11- Un' eco

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Sanem

Non ho idea di dove mi trovo e da quanto tempo sono qui, i giorni ormai per me non sono altro che uno sterile succedersi di momenti senza significato,  in attesa delle poche ore  di pace artificiale che mi forniscono i  medicinali che mi vengono somministrano ogni sera. Solo grazie a quei farmaci riesco a trovare uno spazio di quiete dall'angoscia perpetua in cui vivo da allora, da quando lui mi ha girato le spalle e mi ha lasciata.

Da un po' di tempo però sta succedendo qualcosa di diverso, evidentemente devono aver cambiato la composizione nelle pillole  che mi somministrano, perchè ora mi succede di avere spesso delle visioni, delle bellissime visioni.

Nelle prime ore del pomeriggio le infermiere ci accompagnano fuori  e ci fanno sedere in giardino, per me fino a poco tempo fa non aveva nessun significato, non riuscivo a percepire la bellezza del luogo o i colori della giornata, ma da qualche giorno ho cominciato ad avere delle meravigliose allucinazioni:  vedo il mio albatros . E' sempre bellissimo, esattamente come la mia memoria fotografica lo aveva fissato in mille immagini stampate indelebilmente nella mia mente, mi guarda, mi sorride invitante e alza la mano in segno di saluto.

All'inizio ho faticato a registrare la sua presenza, era solo un fotogramma tra la moltitudine di  fotogrammi proiettati incessantemente nella mia testa. Pian piano però queste visioni hanno cominciato ad attirare la mia attenzione,  perchè mai prima d'ora avevo visto immagini diverse da quelle vissute con lui nell'anno insieme.
Queste invece sono diverse, lui sembra essere veramente tra gli alberi del parco, a volte è appoggiato al tronco di uno di essi, altre volte lo vedo spuntare dietro un cespuglio di biancospino o in fondo ad un viale alberato. Sembra così viva e vivida la sua immagine che quasi sento  l'impulso di alzarmi per  andare a toccarlo.

Anche i miei meravigliosi sogni artificiali notturni sono cambiati, fino a poco tempo fa erano solo nitide immagini di momenti già vissuti insieme, mentre adesso non solo lo vedo ma sento distintamente la sua voce che mi sussurra tenere parole, che  mi supplica di tornare da lui. Sento  distintamente la carezza leggera e amorevole  delle sue mani sul viso e  sui capelli, è sorprendente quanto siano vivide queste sensazioni e quanto  mi facciano sentire bene quei momenti. Mi sembra come se la  sua voce carezzevole ed il suo tocco delicato stiano curando centimetro dopo centimetro le profonde ferite del mio cuore malconcio.

E' come se in qualche modo mi sentissi chiamare da un'eco lontana ed io, svegliandomi da un sonno profondo, sto  cominciando a  sentire il bisogno incontenibile di seguire quella voce e raggiungerla ovunque essa si trovi.

Dopo mesi di immobilità totale in un  immenso nulla, sento il bisogno di fare qualcosa, sento l'impulso di muovermi verso quella voce emergendo da quell'enorme buco nero in cui sono precipitata.

Non capisco cosa stia succedendo, ma qualcosa sta cambiando.

Il mio istinto di sopravvivenza  mi sta dicendo che è ora di reagire, smettere di lasciarsi sprofondare verso un abisso di disperazione  per cercare con tutte le forze di tornare in superficie, cercare la luce, tornare dal mio albatros.

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