle brave persone e a cui voglio molto bene.
Devo solo trovarla e parlarci, sono sicuro che potremo risolvere tutto grazie all'amore che ci lega, ora ne sono certo più che mai dopo aver sentito i messaggi che ha lascito sulla mia segreteria telefonica.


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