58 - Resa dei conti

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Can

Questo secondo matrimonio è un nuovo inizio per noi, cominciamo a vivere la nostra vita coniugale finalmente come una coppia normale e alla luce del sole.

Accompagno Sanem in città per un appuntamento con Metin con l'intesa che mi raggiungerà in agenzia per andare a pranzo fuori insieme, ho voglia di riportarla in quel piccolo ristorantino sulla costa dove siamo andati il nostro primo giorno di lavoro insieme, mentre aspettavamo le stampe di Akif per la campagna della compagnia aerea.

Mi sento eccitato come un ragazzino tutta la mattina aspettando mia moglie, possibile che non ne abbia mai abbastanza di lei? Che ricerchi in continuazione la sua compagnia come un adolescente infatuato?

Entro nello studio di mio padre per portargli alcuni documenti e colgo l'occasione per prenderlo un po' in giro.

 - Allora papà? Che mi dici della tua nuova sistemazione alla tenuta, ti piace il posto? Mi sbaglio o ho visto un certo  apprezzamento anche per la tua nuova padrona di casa? -

Aziz sorride divertito - Ah Can se sapessi quanto l'apprezzo! -

Non capisco, non mi aspettavo una risposta del genere, lo guardo interrogativo.

- Vieni figliolo siediti, riassumerò la situazione così: la donna che ti ha permesso di ritrovare il tuo amore perduto è, in realtà, il MIO  amore perduto. Ci crederesti? -

Scuoto il capo confuso, mi ci vuole qualche istante per processare le parole di mio padre, l'amore perduto?

Spalanco gli occhi sorpreso - Non può essere, Mihriban è la donna di cui mi avevi parlato? La donna che hai rimpianto una vita di aver perso? -

- Esatto Can, a quanto pare il fato ha voluto che la ritrovassi attraverso te, se non è destino questo non so come altro chiamarlo -

Sono decisamente sorpreso da questa coincidenza estremamente singolare.
-Ed ora cosa pensi di fare?-

 - Semplice, riprendermela. Lotterò questa volta per riconquistarla e non la lascerò mai più - alza le spalle sorridendo.

Allungo la mano attraverso la scrivania per poggiarla su quella di mio padre ed infondergli coraggio e sostegno.

- Ti auguro di riuscirci papà, meriti tanta felicità-

Ci scambiamo uno sguardo di sincero affetto  proprio nel momento in cui sentiamo bussare alla porta, ci giriamo sorpresi ed ecco  la mia Sanem.
Mi sembra un sogno rivederla tra le mura della Fikri Harika, mi alzo felice per accoglierla , la stringo forte tra le braccia e le poggio  un bacio leggero sul capo.

- Vieni Sanem, siediti qui sul divano mentre chiedo di portarci un tè che ne dici? -

- No fermo, voglio fare questo tuffo nel passato, vado a prepararlo io aspettatemi, torno subito-

E come un uragano di effervescente energia sparisce verso l'angolo bar dell'agenzia, ci scambiamo uno sguardo divertito con Aziz - Non sai quanto mi manca qui papà, è veramente un valido pubblicitario, ha un modo di pensare decisamente originale -

Aziz sta per dire qualcosa quando veniamo interrotti nuovamente dal bussare alla porta, sono   Ceyda e Huma questa volta .

- Merhaba, sono passata per parlare con te Can, magari possiamo andare fuori a pranzo così ti espongo le mie perplessità sulle location che hai scelto per la campagna - Esordisce Ceyda alla quale risponde Huma - Certo andate ragazzi, io devo parlare con Aziz di affari -

Nè io nè mio padre riusciamo a controbattere che ecco entrare nell'ufficio una Sanem inconsapevole con in mano il  vassoio con i nostri  tè .

Le due donne si girano sorprese di vederla lì, la prima a reagire è Huma che, con tono sprezzante la redarguisce - E' tornata a lavoro in agenzia questa ragazza? Va bene comunque, ascolta non ci disturbare ora,  abbiamo da fare -

Mi sento il sangue salire al cervello, è arrivato il momento che tanto ho desiderato, mi avvicino a Sanem e le tolgo il vassoio dalle mani poggiandolo sulla scrivania, me la stringo al fianco mettendole un braccio sulle spalle, poi prendo la sua mano con la mia per mostrare i nostri anelli.

- Huma, Sanem non lavora qui, è venuta per pranzare con suo marito.
Sono molto felice ed orgoglioso di presentare ad entrambe mia moglie,  Sanem Divit -

Rimangono entrambe folgorate da questa rivelazione, nell'ufficio regna il silenzio e lo sgomento più assoluto, per rendere ancora più chiaro il concetto accarezzo la guancia di Sanem per farle girare il viso verso di me e le stampo un bacio appassionato sulle labbra.

Quando torno a guardare verso di loro, vedo Ceyda riscuotersi a fatica e blaterare un - Vado, poi riparliamo della campagna - mentre si gira e arranca sui suoi tacchi vertiginosi verso la porta per battere in ritirata.

Huma invece è verde di rabbia, chiaramente non è felice della piega che ha preso la situazione.

- Come hai potuto Can? Come hai potuto sposare questa ragazzina di quartiere senza arte nè parte quando potevi avere donne di potere e di classe come Ceyda o Polen? Hai dimenticato che per colpa sua hai fatto cose indicibili, hai addirittura reso invalido un uomo? -

Sto per rispondergli a tono quando sento la voce sicura e composta di Sanem.

-Come può farlo? Come può una madre ferire il proprio figlio, voler far soffrire al proprio figlio  le pene dell'inferno per il senso di colpa per un atto terribile quando sa che è tutta una bugia? Come può aver fatto questo a Can?  Lo ha fatto vivere mesi con il rimorso di aver reso invalido un uomo sapendo che era tutta una menzogna -

Rimango di stucco di fronte alle sue parole ma non è niente in confronto allo sgomento che si legge negli occhi di mia madre, è chiaramente stata presa in contropiede dalle parole di Sanem.

- Cosa vuol dire? - chiedo ma vedo già la risposta negli occhi terrorizzati di mia madre.
Sanem continua .

- Vuol dire che ho visto Yigit camminare da uomo sano e libero e una sua impiegata mi ha detto che non è mai mancato un giorno dal lavoro per alcun incidente.
Sono stata da lui questa mattina per informarlo che rescindo il nostro contratto per la pubblicazione del mio libro e per dirgli esattamente cosa penso di un uomo che ha finto di essere invalido solo per creare scompiglio fra me e Can solo per  dividerci.
Ha provato anche a negare ma alla fine ha dovuto ammettere quello che è successo, tra l'altro da farabutto  qual'è ha anche tenuto a precisare che l'idea è stata di Huma, ma non cambia il fatto che si è prestato al più vile degli inganni e non voglio  avere niente a che fare con lui, spero di non incontrarlo mai più in vita mia -

Sono senza parole, non ho mai pensato che mia madre brillasse per amore materno, ma sentire di cosa è stata capace contro suo figlio è agghiacciante.
Cerco di non farmi sopraffare dall'ira e le dico glaciale:

- Huma, non sei mai stata una madre per me, mi hai abbandonato da bambino senza un minimo di rimorso, hai portato via mio fratello e ci hai impedito di crescere insieme, ho sempre fatto fatica ad avere un rapporto civile con te, ma la perfidia che hai dimostrato nelle tue azioni verso Sanem e verso di me veramente è  imperdonabile.
Mi hai fatto vivere per mesi con il rimorso di aver condannato un uomo sulla sedia a rotelle e poi, dopo averlo visto,  ho dovuto accettare di averlo reso zoppo.
Ti rendi conto quanto sono stato male? Quali incubi mi hanno svegliato ogni notte per mesi?
E tutto questo perchè? Per assicurarti che mi allontanassi da Sanem, dalla donna che ho sempre amato e sempre amerò?
Come puoi ben vedere l'amore alla fine ha trovato comunque la sua strada mentre la tua cattiveria raccoglierà esattamente quel che merita, cioè l'indifferenza.
Non sei mai stata una madre e mai lo sarai, non conoscerai i miei figli nè il calore e l'affetto di una famiglia per quanto mi riguarda. Non voglio più vederti, per me non esisti più, non provare ad avvicinarti a me o a mia moglie, vattene da Istanbul credo di poter dire che nessuno ti vuole qui. Hoşçakal, addio -

Detto questo prendo la mano di Sanem, me la porto alle labbra per baciarla e la porto via con me, lasciamo l'azienda per andare a vivere la nostra vita, la nostra vita senza quella donna spregevole che ci ha fatto solo tanto  male.


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