64 -Momenti difficili

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Aziz

Tutto è successo  in fretta, la voce di Emre, Yigit guarda verso il cottage, Can gli si avventa contro prendendolo alle spalle, lo sparo...

Ho sentito lo sparo ed ho chiuso gli occhi, aspettando il dolore, aspettando la fine.
Possibile che sia morto senza sentire niente?

Apro gli occhi, vedo Can lottare con Yigit, abbasso lo sguardo ai miei piedi e non riesco a credere alla scena che mi trovo davanti. Huma è a terra, sul  tessuto bianco del suo abito  si sta lentamente allargando una una macchia rossa  all'altezza del  petto, ha gli occhi chiusi e sembra respirare a fatica.

Mi inginocchio al suo fianco - Huma? Huma? Presto qualcuno chiami i soccorsi presto! Huma rispondi -

Vedo le ciglia palpitare e poi gli occhi aprirsi.

- Cosa hai fatto Huma, perchè ti sei messa davanti a me? -

Le labbra si piegano  in un debole, amaro sorriso .

- Non sono mai  stata capace di amare, il  sentimento più vicino all'amore che ho provato in vita mia è stato per te, ti  ho già fatto tanto male in passato, non potevo permettere che ti succedesse qualcosa per colpa mia.
Mi dispiace aver complicato talmente tanto le cose fino ad arrivare  a questo, non avrei mai voluto succedesse -

- Va bene Huma, adesso non affaticarti, stanno arrivando i soccorsi vedrai che andrà tutto bene -

- Ho avuto quello che meritavo, ho fatto troppo male a tutti, ti ho voluto a tutti i costi per poi rendere la tua vita e quella dei nostri figli un inferno. Mi sono intromessa nella vita di Can ed oggi per colpa mia ha addirittura rischiato di perdere la moglie ed il  figlio non ancora nato. Non potevo permettere che pagassi tu per i miei errori -

Il suo respiro si fa sempre più pesante e difficoltoso, chiude gli occhi e la sento tremare , cerco di calmarla.

-Adesso niente ha importanza, non pensarci, arrivano i soccorsi e vedrai che sapranno cosa fare, vedrai -

Annuisce debolmente come per darmi ragione, ma è cosciente che la situazione è molto seria e non c'è niente che possiamo fare se non aspettare l'ambulanza.
Sembra passata un'eternità da quando abbiamo sentito lo sparo che ancora rimbomba nelle orecchie di tutti i presenti.
Mi sento impotente, vorrei fare qualcosa, gli  istanti scorrono eterni uno dopo l'altro.

Apre di nuovo gli occhi, la voce ridotta ad un sussurro faticoso tra un respiro e l'altro .

- Perdonami se puoi ... perdonatemi tu e i nostri figli se potete -

In quell'istante ecco arrivare i paramedici, mi allontano come in trance per permettergli di fare il proprio lavoro, ma sento che è ormai troppo tardi.

Faccio cenno a Can di portare via Sanem e Mihriban, lo vedo allontanarsi con le braccia sulle spalle delle due donne sconvolte.

Mi porto di fianco ad Yigit per tenerlo d'occhio anche se Can ha provveduto a togliergli di mano la pistola. Emre si avvicina   sconvolto,  sposta lo sguardo freneticamente tra me e  il corpo della madre a terra non riuscendo a capire cosa sia successo.
Lo stringo istintivamente tra le braccia, di tutti noi è quello che è stato più vicino a Huma, è un momento terribile per lui più che per chiunque altro.

Arriva anche la polizia accompagnata da Can che mi dice di aver  lasciato Sanem e Mihriban con Bulut alla villa.

Un paramedico si avvicina a noi con sguardo mesto, so già cosa intende dirci, l'ho capito nel momento in cui mi ha chiesto perdono, ne era consapevole anche lei.

Poggio un braccio sulle spalle di entrambi i miei figli e li porto via da lì, non voglio che vedano altro.

Sono istanti terribile, li abbraccio e si abbracciano. Nessuno desiderava un epilogo del genere, nessuno poteva immaginare che succedesse, nessuno aveva colto i segnali di squilibrio di quell'uomo, lei per prima,  altrimenti non lo avrebbe portato con sé.

Ci prendiamo del tempo da soli per metabolizzare la notizia prima di raggiungere gli altri alla villa di Mihriban. Non è facile per nessuno, tutti sono sconvolti dall'accaduto.

Vedo Can abbracciare Sanem e portarla via, è meglio così, è meglio che trovino da soli il modo più adatto per metabolizzare l'accaduto, non è facile per Can ma non lo è neanche per lei, deve passare oltre tutto l'odio che quell'uomo ha covato per lei, deve superare il terrore di essere stata sotto il tiro di quell'arma ed aver rischiato di morire.

Layla stringe tra le braccia un Emre distrutto, vorrei consolarlo ma so che nessuno meglio della moglie può farlo. Mi sento affranto, mi sento sconfitto, mi sento in colpa per non aver potuto fare niente per evitare che accadesse.

Una  mano gentile prende la mia, alzo gli occhi sul viso di Mihriban che mi guarda con tutto l'amore possibile, si avvicina e di slancio mi stringe forte tra le braccia. E' incredibile come quel gesto possa significare tanto, tutto in questo momento terribile.

Mi guarda negli occhi senza parlare, mi dice che c'è, c'è per me, questo è tutto ciò che conta in questo momento.



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