53 - Köfteler

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Sanem

Non mi sembra vero che finalmente la situazione si sia appianata.
Avevo temuto tanto il momento del confronto, ma sapevo che  non avrei dovuto avere tentennamenti,  dovevo difendere il nostro amore anche dai miei genitori se necessario, dovevo far capire loro che eravamo giusti insieme, che ci amavamo e non avremmo permesso a nessuno di frapporsi tra noi.

Layla mi aveva chiamata mentre stava andando all'appuntamento con i miei e Can, aveva tentennato fino alla fine in dubbio se avvisarmi o meno, ma per fortuna alla fine lo aveva fatto. Can da solo non sarebbe mai riuscito ad abbattere il  muro di ostilità che avevano innalzato nei suoi confronti  dopo avermi vista stare tanto male.

Avevo pensato di non avere la forza di affrontarli, invece la paura di dover scegliere  tra l'amore immenso per mio marito e quello per i miei genitori mi ha dato il coraggio di  prendere la mia posizione.
Non era stato facile ma per fortuna aveva funzionato.

Can, tornando alla tenuta, mi  prende la mano e mi chiede scusa per avermi tenuta allo scuro delle sue intenzioni.

- Non volevo sottoporti ad una pressione eccessiva, non volevo farti star  male a causa dei nostri contrasti -

L'ho amato ancora di più per la delicatezza di quel pensiero, è sempre  estremamente attento ai miei sentimenti.

Ora che la situazione con i miei genitori si è chiarita ci siamo lasciati con l'intesa che verranno da noi a cena con Layla ed Emre la settimana prossima, sono  entusiasta all'idea di avere tutta la mia famiglia riunita allo stesso tavolo, mi sembrava un sogno.

Arrivati alla tenuta Can entra in bagno per una doccia mentre io comincio a preparare la cena, sento arrivare una notifica sul telefono, pulendomi le mani sul grembiule che indosso mi affretto a vedere di cosa si tratti. E' una email.

" Signora Aydin, abbiamo preso visione del suo manoscritto che reputiamo molto interessante, vorremmo incontrarla domani alle ore 12.00 nei nostri uffici se per lei è possibile.

Aspettiamo una sua conferma.

Cordiali Saluti.

Hasan Öztürk

(Casa Editrice Kütüphane )"

Comincio a saltare per la cucina come una pazza, non posso crederci, vogliono vedermi!
Il mio cuore batte all'impazzata dall'emozione al pensiero che il mio sogno potrebbe essere in procinto di realizzarsi, penso di correre da Can per dirglielo, ma decido di tenere a freno l'entusiasmo.
Voglio prima sentire cosa hanno da dirmi e poi potrò parlargliene con cognizione di causa, spero di potergli dare ottime notizie domani sera dopo l'incontro in città.

Entra in cucina con i capelli sciolti sulle spalle ancora leggermente bagnati, una semplice maglietta bianca ed una tuta, è sexy da morire.

Come fa a sconvolgermi così quest'uomo ogni volta che lo guardo?

Sorride divertito, deve aver intercettato il mio sguardo lascivo.
-Allora Signora Divit, cosa sta preparando di buono? -

Mi riscuoto dai miei pensieri lussuriosi per rispondere maligna - Köfteler, polpette amore mio-

Vedo cambiare la sua espressione, da divertita ora è virata decisamente verso il preoccupato, rido sotto i baffi, so perfettamente cosa teme e lo lascerò cuocere nel suo brodo, non sa che l'ultima volta che sono stata da mia madre ho messo all'opera la mia memoria fotografica per imparare esattamente ogni passaggio e ogni dose necessaria per prepararle.
Lo stupirò questa volta.

Prepara l'insalata ed apparecchia la tavola mentre io finisco di cuocerle, al termine ne prendo una e di nascosto la cospargo ben bene di peperoncino quindi vado da lui e gli dico - Aşkım, amore mio,  vieni assaggia e dimmi cosa ne pensi!-

Prende convinto un morso e per poco non muore soffocato, gli passo in fretta un bicchiere d'acqua e gli batto colpi decisi sulla schiena - Che succede? Ti è andata di traverso? Bevi bevi, vieni sediamoci a mangiare -

Fatico terribilmente cercando di trattenermi dal ridere apertamente davanti alla sua espressione decisamente preoccupata, visto che lui si prende gioco di me ho deciso di divertirmi anche io, gli riempio il piatto di polpette, mi siedo e comincio a mangiare di gusto di fronte ad una Can sorpreso di come riesca a mangiare quelle bombe atomiche culinarie senza perire sul colpo.

Ne prende una e stoicamente se la porta alla bocca, ne stacca un piccolo morso incerto, deve proprio amarmi tanto quest'uomo se si sottopone di buon grado a certe torture,  penso tra me.

Non posso più frenare la mia risata fragorosa di fronte alla sua faccia sbalordita di fronte al sapore decisamente ottimo della pietanza, mi guarda senza capire ma poi intuisce che l'ho preso in giro, si alza per venirmi a prendere  mentre io scappo dall'altro lato del tavolo.

La mia fuga dura poco, ben presto mi acciuffa mentre rido incontrollabilmente,  mi stringe a sè e mi dice che merito uno punizione per averlo fatto quasi morire con il mio scherzo.

- Quale?-

-Penso che ti meriti un bel bacio al peperoncino -

Detto questo mi stringe in un abbraccio ed un bacio mozzafiato che ben poco ha a che fare con il peperoncino.

Inutile dire che le mie ottime polpette sono state dimenticate sul piatto per un bel po'... ma alla fine eravamo talmente affamati che le abbiamo apprezzate enormemente anche se ormai  irrimediabilmente fredde.




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